Comunicato stampa

24 marzo 2009 - Il vicepresidente Giacomo Venturi a Verona testimone al processo per gli eccidi di Casalecchio del 1944


 
 

La Provincia si è costituita parte civile

Domani, mercoledì 25 marzo, il vicepresidente Giacomo Venturi rappresenterà la Provincia di Bologna all'udienza che si terrà al Tribunale Militare di Verona per il processo contro Manfred Schmidt, ex capitano della 16^ divisione SS Panzergrenadierdivision, imputato per gli eccidi di Casalecchio dell'ottobre 1944. La convocazione di Venturi in qualità di teste al processo, iniziato lo scorso ottobre, è conseguente alla costituzione della Provincia come parte civile in nome della collettività che rappresenta, contro l'orrore dei crimini di guerra come quelli nazifascisti, e come ente i cui valori fondanti derivano dalla Costituzione.

Nel corso degli anni, con la propria attività la Provincia ha sempre inteso mantenere viva la memoria degli eccidi per promuovere la cultura della pace e l'affermazione dei principi sanciti dalla legge fondamentale dello Stato, all'indomani della Seconda Guerra. Come si legge nell'atto di costituzione di parte civile, la Provincia di Bologna, nella cui area sono compresi Ceretolo, Casalecchio di Reno e i territori limitrofi, «ove nei giorni 8, 9 e 10 ottobre 1944 vennero trucidati per rappresaglia 16 civili inermi da parte di membri SS» si ritiene direttamente danneggiata dal reato sia nella sua personalità di ente territoriale, sia come «concorrente alla Costituzione della Repubblica». «L'Ente-Provincia di Bologna sostiene pertanto di aver subito non solo un danno diretto ed immediato» ma anche «data l'efferatezza dei crimini commessi su porzioni del proprio territorio e lo scempio compiuto con detti crimini ai danni di cittadini inermi e, di riflesso, dei basilari ed universali principi ispiratori dell'umana convivenza, una lesione altrettanto immediata e diretta ai valori di solidarietà, di libertà e convivenza. Questi ultimi, tutti unitariamente considerati, vennero affermati nel corso della lotta di liberazione dal nazifascismo anche attraverso il martirio dei civili inermi ed, in seguito, confluirono nel testo normativo della Costituzione repubblicana entrata in vigore il 1° gennaio del 1948».

Il documento prosegue sottolineando come la condotta contestata a Schmidt, in concorso con altri appartenenti alle SS non possa essere considerata una "normale" azione di guerra, bensì rappresenti «una pratica criminale diretta a colpire l'umanità incarnata dalle vittime (uomini inermi), trucidati, dopo aver patito torture e prigionia, attraverso il sadico rito della traduzione in luogo pubblico, incolonnati, ed infine legati con del filo spinato al collo ed alle mani su dei pali e su degli alberi di una piazza centrale di Casalecchio di Reno e trucidati con colpi di pistola al capo o con scariche di mitraglia alle gambe ed al petto». Nel processo, oltre alla Provincia di Bologna, si sono costituiti parte civile anche il Comune di Casalecchio, la Regione Emilia-Romagna e la Presidenza del Consiglio dei Ministri e venti familiari delle vittime, tra cui i fratelli del medico costaricano Carlos Collado Martines, all'epoca patologo all'Ospedale Sant'Orsola.
 
 
 
 
A cura di:
Ufficio stampa
 
 

Data ultimo aggiornamento: 24-03-2009