Comunicato stampa

12 dicembre 2008 - "Marcia indietro" del Ministro Mariastella Gelmini sul "maestro unico"


 
 

Dichiarazione dell'assessore Paolo Rebaudengo

Appresa la notizia della "marcia indietro" del ministro Mariastella Gelmini sul ''maestro unico'' l'assessore all'istruzione della Provincia di Bologna Paolo Rebaudengo, ha così commentato:

 E' la palese dimostrazione di quanto avessero ragione le maestre e le mamme bolognesi che per prime hanno avviato le proteste, poi seguite da studenti e genitori in tutta Italia. Della riforma della scuola primaria non resta nulla, neppure il grembiulino. Il ''maestro unico'' della legge 169/2008 (di conversione del D.L. 137/2008) diventa ''facoltativo'' anzi ''a richiesta'' secondo l'accordo che il Ministro ha firmato ieri con le organizzazioni sindacali. E' quanto si desume dal verbale sottoscritto a Palazzo Chigi da Gianni Letta, Gelmini, Sacconi, Brunetta e i segretari delle organizzazioni sindacali nazionali Cgil, Cisl, Uil confederali e di categoria oltre che da Confsal, Cgu, Cida, Gilda. In realtà è presto per dire che il tempo pieno è salvo. La prova del nove l'avremo con le nomine dei docenti per il prossimo anno scolastico.

In pratica il Governo si impegna a recepire nei regolamenti le indicazioni delle Commissioni cultura e istruzione di Camera e Senato e cioè: nella scuola dell'infanzia si dà priorità al tempo pieno con due docenti per sezione; nella scuola primaria l'orario a 24 ore con il maestro unico e l'orario a 27 ore sarà possibile per l'anno scolastico 2009/2010 nelle sole prime classi e sulla base delle esplicite richieste delle famiglie, restando l'alternativa del tempo scuola a 30 e 40 ore (con il tempo pieno vengono garantiti due docenti per classe); nella secondaria di primo grado l'orario sarà di 29 o 30 ore, salvo per le classi a tempo prolungato che funzioneranno con orario settimanale da 36 a 40 ore; per il 2009/10 è ''congelato'' l'incremento del numero di alunni per classe in connessione con l'attivazione dei piani di riqualificazione dell'edilizia scolastica; è ''tutelato'' il rapporto di un docente ogni due alunni disabili. I regolamenti relativi alla secondaria di secondo grado si attueranno solo dall'anno scolastico 2010/2011.

Il Governo si è infine impegnato a costituire un tavolo permanente di confronto per ricercare le possibili soluzioni a tutela del personale precario attualmente con nomina annuale o fino al termine delle attività didattiche, per favorire la continuità didattica. Dunque, un'altra marcia indietro si verifica anche sui tempi della riforma delle superiori, essendosi resi conto al Ministero che con tempi così ristretti (sia pure con i termini per le iscrizioni già spostati in avanti di un mese) per gli studenti e le famiglie, e per chi si occupa di orientamento, non ci sarebbe stato il tempo per le necessarie valutazioni sulla scelta della scuola dopo la terza media, né ci sarebbe stato alcun confronto di merito con i docenti e i dirigenti scolastici che devono dare attuazione alle nuove norme. In particolare, sono necessarie innovazioni che garantiscano un salto di qualità per l'istruzione tecnica e per l'istruzione professionale, indispensabili per l'economia del nostro territorio, che devono restare nell'ordinamento unitario dell'istruzione superiore. Tutto sembra dunque restare fermo nella scuola, a dimostrazione che in un corpo così articolato e delicato come quello della scuola - che solo per la provincia di Bologna coinvolge 110.000 studenti e 10.000 docenti - non si può procedere per colpi di mano e voti di fiducia. Se non che, se il ministro Gelmini ha fatto una sorprendente marcia indietro sui provvedimenti scolastici, sul fronte dei tagli economici e agli organici delle scuole non vi sono i conseguenti cambiamenti. All'accordo con le organizzazioni sindacali dovrà seguire pertanto una coerente modifica tanto nelle norme quanto nelle previsioni di risparmio sulla spesa.
 
 
 
 
A cura di:
Ufficio stampa
 
 

Data ultimo aggiornamento: 12-12-2008