Il progetto di smart working della Città metropolitana è fra i primi 9 finanziati dalla Regione Emilia-Romagna, attraverso un bando rivolto agli enti locali, che rimarrà aperto fino al prossimo 31 luglio, e comunque fino a esaurimento delle risorse, pari a complessivi 2 milioni di euro. Il bando vuole sostenere un nuovo modello organizzativo del lavoro anche nella Pa, che in questo modo non andrà disperso dopo l'emergenza.
La misura prevede un contributo del 70% alle progettualità presentate, relative a tre misure di progettazione del percorso di avvio o consolidamento dello smart working, formazione e adeguamento tecnologico.
I primi 9 progetti ammessi a finanziamento (disponibili su http://autonomie.regione.emilia-romagna.it/) sono stati presentatati da: Città metropolitana di Bologna, Unione dei Comuni del Distretto Ceramico, Nuovo Circondario Imolese, Comune di Ferrara, Comune di Sissa Tre Casali, Unione della Romagna Faentina, Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Comune di Alta Val Tidone, Unione dei Comuni Valle del Savio.
Il bando è finalizzato a raggiungere sostanzialmente due obiettivi. In primo luogo punta ad accelerare il processo di adozione dello smart working come misura organizzativa, per contribuire in questa fase emergenziale a garantire la continuità dei servizi e al tempo stesso ridurre la mobilità dei dipendenti, abbassando il rischio contagio. Inoltre, si vogliono consolidare processi di attivazione dello smart working affinché, terminata la fase emergenziale, questa misura e le lezioni apprese grazie alla sua applicazione possano costituire un patrimonio importante per le organizzazioni, per affrontare le successive sfide di rilancio del paese, dell’economia e della socialità.