Comunicato stampa

06 aprile 2009 - Poste Italiane spa cessa appalti ad ACT e TNT che licenziano 38 lavoratori


 
 

Incontri in Provincia a salvaguardia dell'occupazione

E' stato convocato un nuovo incontro in Provincia per il 17 aprile a seguito di quello di venerdì scorso 3 aprile, richiesto dalle organizzazioni di categoria SLC/CGIL, SLP/CISL e UIL/POST, al "Tavolo di salvaguardia delle attività produttive" della Provincia, per esaminare il problema di 38 lavoratori del territorio bolognese rimasti senza occupazione a causa della decisione di Poste Italiane spa di cessare alcuni appalti affidati a ACT e a TNT, senza però ri-attribuirli ad altre aziende.

La decisione sarebbe stata adottata "a tutela dei lavoratori" delle ditte appaltatrici, in quanto le clausole contrattuali impugnate da Poste Italiane per la cessazione degli appalti si riferiscono in effetti ad inadempimenti degli appaltatori a danno dei loro stessi lavoratori. Tuttavia gli addebiti di Poste Italiane spa agli appaltatori si traducono nella condanna alla disoccupazione degli addetti alle attività postali (30 di ACT e 8 di TNT) che subiscono così un ulteriore danno ancor più drammatico. All'incontro, convocato dall'assessore al Lavoro Paolo Rebaudengo, erano invitati, oltre ai lavoratori disoccupati delle due aziende appaltatrici e alle organizzazioni sindacali, la direzione di ACT e di TNT e la direzione bolognese e nazionale di Poste Italiane. Erano presenti i lavoratori e i segretari delle tre organizzazioni sindacali di categoria e il responsabile delle relazioni sindacali di TNT, mentre i rappresentanti di ACT, dopo avere comunicato la loro partecipazione, non si sono presentati e Poste Italiane si è limitata ad inviare una nota. Al termine dell'incontro, il rappresentante di TNT, riconoscendo la grave situazione, si è impegnato a trovare una valida soluzione occupazionale per gli 8 lavoratori di propria pertinenza. Più complessa la posizione dei 30 lavoratori licenziati da ACT, poiché questa azienda sembra non abbia attività in corso.

Rebaudengo ha richiamato la responsabilità di Poste Italiane ad affrontare e risolvere le gravi conseguenze sociali di proprie decisioni che comportano la perdita del posto di lavoro per uomini e donne certamente non imputabili in alcun modo per il comportamento del loro datore di lavoro da cui sono anzi beffati due volte. L'assessore ha inoltre dichiarato che le modalità di appalto di Poste Italiane dovranno essere esaminate a un tavolo nazionale, con le organizzazioni sindacali e il Ministero competente, poiché è evidente che subappalti a cascata (vietati contrattualmente) ed evasioni contributive, normative e contrattuali da parte degli appaltatori (tutte ricadenti sulle spalle dei lavoratori) sono il frutto di gare al massimo ribasso cui partecipano aziende che spesso mostrano una totale mancanza di scrupoli.
 
 
 
 
A cura di:
Ufficio stampa
 
 

Data ultimo aggiornamento: 06-04-2009