Quarant'anni di promozione turistica nelle carte di un'azienda di soggiorno

Un documento, una relazione di "chiusura", di un Ente che ha cinquanta anni di vita [...] è un'impresa che non appare possibile. Sarebbe forse interessante fare una "storia" dell'E.P.T., ricostruendo, attraverso documenti, relazioni, verbali, le attività che sono state svolte, i compiti che all'E.P.T. sono stati attribuiti, nel corso degli anni, da leggi, regolamenti, atti amministrativi, il modo in cui sono stati affrontati problemi di organizzazione, di vigilanza, di promozione, i risultati raggiunti per quanto riguarda lo sviluppo del turismo bolognese. Anche volendo procedere per sommi capi e con larghe periodizzazioni le difficoltà non sarebbero indifferenti. Si tratterebbe, comunque, di un'opera "storica", dalla storia della pubblica amministrazione alla storia della pubblicità, che richiederebbe tempi, strumenti e competenze diversi.

Appaiono pienamente condivisibili queste affermazioni, formulate nella relazione del Consiglio di Amministrazione dell'Ente provinciale per il turismo del 26 novembre 1986 (Ente provinciale per il turismo di Bologna, b. 983), in occasione dello scioglimento di questo organismo e della creazione dell'Azienda di promozione turistica di Bologna e provincia, che avrebbe proseguito la sua attività fino al 1993.

L'archivio dell'ente - attualmente non corredato dalle numerose guide e riviste e dai materiali informativi dai quali maggiormente traspare la sua attività - è infatti caratterizzato principalmente da documentazione di carattere contabile, amministrativo e statistico, certo di grande interesse e utilità per una "storia" dell'E.P.T., ma non altrettanto efficace per restituire uno spaccato della sua azione concreta, resa possibile tra l'altro dall'operato di aziende di soggiorno attive a livello locale. Si è scelto pertanto di esplorarne un caso specifico, indagando uno dei nuclei più antichi del fondo dell'"Ente provinciale per il turismo di Bologna", quello dell'Azienda di soggiorno di Lizzano in Belvedere e Vidiciatico, che conserva documentazione a partire dal 1938.
Proviamo a seguire l'attività di questa azienda nel corso degli anni, anche per capire come si sono evolute la domanda e l'offerta turistica locali.

Cominciando dalle prime testimonianze dell'attività dell'azienda tra le deliberazioni di spesa per il 1940 ritroviamo - oltre agli onorari per i dipendenti - alcune voci che riguardano le strutture e i servizi (dalla busta 881).

Come si legge nella parte alta di questo documento, si tratta di un elenco di voci di spesa a cui l'Azienda non riesce a far fronte integralmente, per mancanza di risorse (fondi deficienti); in cima alla lista, figura il contributo per migliorare l'attrezzatura dell'Ufficio informazioni, il cui impianto risulta dunque databile a questo stesso anno, il 1940. Dalle diverse altre voci, emerge come l'attività dispiegata dall'Azienda fosse mirata prevalentemente al miglioramento degli spazi pubblici. In questo senso si spiega anche l'incarico, assegnato dal Podestà del Comune di Lizzano in Belvedere (che era anche Amministratore temporaneo dell'Azienda turistica) all'ingegner Giorgio Pizzichini, della progettazione di una sala cinematografica e di trattenimenti danzanti da edificare nella frazione di Vidiciatico, su terreno comunale. Nella busta sopra citata si conserva la delibera con cui, in data 20 febbraio 1943, si dispone il pagamento per la stima dei lavori e per il progetto: la liquidazione fu tra l'altro sollecitata dallo stesso ingegnere, che - chiamato improvvisamente alle armi - scrisse di proprio pugno una lettera al Segretario del Comune di Lizzano.

Sul finire degli anni Quaranta, e per tutti gli anni Cinquanta, si mobilita fortemente per ovviare ai danni che la guerra ha portato alla segnaletica e agli arredi urbani (tra cui N. 2 cartelloni all'ingresso dei paesi con l'indicazione dei medesimi, N. I0 cartelloni pubblicitari, aiuole 20 ed un duecento tigli con relativi pali, come risulta da un elenco presente nella busta 367). Lo scopo era anche di rendere la città più attraente per i turisti, che costituivano una risorsa fondamentale, soprattutto in un periodo difficile come questo. Possiamo farcene un'idea anche semplicemente raccogliendo le fatture, i preventivi e il materiale pubblicitario inviato al nostro ente dalle più diverse aziende Il movimento turistico, così importante per l'economia della zona, era monitorato costantemente; ogni mese, l'Azienda compilava un modulo prestampato relativo alla "Statistica del movimento dei forestieri".

Tra gli ambiti di intervento più importanti per lo sviluppo economico della zona, grande peso rivestivano le infrastrutture, come la strada provinciale Porretta-Fanano, che collegava il Comune bolognese con quello modenese passando per Lizzano. Sempre dalla busta 367 proviene una lettera di protesta, datata 12 marzo 1962 e firmata dagli operatori turistici e dai cittadini di Lizzano, Vidiciatico e dintorni, con cui essi sollecitano l'adozione di provvedimenti che portino al ripristino di quella via di comunicazione. Gli stessi denunciano che, in seguito alle abbondanti precipitazioni dell'inverno 1959-1960, si sono verificate frane con conseguente cedimento del piano stradale.
Trascorso un anno, le cose rimasero tali con grave nocumento per il traffico e per le popolazioni del Comune che ormai vivono quasi esclusivamente col turismo. Di fatto, si verificò un conflitto di competenze tra Provincia e Stato, ciascuno dei quali rimandava all'altro l'assunzione dei provvedimenti e dei relativi oneri. Nella busta 10423 (1962) del complesso archivistico «Carteggio e atti classificati», ritroviamo infatti una serie di pratiche relative a lavori di consolidamento delle frane e di ricostruzione del corpo stradale. In particolare, come si legge nel documento contrassegnato dal numero di protocollo 2168, risulta in quell'anno da rinnovarsi una convenzione istituita tra il Comune di Lizzano in Belvedere e l'Ufficio tecnico della Provincia, perché tuttora sussiste molta necessità di una buona e frequente manutenzione dei tronchi stradali in questione, della lunghezza complessiva di circa Km. 12,300, per il notevole interesse che i medesimi ogni anno sempre più presentano ai fini della valorizzazione turistica della zona, particolarmente idonea ai soggiorni climatici estivi ed alla attività sportiva sciistica invernale, come l'esperienza sempre più positiva degli ultimi anni sta a dimostrare.

In questo decennio, l'Azienda è particolarmente attiva nell'organizzazione di eventi: si tratta di iniziative che hanno un sapore 'casalingo', ma che appaiono ben congegnate per soddisfare il bisogno di svago di un turismo sicuramente meno esigente di quello odierno. Ne è un esempio la caccia al tesoro organizzata per il 10 agosto 1965, di cui nella busta 895 si conserva tutto il materiale preparatorio, incluse le varie prove che i concorrenti dovettero affrontare con le relative soluzioni, insieme al punteggio e alla classifica finali, unitamente al relativo manifesto.

Scorrendo le delibere dell'ente relative agli anni Settanta, il quadro che emerge è quello di un'azienda che continua a adoperarsi per la promozione del proprio territorio, anche attraverso l'adesione al Comitato di coordinamento per le attività promozionali delle città d'arte-terme-Appennino dell'Emilia Romagna. L'Azienda produceva materiali destinati alla divulgazione, quali cartine dei sentieri e delle passeggiate, e organizzava competizioni per dilettanti (gare ciclistiche, campionati zonali di sci), ma anche gare nazionali di sci e manifestazioni invernali nella sede del Corno alle Scale.

Nell'estate del 1982, l'ente - che nel frattempo cambia denominazione in Azienda di soggiorno di Lizzano e Vidiciatico - mette in campo un programma di manifestazioni che copre un arco di tre settimane, distribuendo le attività fra Lizzano, Vidiciatico, La Ca', Monteacuto, Farnè, Querciola e Villaggio Europa e dimostrando così un notevole fervore organizzativo. L'attività di promozione turistica continua nei decenni successivi, e oggi punta, con sempre maggiore successo, a favorire la conoscenza del territorio e a sviluppare suggestivi itinerari alla scoperta del patrimonio storico-artistico, ambientale ed enogastronomico di questa parte della montagna bolognese.