Comunicato stampa

07 febbraio 2006 - Armadio della vergogna: attesa per le conclusioni della commissione parlamentare.


 
 

Dichiarazione del vice presidente Andrea De Maria

Domani, proprio nel giorno in cui si aprirà il processo ad alcuni ex appartenenti alle SS, presunti responsabili degli eccidi del 1944 a Marzabotto, la commissione parlamentare d'inchiesta, istituita per accertare le ragioni dell'occultamento nel cosiddetto "armadio della vergogna" dei fascicoli sugli eccidi nazifascisti compiuti in Italia fra il 1943 ed il 1945, voterà la relazione conclusiva sulla propria attività.
Il lavoro svolto dalla commissione è stato importante e significativo, anche perché il suo Presidente, l'on. Tanzilli dell'UDC, ha indubbiamente operato con impegno perché si giungesse ad un esito in grado di corrispondere alle ragioni dell'istituzione della commissione stessa. Ricordo ad esempio la visita della commissione a Marzabotto, in occasione del suo insediamento, quale gesto emblematico di attenzione ai familiari delle vittime.
La relazione di maggioranza, presentata negli scorsi giorni dall'on. Raisi, va però in tutt'altra direzione, giustificando l'insabbiamento dei fascicoli e riferendosi, a mio avviso davvero impropriamente per quelli che sono gravissimi delitti contro l'umanità, all'amnistia per i diritti politici, promulgata da Palmiro Togliatti, al tempo ministro della Giustizia. È la relazione di minoranza, che hanno predisposto, con grande competenza, Guido Calvi e Walter Vitali, che ha saputo invece rendere espliciti gli esiti del lavoro che la commissione ha saputo sviluppare.
Alla vigilia della commissione di domani mi auguro davvero che il voto finale non confermi i contenuti della relazione di maggioranza; il Parlamento infatti ha un dovere di verità e trasparenza verso i familiari di chi è caduto in quegli eccidi ed un dovere di testimonianza verso tutti gli italiani, per affermare che la nostra democrazia non dimentica il massacro di quindicimila civili innocenti ed è consapevole del fatto che nessuna ragione di stato può giustificare la messa in discussione di elementari principi di legalità e di diritto delle vittime ad avere giustizia.
 
 
 
 
A cura di:
Ufficio stampa
 
 

Data ultimo aggiornamento: 11-06-2008