Il lascito di un illustre signore bolognese

Nel 1878, la Villa Reale di S. Michele in Bosco passò per legge al Demanio dello Stato, con il rischio che l'edificio monumentale - un bene storico per la cui difesa si schierarono la Commissione conservatrice dei Monumenti, il Municipio e la Deputazione provinciale - fosse messo all'asta e acquistato da privati. Leggiamo nei Verbali della Deputazione, relativi alla seduta del 26 novembre 1878, che il Deputato Enrico Sassoli

espone la proposta fatta da un signore bolognese, che non può nominare, il quale si impegnerebbe di fondare un istituto di pubblica utilità in quel locale, obbligandosi di sborsare le £ 40.000 da pagare al Governo e di vincolare £ 100.000 per la garanzia della conservazione del mantenimento della parte monumentale dell'edifizio
.

Chi sia questo anonimo benefattore si scopre sfogliando gli Atti del Consiglio provinciale: nella seduta straordinaria del 12 aprile 1880 è il Deputato Sassoli, cugino del defunto Enrico, a svelarne l'identità. Quel signore bolognese è il Professor Francesco Rizzoli, che

colla sua proposta di dare i mezzi alla Provincia per l'acquisto della Villa di san Michele, intende di conseguire tre nobilissimi fini, e cioè:

Il progresso della scienza
Il bene dell'umanità
Il patrio decoro

Con testamento dell'8 maggio 1880, Rizzoli mise per iscritto le proprie volontà: quelle sostanze, che gli erano pervenute dai malati, sarebbero tornate a favore dell'umanità sofferente. Egli avrebbe voluto seguire di persona il progetto, ma morì poco dopo, il 24 maggio dello stesso anno.
Molte furono le manifestazioni di cordoglio e gli attestati di stima per il benemerito concittadino, da parte di singoli e di enti e associazioni; documentazione in proposito si conserva nella busta 701 (1880) del complesso archivistico «Carteggio e atti classificati», riferita al titolo 17 (Fondazione o Istituto Rizzoli).

Il testamento è aperto il 9 giugno 1880, alla presenza del Deputato Sassoli, dal notaio bolognese Francesco Ferrari (Carteggio e atti classificati, b. 700, 1880, tit. 17, all. al nr. prot. 2903).

La Provincia acquista così l'edificio, e lo fa ristrutturare. I lavori sono documentati nella serie «Azienda Rizzoli» dell'archivio dell'Ufficio tecnico della Provincia di Bologna; nella busta 1 (1880-1885) si conservano tutti i progetti relativi al restauro della parte monumentale, compreso il chiostro ottagonale degli Olivetani.

Il generoso lascito di Rizzoli prevedeva, naturalmente, che la sua memoria fosse perpetrata nel corso dei secoli; nelle intenzioni del testatore, infatti, lo stabilimento avrebbe dovuto portare il nome di Istituto Ortopedico Rizzoli, e questo nome essere impresso in lettere metalliche nella sua fronte od ingresso, come in effetti è ancora oggi.

Ma la memoria dell'illustre medico non è affidata solo al nome dell'Istituto e alle lettere collocate sulla sua facciata; nel testamento si legge infatti:

in esso verranno conservati tutti i titoli e documenti onorifici ottenuti nel corso della mia carriera scientifica; vi si porranno tutti gli strumenti appartenenti all'arte salutare da me immaginati o perfezionati, nonchè la mia libreria.

Le disposizioni di Rizzoli vengono attuate: in un "Progetto grafico per l'impianto" dell'Istituto datato al 10 novembre 1882, curato dall'Ufficio tecnico della Provincia, viene fornita la seguente descrizione del piano superiore dell'edificio (Carteggio e atti classificati, b. 757, 1882, tit. 17, nr. prot. 4829):

Una delle aule della Biblioteca olivetana verrà destinata per l'armamentario, le altre due a Biblioteca e a deposito dei titoli e documenti onorifici ottenuti dall'Illustre fondatore nel corso della sua carriera scientifica, e l'antisala non che altra sala attigua servirà pei preparati anatomici e pei modelli in gesso. Con siffatte disposizioni tanto l'armamentario che le sale di deposito dei titoli dell'Illustre Rizzoli e pei preparati anatomici e modelli in gesso potranno essere visitate dal pubblico, ugualmente alla parte monumentale dell'Edifizio.
L'inventario dei beni concessi in dotazione da Rizzoli si trova invece nei conti consuntivi della Fondazione Rizzoli; abbiamo modo di comprendere meglio di quali beni si trattasse leggendo lo stato patrimoniale al 31 dicembre 1881, tratta dal "Conto consuntivo dell'esercizio 1882" (Carteggio e atti classificati, b. 784 (1883), tit. 17, nr. prot. 3707).

L'Istituto ortopedico Rizzoli non è dunque, a tutt'oggi, solamente un ospedale e un luogo di ricerca di fama internazionale, ma si configura - almeno in una porzione della sua parte monumentale - come luogo che custodisce le carte, i libri, gli strumenti appartenuti al Professore: il suo archivio, la sua biblioteca, il suo museo.