Comunicato stampa

29 marzo 2006 - Il Consiglio provinciale chiede la modifica del decreto sui flussi migratori


 
 
Prima del 14 marzo scorso, giorno di apertura degli sportelli abilitati a raccogliere le domande di regolarizzazione, migliaia di immigrati sono stati costretti a fare la fila per alcuni giorni e alcune notti davanti agli uffici postali. In seguito a questi fatti il Consiglio provinciale si è espresso contro il decreto che regola i flussi internazionali di persone, con un ordine del giorno presentato ieri da Vania Zanotti, Raffaele Finelli e Nadia Musolesi (Ds), Alfredo Vigarani (Verdi), Giovanni Venturi (PdCI) e Gabriele Zaniboni (Margherita), e approvato con 20 voti favorevoli (Ds, Verdi, PdCI, Rc, Margherita) e 6 contrari (An e Forza Italia).
Nel documento si critica il sistema adottato, che "premiando chi arriva per primo, ha il carattere della pura casualità (a Bologna si prevede di accogliere circa 2.400 domande contro le 13.573 registrate in 147 uffici postali)"; mentre "l'ingresso di più lavoratori in modo regolare, attraverso la programmazione dei flussi, favorirebbe l'integrazione e non costringerebbe ad una regolarizzazione a posteriori".
Partendo da queste considerazioni, il documento impegna la Giunta a "perseguire politiche nei confronti degli immigrati che permettano la costruzione di percorsi di integrazione lavorativa e sociale, parità di diritti e partecipazione alla vita democratica individuando precise forme di rappresentanza".
Rilevando che "l'introduzione della legge Bossi-Fini, notevolmente restrittiva e repressiva, ha reso più difficile l'ingresso e l'integrazione di cittadini stranieri", l'odg formula la richiesta a Governo e Parlamento di "abolire il decreto flussi sostituendolo con una programmazione flessibile, su base triennale, integrabile annualmente in seguito a verifica degli andamenti e rapportata alla realtà del fenomeno per come si è registrata nel tempo".
Si chiede inoltre di "concordare i flussi d'ingresso fra Governo, Enti locali, imprenditori, organizzazione dei datori di lavoro; attivare le misure necessarie per l'adeguamento dei sistemi di welfare e dei contesti abitativi locali; scorporare dalla programmazione triennale alcune categorie di lavoratori quali collaboratori domestici, persone addette al lavoro di cura e lavoratori stagionali; introdurre il permesso annuale per la ricerca di lavoro; reintrodurre la figura dello sponsor, privato, imprenditoriale o istituzionale; consentire la conversione di permessi brevi (studio, visite ai familiari) in permessi di lavoro".
Il documento si conclude con la richiesta di "attivare serie misure di sicurezza; contrastare efficacemente il lavoro nero e l'economia sommersa; inasprire le pene per i trafficanti e gli sfruttatori dei migranti, introdurre misure che premino gli irregolari che collaborano con l'autorità per individuare e sanzionare i trafficanti e coloro che utilizzano i lavoratori in nero.
 
 
 
 
A cura di:
Ufficio stampa
 
 

Data ultimo aggiornamento: 17-06-2008