Definire linee di azione integrate di sostegno e sviluppo per un'area con importanti potenzialità, ma in forte difficoltà e a rischio di depauperamento e di spopolamento è l'obiettivo del “Patto per l'occupazione e le opportunità economiche del territorio delle Valli del Reno e del Setta” siglato questa mattina nella sede della Città metropolitana tra Istituzioni, Associazioni di impresa e parti sociali.
Il documento rappresenta il punto di arrivo di un percorso di concertazione tra le parti istituzionali, economiche e sociali del territorio ed è elemento di sintesi della volontà di soggetti pubblici e privati di concentrare e di mettere a sistema gli sforzi per salvaguardare e accrescere il numero e la qualità di imprese, i servizi e l'occupazione, nella consapevolezza che la ricchezza di un territorio si può esprimere solo se ci sono lavoro, giovani e prospettive di sviluppo.
Il Patto potrà svolgere un ruolo effettivo di sviluppo e di sistematizzazione delle azioni locali e, al tempo stesso, accompagnare le esigenze del settore produttivo, anche valorizzando il patrimonio ambientale del territorio come risorse economica e occupazionale.
Il Patto è stato siglato da Unione dei Comuni dell'Appennino bolognese, Unione Alto Reno, Città metropolitana di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Cia, Cna, Coldiretti, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop, Unindustria Bologna, Cgil Bologna, Cisl, U.R. Uil Emilia-Romagna.
In particolare le azioni previste e in parte già avviate sono:
“È una risposta importante - ha commentato l’assessore regionale alle Attività produttive Palma Costi - alle crisi aziendali che si aprono sui territori, soprattutto in quelli più svantaggiati come il nostro Appennino. Con questo Patto prosegue il lavoro delle istituzioni – Regione, Città metropolitana di Bologna e Comuni – assieme alle forze socio economiche, per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro in quelle aree e i processi di reindustrializzazione e di nascita di nuove imprese. Inoltre si mettono a sistema le opportunità e le risorse messe in campo dalla Regione, sia con il bando da un milione di euro stanziati, con fondi europei Por Fesr, per le politiche attive del lavoro volte al rinserimento dei lavoratori nel tessuto produttivo, sia per sostenere la reindustrializzazione delle aree dismesse. Partendo dal Patto per il lavoro, siglato lo scorso anno in Emilia-Romagna, tramite il ruolo fondamentale dell'Agenzia regionale per il lavoro, possiamo costruire insieme un sistema di azioni che, una volta sperimentato, potrà diventare un metodo da estendere anche ad altre realtà territoriali".
“Con il Focus Appennino – ha concluso Massimo Gnudi, consigliere metropolitano con delega a Sviluppo economico, Turismo, Politiche del lavoro (Tavoli di salvaguardia del patrimonio produttivo), Politiche per l'Appennino bolognese - la Città metropolitana ha costruito in questo anno i presupposti per le azioni integrate pubblico private che, nel quadro del Programma regionale della montagna, rappresentano la base per il cambiamento ed il rilancio dell'appennino bolognese.
L'Appennino deve diventare per il sistema metropolitano una opportunità ed un modelllo per progettare azioni come quella che oggi presentiamo: a fronte delle criticità di questi anni, il nostro contesto territoriale ha costruito un sistema integrato di azioni per agire un reale cambiamento e contrasto rispetto alle dinamiche degli scorsi anni. Sta a tutti noi che firmiamo questo Patto agire in modo concreto e sinergico”.
“La sottoscrizione del Patto per l'occupazione e le opportunità economiche del territorio delle Valli del Reno e del Setta - ha dichiarato Romano Franchi presidente dell'Unione Appennino bolognese - è un risultato molto importante che ci ha visto la nostra Unione protagonista nella promozione di questo strumento che è sì un punto di arrivo ma che in questo momento rappresenta anche un punto di partenza. Verrà infatti costituito un Tavolo tecnico coordinato dall'Unione dell'Appennino bolognese che dovrà tradurre gli impegni presi in risultati concreti ponendo le condizioni per un reale incontro tra domanda e offerta di lavoro, sapendo che la chiave di volta per creare occupazione passa attraverso la reindustrializzazione di un'area in difficoltà occupazionale che ha vissuto una crisi importante come quella della Saeco”.