L'esperienza della cattedra ambulante di agricoltura

Questo nome, piuttosto curioso, suggerisce l'immagine di un maestro che, portandosi dietro gli 'attrezzi del mestiere', impartisce lezioni di agricoltura spostandosi di paese in paese: un po' come quegli artigiani che, fino alla metà del Novecento, muovendosi in sella alla loro bicicletta - trasformabile all'occorrenza in banco di lavoro - offrivano per la strada i loro servigi di ciabattini, sarti o arrotini.

Ma per capire meglio di cosa stiamo parlando, possiamo svolgere una breve ricerca d'archivio.

In questo caso, non possiamo riferirci a un fondo specifico prodotto dalla Cattedra ambulante di agricoltura, ma dovremo chiederci sotto quale materia sia classificata la documentazione di nostro interesse nella serie "Carteggio e atti classificati": si tratta di una Cattedra, il che ci porta a pensare prima di tutto che abbiamo a che fare con una forma di istruzione; verrebbe naturale, perciò, cercare al tit. 8 (appunto Istruzione) e forse alla rubrica 3 (Società Agraria). Dopo aver fatto qualche saggio, con esito negativo, ci rendiamo conto che abbiamo preso una strada sbagliata: converrà allora fare un passo indietro, e riprendere in mano il titolario. Se consideriamo ora l'oggetto del nostro insegnamento, dovremo rivolgerci al tit. 9 (Agricoltura, Industria e Commercio). Cominciamo, in maniera del tutto casuale, dalla busta che contiene documenti classificati sotto questo titolo per l'anno 1923: è la nr. 3159. Incappiamo così in un'interessante "Relazione sull'attività svolta nell'anno 1922" proprio dalla nostra Cattedra ambulante. Leggiamo le prime righe:

L'anno testè trascorso resterà fra i più fulgidi della storia nostra in quanto per decisa volontà di popolo si è chiuso quel periodo turbolento e delittuoso di lotte sociali che aveva messo a repentaglio l'esistenza della Nazione e tolta ogni efficacia alla Vittoria delle armi che aveva consacrato definitivamente l'unità nazionale, sogno radioso dei poeti e dei patrioti nostri...

Pur con un tono che oggi non riconosciamo più come nostro, il riferimento è alle lotte sociali del cosiddetto biennio rosso (1919-1920), quando braccianti e operai - spinti dalla grave crisi economica, dalle tensioni sociali, e dal mito della rivoluzione russa - organizzarono scioperi, dimostrazioni e agitazioni; nel caso dei movimenti contadini, ci furono scontri fra proprietari e braccianti, e si arrivò anche all'occupazione delle terre incolte. Ma proseguiamo nella lettura:

Di questa vittoria dello spirito nazionale se ne varranno certo gli agricoltori i quali ora trovano ristabilita nei campi non solo la pace, ma anche quello spirito di collaborazione di classe che solo può giovare a ripristinare la nostra produzione agricola, dandole quello slancio che è consentito dalle condizioni d'ambiente e dallo stato attuale della scienza applicata all'agricoltura.


Come si precisa nelle pagine seguenti dell'opuscoletto, la scienza applicata all'agricoltura doveva impegnarsi a promuovere - dopo le negligenze e trascuratezze acquisite per necessità durante il periodo bellico - una generale ripresa della produzione agricola e un impulso dell'industria agraria. Molti erano stati chiamati alle armi, e la povertà aveva costretto chi lavorava nei campi a ridurre al minimo le spese; alla fine della guerra, tuttavia, la Provincia si attivò per ristabilire le condizioni precedenti allo scoppio del conflitto, da un lato elargendo contributi alle famiglie colpite, dall'altro sovvenzionando un numero considerevole di enti morali, come l'Opera per l'assistenza agli orfani dei lavoratori della terra nella Provincia di Bologna.

Ma è con la nostra Cattedra (che resterà attiva fino al 1936) che si intende, concretamente, fare opera di istruzione, favorendo la formazione di una classe di agricoltori che, in possesso delle più moderne tecniche e delle conoscenze più aggiornate, sia in grado di incidere sullo sviluppo delle campagne. Torniamo perciò alla "Relazione", per cercare di capire quali strategie la Provincia mettesse in atto per realizzare questo scopo:

Contro queste storture e deficienze ha lottato la Cattedra colla sua attività molteplice cioè con le conferenze agrarie, coi corsi teorico-pratici, con pubblicazioni nel giornale della Cattedra e negli organi politici della città, come anche colle consultazioni verbali e scritte.

Le conferenze teorico-pratiche d'interesse locale, tenute nel capoluogo e nei Comuni della provincia, venivano concordate dall'Ufficio provinciale per l'agricoltura d'intesa con questi ultimi, che ne facevano richiesta e che potevano esprimere una preferenza sull'argomento da trattare, come mostra lo schema prestampato di avviso, predisposto per essere inviato all'attenzione del Sindaco (b. 1103, 1894).

Come si vede dall'intestazione del documento, la Cattedra era già attiva nel 1894, ma sotto la dicitura Ufficio provinciale per l'agricoltura: con questo nome l'ente era stato istituito tramite deliberazione del Consiglio provinciale del 25 ottobre 1893. Se prendiamo infatti il volume relativo degli "Atti del Consiglio provinciale", possiamo leggere:

Non può essere da alcuno disconosciuta la grande importanza dell'impianto durevole d'un ufficio avente per iscopo questa difesa
[sc. delle nostre produzioni da ogni sorta di malattie o di insetti nocivi], non che di promuovere i progressi dell'agricoltura, coadiuvando l'Amministrazione, i proprietari ed i coltivatori nel perfezionamento delle coltivazioni.

L'ente cambiò successivamente denominazione in Ufficio Agrario provinciale con Cattedra ambulante (1909) e poi in Consorzio della Cattedra ambulante di agricoltura di Bologna (1920), come si ricava dai diversi statuti presenti nelle buste relative a quegli anni: nel caso del Consorzio, si consideravano membri aggregati tutti quegli enti, pubblici o privati, che contribuivano al suo mantenimento. Ma torniamo agli strumenti educativi e ai metodi didattici della Cattedra.

Alle conferenze di argomento agrario (per il 1922 ben 64, come attesta un dettagliato elenco nella nostra "Relazione") si affiancavano i corsi di istruzione professionale, come quello di meccanica agraria organizzato a Bologna, e a cui partecipò la classe fotografata.

Era inoltre prevista un'opera di assistenza e consulenza all'agricoltore, sia con sopraluoghi e sia anche a mezzo di corrispondenza. Ma tutto ciò non bastava a promuovere i progressi dell'agricoltura: l'Ufficio - anche in collaborazione con altri enti - organizzava concorsi, conduceva sperimentazioni e prove di macchine agricole, oltre a curare altri aspetti fondamentali dell'economia rurale, come la tenuta e la buona alimentazione del bestiame, la prevenzione e la cura delle malattie crittogamiche (come la funesta filossera, che danneggiava le viti), lo sviluppo dell'apicoltura.

Ultimo, ma non ultimo, era l'interesse mostrato per le trasformazioni idrogeologiche promosse, per la montagna, da quel magnifico complesso di Enti che nella Provincia si possono citare fra i primi in Italia a passare dal campo della discussione e dei progetti a quello della attuazione. In questi stessi anni anche l'Ufficio tecnico della Provincia qualifica con gli stessi toni positivi il proprio lavoro - in particolare in merito alla sistemazione dei bacini montani - nella premessa di una lettera con cui richiede alla Provincia un contributo per la strumentazione (b. 790, 1922, nr. prot. 254):

Ufficio Tecnico provinciale
Reparto Bacini montani

Bologna, 21 aprile 1922


OGGETTO: sistemazione bacini montani

Spese generali - Acquisto di macchina fotografica

Le sistemazioni montane sono, fra le opere pubbliche, quelle che forse più di ogni altra, modificano l'aspetto del terreno, perché oltre a variarne la fisionomia con rimboschimenti ne mutano perfino la topografia con gl'imbrigliamenti del corsi d'acqua [...].


Infine, uno strumento appositamente studiato per promuovere e diffondere la cultura agraria era la Biblioteca Agraria circolante, che fu istituita dal Ministero dell'Agricoltura presso l'Ufficio bolognese e di cui possiamo leggere, in un documento conservato alla busta 1925 (1908), il relativo regolamento.

L'attività della biblioteca agraria circolante mostra caratteri di assoluta modernità, soprattutto se confrontata con analoghe iniziative di oggi, e comunque non precedenti la metà del XX secolo (si pensi al Consorzio di pubblica lettura). Si noti la particolare attenzione per i bisogni dell'agricoltore, il quale - se non potrà recarsi personalmente all'Ufficio - riceverà i volumi per mezzo di terza persona debitamente incaricata o per corrispondenza. Tutto ciò ricorda le odierne pratiche di fornitura di documenti tramite document delivery: l'unica differenza è che queste norme risultano stilate (come si legge in calce al "Regolamento") il 31 dicembre 1907.