Comunicato stampa

26 giugno 2012 - Villa Ghigi: unanimità del Consiglio provinciale per la valorizzazione e messa in sicurezza del parco e della villa


 
 

Con un ordine del giorno bipartisan approvato ieri pomeriggio all'unanimità, il Consiglio provinciale chiede a Comune, Provincia e Università di Bologna di “valorizzare maggiormente il patrimonio culturale, storico e naturalistico rappresentato dal parco Villa Ghigi, con la collaborazione di associazioni e imprese del territorio, mettendo a punto scelte per utilizzare edifici e spazi del parco con attività qualificate connesse alla cultura, alla didattica, all'agricoltura e ad altri settori che si possono individuare”.

 

L'odg, scaturito dalla settima commissione consiliare presieduta da Maria Grazia Baruffaldi e sottoscritto da tutti i gruppi, chiede inoltre la messa in sicurezza della villa, in attesa di trovare risorse per restaurarla “al fine di evitarne l’inesorabile e irreparabile degrado”.

 

Il parco è aperto al pubblico dal 1975, dal 2004 è gestito con attenzione e competenza dalla Fondazione Villa Ghigi e – come evidenzia il documento – rappresenta “un esempio di buona gestione dell’ambiente e del paesaggio dei colli bolognesi, che la Fondazione in questi anni sta valorizzando, con le sue attività educative e divulgative, con una oculata manutenzione ordinaria e con significativi interventi di ripristino e di arricchimento che ogni anno aggiungono elementi di interesse al parco e ne completano il già ricco patrimonio di biodiversità”. Il Parco di Villa Ghigi ha una superficie di circa 30 ettari e, come ricorda l'odg, “nonostante la vicinanza al centro storico è una sintesi mirabile dei principali caratteri del paesaggio collinare alle porte della città”.

 

Al suo interno prati, coltivi, vigneti, pregevoli esemplari arborei esotici e autoctoni e filari di vecchi alberi da frutto fiancheggiano le lunghe cavedagne, “garantendo la sopravvivenza di un importante patrimonio storico e genetico”.

La villa al centro del parco (tipica residenza signorile di collina di cui si hanno notizie a partire dal ‘600, anche se l’epoca di costruzione è probabilmente più antica) “è purtroppo abbandonata e in attesa da decenni di un restauro e di una adeguata destinazione”. A fianco della villa, prosegue il documento, si trova la casetta del custode, attualmente disabitata ma in buone condizioni per essere utilizzata con finalità da individuare, dall’aula didattica al punto di ristoro”.

 

 

 
 
 
 
A cura di:
Ufficio stampa
 
 

Data ultimo aggiornamento: 26-06-2012