Comunicato stampa

27 luglio 2006 - Emergenza siccità, tutti i corsi d'acqua bolognesi ormai a secco Burgin: "Prelievi abusivi e deputatori fuori uso aggravano la situazione"


 
 
L'emergenza siccità sta colpendo duro anche in provincia di Bologna. Lo stato di tutti i corsi d'acqua del nostro territorio è ormai "comatoso", e ad aggravare la situazione ci sono ora i prelievi abusivi di acqua e il mal funzionamento di diversi depuratori. L'assessorato provinciale all'Ambiente ha effettuato una ricognizione della situazione; il quadro che emerge è il seguente.
Le portate dei corsi d'acqua sono ovunque molto basse, e i livelli sono misurati sotto il deflusso minimo vitale. Il Samoggia, a Calcara, porta ormai appena 10 litri al secondo, mentre il Lavino è sotto i 5, prossimo allo zero. Stanno appena meglio l'Idice (100 litri/sec a Castenaso) e il Savena (50 litri/sec a Pianoro), mentre è molto basso il Santerno a Imola (ormai sotto i 100 litri al secondo). Un discorso a parte va fatto per il Reno, su cui influiscono i rilasci del bacino di Suviana ed i prelievi del Consorzio della Chiusa: attualmente il principale fiume bolognese viene mantenuto di poco sotto i 300 litri al secondo, quota corrispondente al livello di portata critico. Per tutti i fiumi è stato da tempo decretato lo stato di magra, e dunque le autorizzazioni al prelievo sono sospese con la sola eccezione dell'uso irriguo per orti e frutteti.
"In questo contesto - spiega l'assessore provinciale all'Ambiente e Sicurezza del territorio, Emanuele Burgin - stiamo intensificando la nostra sorveglianza contro i prelievi abusivi: nei giorni scorsi la Polizia provinciale ha scoperto tre pompe abusive sul Lavino e sulla Landa, a valle delle quali il corso d'acqua era completamente in secca. E sono arrivate altre cinque segnalazioni di prelievi abusivi, che stiamo verificando. Come se non bastasse, si apre il fronte depuratori. Nell'ultima settimana la Provincia, sulla base di quattro sopralluoghi compiuti dall'Arpa in altrettanti impianti, ha emesso formali diffide a Hera, la società che li gestisce".
"Nel dettaglio - continua Burgin - a Ozzano gli scarichi del depuratore presentano un livello di coliformi oltre 60.000 Ufc/100ml, a fronte di un limite massimo di legge di 5000; nonostante la diffida, è arrivata in questi giorni un'altra segnalazione. Alla Ponticella di San Lazzaro, l'Arpa è intervenuta dopo una segnalazione di pesci morti nel Savena, e la ragione è stata individuata nei ripetuti fuori-servizio dell'impianto, con attivazione del by-pass: in quelle condizioni gli scarichi fognari vanno a finire nel Savena senza alcuna depurazione. A Savigno gli scarichi del depuratore hanno evidenziato un limite di azoto ammoniacale assai superiore ai limiti consentiti. A Zola Predosa è saltato l'impianto di sollevamento che agisce sulla condotta fognaria da Ponte Ronca al capoluogo, per cui lo scarico è andato a finire nel rio Minganti provocando numerose segnalazioni dei cittadini per il cattivo odore improvvisamente avvertito. A questo quadro si aggiunge l'ormai cronico problema del depuratore di Calderara, che è troppo piccolo e non riesce a depurare tutti gli scarichi. I lavori di potenziamento che dovevano essere conclusi a gennaio, con finanziamento a totale carico dei cittadini attraverso la bolletta del servizio idrico, non sono ancora stati completati".
"A differenza di altre città dell'Emilia-Romagna - conclude l'assessore - a Bologna l'acqua potabile almeno per ora non manca, visto che l'attingiamo dai pozzi e dal Setta, convogliata dai bacini di Suviana e Brasiamone. Ma il pessimo stato dei corsi d'acqua che stiamo registrando è il risultato di un deficit strutturale che ha radici antiche e che mi pare non sia stato ancora compreso in tutta la sua gravità".
 
 
 
 
A cura di:
Ufficio stampa
 
 

Data ultimo aggiornamento: 07-07-2008