Le parole possono, nel cercare di raccontare le donne e più in generale la questione femminile, essere offensive e discriminatorie?
E’ questo il tema de "Le parole per dirlo. Come i media raccontano le donne degli anni duemila", l’iniziativa promossa da GiULiA Emilia-Romagna sabato 16 novembre, alle ore 11, nella sala dello Zodiaco della Provincia di Bologna (via Zamboni, 13).
La rappresentazione delle donne nei media è uno dei fattori che ha maggiore incidenza nel contrasto della discriminazione di genere e su questo argomento intervengono, dopo il saluto d’apertura di Gabriella Montera, assessora alle Pari Opportunità della Provincia di Bologna, e di Inma Mora Sanchez della Casa delle Donne, la senatrice Josefa Idem, Alessandra Mancuso, portavoce di GiULia giornaliste, Marina Cosi GiULiA Lombardia in ‘Parole vestite e parole nude’ e Mara Cinquepalmi GiULiA Emilia-Romagna in ‘Il bell’Antonio. Cabrini era anche bravo’.
All’incontro partecipano Serena Bersani, presidente dell’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna Aser-Fnsi, e Beppe Errani, Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, con la moderazione di Rosa Amorevole GiULiA Emilia- Romagna.
L’iniziativa fa parte del Festival della violenza illustrata della Casa delle Donne di Bologna ed è promossa con il patrocinio della Provincia di Bologna, Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, Aser, Commissione Pari Opportunità FNSI, Consigliera di Parità dell’Emilia-Romagna.
GiULiA Emilia-Romagna è il coordinamento regionale, nato lo scorso aprile, della rete GiULiA Giornaliste Unite Libere Autonome che dal 2011 conta in Italia sull’adesione di oltre 800 giornaliste ed è impegnata nel diffondere la cultura di un linguaggio non discriminante perché si affermi un cambiamento culturale nel nostro Paese.
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