Comunicato stampa

09 giugno 2006 - Economia e mercato del lavoro nell'area metropolitana bolognese. Le iniziative della Provincia contro la crisi e per il rilancio delle imprese


 
 
Dopo la presentazione dei dati sull'andamento dell'economia in Emilia-Romagna nel 2005, diffusi ieri dalla Banca d'Italia, la Provincia di Bologna fa il punto sulla situazione del mercato del lavoro nel territorio provinciale, anche alla luce degli allarmi lanciati in questi giorni dai sindacati sulle aziende in crisi.
"I dati del mercato del lavoro bolognese - dice l'assessore all'Istruzione, Formazione e Lavoro Paolo Rebaudengo - mostrano nel nostro territorio provinciale un trend più positivo della media del territorio nazionale, ma questo non significa che non ci siano dei punti di criticità sui quali porre una particolare attenzione".
Attraverso i suoi sette Cip (Centri provinciali per l'impiego) e la rete di 20 Sportelli comunali per il lavoro, la Provincia rileva che vi sono: oltre 36.000 persone in cerca di lavoro, di cui il 22% emigranti e il 60% donne. Quasi il 34% di coloro che cercano un'occupazione ha un'età superiore ai 40 anni e il 58% ha un titolo di studio che non supera la licenza media inferiore.
Secondo i dati del Servizio Lavoro della Provincia alla fine del 2004 le persone in lista di mobilità, licenziati dalle imprese bolognesi, erano 2.705, ma il "transito" nelle liste di mobilità poteva definirsi relativamente di breve durata. Alla fine del 2005 la lista ha raggiunto quota 3.836 e nei soli primi cinque mesi del 2006 ben 1350 lavoratori sul territorio provinciale sono coinvolti in procedure di licenziamento collettivo pervenute all'assessorato.
Il mercato del lavoro bolognese quindi fa sempre più fatica ad assorbire i licenziati e soprattutto a sostituire un rapporto di lavoro a tempo indeterminato con uno equivalente; così si allungano anche i tempi di permanenza nelle liste di mobilità e si riducono le certezze di ricollocazione. Quando poi si tratta di donne di età superiore ai 50 anni e con una bassa qualifica, spesso vi è una rinuncia a priori a "rimettersi in gioco". Secondo le ultime rilevazioni di fonte ISTAT, tuttavia, il territorio provinciale può vantare il tasso di occupazione femminile più alto d'Italia (63,2%) e tra i migliori d'Europa, e tassi di attività (71,3%) e di occupazione (69,4%) in linea con le aree europee più sviluppate.
"Le politiche attive del lavoro - ricorda l'assessore Rebaudengo, che è anche presidente della commissione lavoro dell'Upi (Unione Province) regionale - è una delle priorità dell'Amministrazione provinciale. E proprio su questi temi, con l'Upi nazionale e con gli Assessori al lavoro delle altre Province dell'Emilia Romagna, ha organizzato un convegno a Rimini per il 15 e 16 giugno, cui parteciperanno il ministro Cesare Damiano e l'assessore regionale Paola Manzini.
La Provincia dedica oltre 18 milioni di euro l'anno alle attività di formazione professionale: un analitico rapporto sarà presentato alle parti sociali il 21 giugno. Rendere attrattivo il nostro territorio per gli investimenti richiede anche buone scuole e un buon sistema di formazione professionale, per far tornare i "cervelli fuggiti", ma anche per dare una prospettiva a quelli che non possono fuggire.
"E' stata inoltre costituita - aggiunge l'assessore alle Attività produttive, Pamela Meier - una Consulta per lo sviluppo economico che riunisce associazioni di categoria, enti locali, organizzazioni sindacali. La Consulta è il luogo per analizzare e discutere le strategie di intervento immediato, e per organizzare azioni coordinate alle situazioni di crisi. E' stata anche avviata una azione per il monitoraggio in rete delle attività industriali, che comprende uno studio realizzato per la Provincia da Antares, il Centro di ricerca di politica industriale dell'Università di Bologna, su una ventina di aziende in crisi e che verrà presentato martedì prossimo in una conferenza stampa.
Nel frattempo hanno preso il via importanti progetti di filiera (in particolare i progetti "filiera delle cartiere" e "tavolo per la protesica") che intervengono sulle criticità del comparto e della singola impresa, in una visione complessiva di problemi e potenzialità, con gruppi di lavoro compositi e trasversali (assessorati al Lavoro e all'Ambiente, Università). Sono poi state avviate convenzioni con le banche locali che hanno permesso in diversi casi di aiutare i lavoratori rimasti per diversi mesi senza reddito nei casi di chiusure aziendali: le prime azioni hanno riguardato due aziende, e stanno portando ad accordi più vasti ed efficaci con un maggior aumento di banche coinvolte".
"Non va, infine, dimenticata - conclude la Meier - la vasta azione dell'Assessorato di sostegno all'autoimprenditorialità, in particolar modo rivolta ai lavoratori in mobilità che decidono di avviare una propria attività. Tale azione comprende Progetti d'Impresa, StartCup, Progettando, Business Angel Network, e una serie di interventi mirati di consulenza e sostegno che a loro volta possono essere utilizzati come fonte di saperi e progettualità utilizzabile anche da imprese storiche che abbiano necessità di riqualificarsi".
 
 
 
 
A cura di:
Ufficio stampa
 
 

Data ultimo aggiornamento: 25-06-2008