Un "occhio" di riguardo alla cultura

volantino

Il provvedimento che ci accingiamo a prendere in esame [...] è certamente destinato ad incidere positivamente nella vita delle popolazioni della nostra Provincia, con la stessa forza ed efficacia con cui la soluzione di un problema di viabilità o di bonifica o di industrializzazione può portare allo sviluppo sociale di una plaga o di un borgo. Il problema della diffusione della cultura [...] è certamente importante e non può essere giudicato subalterno rispetto a quelli del progresso tecnico; anzi, in un mondo in cui sempre più vasti orizzonti scientifici si aprono, anacronistica diviene una situazione di bassa o insufficiente conoscenza culturale.
Ad un tale stato di cose noi vogliamo porre rimedio attraverso un Istituto che consenta di far pervenire la conoscenza culturale anche nel più sperduto borgo montano o nella più isolata cascina di campagna.


Così l'Assessore alla pubblica istruzione, allo sport e al turismo Carlo Maria Badini, in apertura della discussione relativa allo Statuto del Consorzio di pubblica lettura - svoltasi nella seduta del Consiglio provinciale del 28 gennaio 1958 (Atti del Consiglio provinciale, vol. 1 del 1958) - si esprime a favore dell'istituzione del Consorzio stesso, ed intende sottolinearne al contempo l'importanza e la valenza innovativa. Obiettivo del Consorzio era la diffusione della lettura in tutti i centri della provincia, nei quali le Amministrazioni comunali non avessero la possibilità di impiantare o mantenere una biblioteca propria, o desiderassero integrare le biblioteche esistenti. In questo senso, l'unico significativo precedente era costituito dalla Rete provinciale di prestito librario, di cui si conserva un'accurata relazione, corredata dal grafico e dalle tabelle relative ai lettori e alle letture mensili, nella busta 8888 (1957, Titolo 8) del fondo "Carteggio e atti classificati".
I dati sono analizzati e discussi nella riunione del Consiglio provinciale di cui si è detto sopra: ne emerge una discreta preoccupazione in merito alla bassa percentuale di lettori tra i contadini. Ma il dato di partenza vuole essere di incitamento a un'opera di acculturazione più capillare:
ciò significa che dobbiamo intensificare il lavoro, non soltanto nei capoluoghi di Comune, ma in tutte le frazioni, anche le più piccole e sperdute dei Comuni stessi, perchè la lettura possa divulgarsi anche e soprattutto in mezzo a chi, forse, ne ha maggior bisogno.
I dati sono letti anche in una prospettiva di 'genere':

a Bologna gli uomini lettori prevalgono di gran lunga sulle donne lettrici. E' questo, indubbiamente, un elemento negativo: bisognerà fare in modo che la lettura penetri anche in mezzo alle donne, in mezzo alle nostre casalinghe; e si dovranno naturalmente scegliere libri adatti.

È così che il Consorzio si prefigge di incidere sulla vita culturale dei Comuni e delle frazioni della Provincia di Bologna: con un'attenzione particolare alle classi di lettori più svantaggiate, e con la capacità di diffondere il gusto e l'abitudine della lettura anche con mostre, esposizioni, montaggi e con l'uso di tutte le moderne tecniche di presentazione del libro e di inserimento della biblioteca nella vita della comunità. Nel corso della sua esistenza, il Consorzio istituì così venticinque biblioteche con un patrimonio librario oscillante da un minimo di cinquemila ad un massimo di dodicimila volumi ognuna, mentre altre quindici biblioteche erano collegate e seguivano le attività consorziali.
Le cronache giornalistiche degli anni Settanta ci restituiscono l'eco della sua attività (Consorzio provinciale di pubblica lettura, b. 229. Articoli sul Consorzio).

Si conservano, nella busta 234 (Cartelle con attività biblioteche), fascicoli in cui sono riepilogati tutti gli eventi organizzati dalle biblioteche del Consorzio. Le iniziative sono di vario genere: accanto alle classiche conferenze e alle presentazioni di libri, si registrano laboratori rivolti ai cittadini o agli alunni delle scuole, corsi, rassegne, escursioni e in genere attività che nascevano dall'esigenza di coinvolgere l'utenza non solo nella fruizione, ma anche nella costruzione dell'offerta culturale. Numerosissimi gli argomenti trattati nel corso delle iniziative: gli anziani, la condizione femminile, le tradizioni locali, ma anche i problemi giovanili, le arti, il teatro, la politica.

Per favorire la circolazione libraria, soprattutto nelle zone più 'difficili', il Consorzio si dotò del bibliobus, un'idea non nuova, ma senz'altro efficace.
La fotografia è tratta dalla busta 230 dell'archivio del Consorzio, che conserva, divise in fascicoli, le immagini di alcune biblioteche del territorio provinciale. Proviamo a seguire le sorti di una di queste.

Un articolo del 28 dicembre 1979 riferisce dei festeggiamenti in occasione del decimo anniversario dall'inaugurazione della biblioteca di Porretta Terme, inaugurata il 30 novembre 1969. Sull'invito realizzato in occasione dell'apertura della biblioteca spicca, con il suo vivace colore, l'occhio, efficace logo del Consorzio che qualche volta è accompagnato, nei documenti, dallo slogan Butta un occhio in biblioteca. Per quanto concerne i locali della biblioteca, si conservano diverse foto dell'inaugurazione: in una di queste, riconosciamo l'allora Presidente della Provincia Roberto Vighi (il secondo da sinistra), e - al centro - l'Assessore Carlo Maria Badini, Presidente del Consorzio. Le scelte d'arredo risultano, nel complesso, funzionali e moderne, e rispecchiano il gusto tipico di quegli anni; si notano i libri disposti 'a scaffale aperto', in linea con una concezione di biblioteca come luogo di facile accesso al sapere.

Anche successivamente, la biblioteca di Porretta Terme non fu abbandonata a se stessa: abbiamo notizia di una sua ristrutturazione, voluta dal Consorzio nel 1975. Tra la documentazione dell'Ufficio tecnico, ritroviamo infatti - nella busta intitolata «1976. Porretta Terme» - il progetto e la relativa stima dei costi. In particolare, nella relazione descrittiva del progetto, si legge che

le richieste del C.P.L. tendono ad elevare la fruibilità della biblioteca in oggetto creando un settore per l'ascolto audiofonico multiplo e individuale in cuffia e aumentando gli spazi per lettura e posti libro.

Una biblioteca, insomma, che rispondesse agli standard più avanzati, che fosse allestita in modo funzionale e moderno, e che mettesse a disposizione degli utenti nuovi e sempre aggiornati strumenti di conoscenza.

Queste le strutture; ma fin dall'apertura esisteva già un articolato programma di attività culturali per i primi mesi seguenti l'inaugurazione: esso prevedeva serate settimanali di ascolto di musica classico-sinfonica, proiezioni di film, mostre d'arte, proiezioni e dibattiti su temi politici d'attualità, serate di canti popolari e musica folk.

Nel dicembre 1986, anche a seguito dell'entrata in vigore della legge regionale n. 42 del 27 dicembre 1983, che dettava norme in materia di biblioteche ed archivi storici, il Consorzio concluse ufficialmente la sua attività.