SVILUPPO SOCIALE

La Città metropolitana sarà sempre più un player innovativo nel tessuto sociale locale avendo ricevuto dalla L. 56/2014, la funzione di “promozione e coordinamento dello sviluppo economico e sociale, anche
assicurando sostegno e supporto alle attività economiche e di ricerca innovative e coerenti con la vocazione della Città metropolitana come delineata nel piano strategico del territorio” e quindi potendo sviluppare politiche territoriali integrate.

 

 

 
 

WELFARE E SALUTE: UNA COMUNITÀ SOCIALMENTE RESPONSABILE

 

La nostra esperienza sanitaria è tra le più importanti ed efficienti del Paese e riveste un’opportunità per tutti anche nell’ottica di prevenire emergenze sociali e per la programmazione dello sviluppo socioeconomico del territorio.
In tale prospettiva la nascita della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria (CTSS) metropolitana segna un punto di svolta nell’intero sistema di welfare territoriale. L’ente metropolitano, oltre ad essere in essa rappresentato dal Sindaco metropolitano o da un suo delegato e ad avere un diritto di informazione sull’azione della CTSS metropolitana all’interno della Conferenza metropolitana dei sindaci, è non solo sede della CTSS, ma dà anche un contributo in termini di risorse umane e finanziarie e garantisce una vera integrazione fra le funzioni sviluppate dalla CTSS e le altre funzioni di competenza della Città metropolitana.
In linea con il PSM 2.0 e in coerenza con le strategie regionali, l’obiettivo della Città metropolitana, attraverso la CTSS metropolitana, è il rafforzamento del sistema socio-sanitario per aumentare l'efficacia
nella risposta ai bisogni dei cittadini e l'efficienza in termini di costi, sviluppando le reti cliniche e le connessioni tra politiche e servizi sanitari, socio-sanitari e sociali e con il riconoscimento dell’esistenza di
un sistema di welfare misto pubblico – privato.

 

La crisi ha fatto emergere in tutta la sua drammaticità il problema abitativo e del lavoro. Casa e lavoro sono pertanto oggi al centro delle politiche di pianificazione metropolitane. Per tale ragione nel 2015
abbiamo siglato il Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo economico e sociale. In esso si pone nuovamente al centro il tema dell'accesso al lavoro, delle politiche antidiscriminatorie e del sistema integrato dei servizi per il lavoro e sociali. Si individuano strategie concrete per il rilancio del ruolo delle politiche attive per il lavoro e della formazione permanente, incentivando la cultura della responsabilità sociale d'impresa e comunitaria, volta all’inclusione sociale e lavorativa delle persone in condizioni di svantaggio. Sempre più rilevante, sarà il ruolo dell’Organismo intermedio per la gestione delle azioni formative e di inclusione lavorativa che la Regione ha affidato alla Città metropolitana e che da ad essa una responsabilità di controllo sull’azione sviluppata dai soggetti gestori di attività e sull’uso dei finanziamenti europei (FSE), nazionali e regionali.

 

In questo quadro, ha grande importanza l’Albo metropolitano delle aziende inclusive che, nell’ambito del più ampio tema della responsabilità sociale d’impresa è stato realizzato con la collaborazione della Regione e intende agevolare l’inclusione socio-lavorativa delle persone svantaggiate.

 

Per quanto concerne le politiche dell'abitare vanno affrontate, sempre attraverso la CTSS metropolitana, considerando la dilatazione dell'area del disagio abitativo, per cui l’edilizia sociale va ripensata non solo in termini quantitativi e pubblici, ma anche, attraverso l'housing sociale, con programmi immobiliari “misti” pubblico - privato che pongano attenzione alla qualità del vivere. La strada indicata prevede un lavoro di intreccio tra il tema delle povertà abitative e le altre forme di povertà e disagio, assumendo un approccio multi-dimensionale, intersettoriale e partecipativo, capace di avviare processi di reinclusione e di ricomposizione del tessuto sociale locale.

 

A tal proposito si vuole portare avanti la formalizzazione del Patto metropolitano per il contrasto alle fragilità sociali, che rappresenterà il patto di collaborazione con il Terzo settore (volontariato, associazioni di partecipazione sociale e cooperazione sociale) come completamento del Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo economico e sociale, rappresentando il presupposto politico di coordinamento di una serie di azioni che vedranno il privato sociale protagonista dello sviluppo territoriale.

Nell'idea metropolitana di sviluppo, la salute e il welfare rappresentano a pieno titolo un’opportunità di crescita economica oltre che sociale. La pianificazione strategica, nell’ambito del welfare, deve creare
le condizioni operative facilitanti e di semplificazione, in grado di disegnare percorsi di innovazione e connessione in rete e di comunità.

 

Particolare attenzione verrà inoltre dedicata al contrasto e alla prevenzione del gioco d’azzardo patologico e delle ludopatie. In particolare verrà stilato un accordo in materia tra tutti i Comuni dell’area metropolitana.

 

Le Istituzioni “Gian Franco Minguzzi” della Città metropolitana e “Don Paolo Serra Zanetti” del Comune di Bologna si fonderanno dando vita ad un Centro studi e ricerche metropolitano per l'inclusione sociale e la promozione della comunità che garantirà la diffusione e l'esportazione dei risultati delle azioni e delle progettazioni non solo a livello metropolitano, ma anche, in accordo con la Regione. La sua azione si svilupperà su diverse linee: la progettazione sperimentale per lo sviluppo di servizi territoriali metropolitani (ad esempio il Progetto SOSTENGO), la ricerca e la messa a punto di azioni metropolitane nei suoi ambiti di azione, quali il benessere degli adolescenti e dei giovani, la collaborazione con il Terzo settore, studi e ricerche sulla psichiatria (sviluppo dell’azione di documentazione ed archivistica anche attraverso la Biblioteca Gentili-Ottonelli, in collaborazione con l’Università di Bologna, il welfare culturale (ad esempio con il progetto “Molteplici arti”, con il coordinamento della rete dei teatri solidali e della rete dei teatri per la salute) e la formazione integrata degli operatori e dei volontari.

La Città metropolitana quotidianamente sta sviluppando, in integrazione con altri ambiti di azione, programmi di attività per il contrasto alla dispersione scolastica e formativa, per il contrasto alla violenza
verso le donne e i bambini, per la formazione linguistica (Lingua 2) degli adulti e dei minori stranieri, per l’integrazione l’inclusione scolastica degli allievi con disabilità, per l’osservazione del fenomeno migratorio (Osservatorio metropolitano per l’immigrazione) e per il benessere animale e la tutela e il controllo della popolazione canina e felina.

 

Sempre nelle azioni di integrazione in ambito socio-educativo si inserisce un progetto multidisciplinare mirato all'inclusione educativa e ad azioni concrete finalizzate all'inserimento ed al reinserimento sociale basato su scambio e confronto di saperi ed esperienze che la Città metropolitana vuole realizzare in stretta collaborazione con l'Istituto Penale per Minorenni di Via del Pratello a Bologna, sulla base della fatttiva collaborazione da tempo avviata con soggetti ed associazioni con i giovani detenuti.

 

 
 

TUTTI A SCUOLA: PER UN SISTEMA EDUCATIVO EQUO E INCLUSIVO

 

Il rilancio della cultura tecnico-scientifica è uno degli obiettivi strategici fissati nel Psm 2.0 a supporto del pieno sviluppo economico e sociale e, più in specifico, per lo sviluppo della nuova manifattura e del sistema produttivo in generale da un lato e delle opportunità per adolescenti e dei giovani dall’altro.

 

Per raggiungere l’obiettivo è necessario arricchire le relazioni strategiche fra il sistema educativo ed il territorio facendo perno sulle eccellenze produttive, del sistema culturale, ambientale e del welfare
locale utilizzando lo strumento dell'alternanza scuola-università-lavoro. Per questo si intende proseguire il progetto di rilancio della cultura tecnica fondato su una partnership molto stretta con il Comune di
Bologna, dotato delle risorse del PON metro destinate all’azione metropolitana di accelerazione civica ed innovazione sociale. Il fulcro dell’azione saranno le scuole e la relazione fra queste, le imprese, il
terzo settore e i territori. Lo strumento sarà la progettazione di innovazione sociale, anche attraverso l’alternanza scuola-lavoro, non solo come mezzo di crescita delle conoscenze e competenze dei giovani, ma anche come elemento di partecipazione civica degli stessi alla progettazione socio-economica nel proprio territorio.

 

Nel contempo, è necessario diffondere nei giovani la propensione all'imprenditorialità, col doppio significato di incrementarne le capacità e di incentivarne la volontà di “mettersi in proprio” aumentando le opportunità di occupazione imprenditoriale dei giovani.

La fondamentale funzione di programmazione dell’offerta di istruzione della Città metropolitana rappresenta il trait d’union fra il sistema scolastico e il sistema produttivo metropolitano.

 

Questi obiettivi sono però raggiungibili solo all’interno di un sistema educativo equo e paritario a tutti i livelli, dalla prima infanzia all’università. Non si può non rilevare infatti come l'abbandono scolastico sia relativamente contenuto (2,6 % tra i 14 e i 17 anni), ma alta è la percentuale di percorsi formativi accidentati, per cui quasi il 30% dei ragazzi è in ritardo nel rapporto “età/classe frequentata”. Il 13,2% dei giovani fra i 18 e i 24 anni non conclude il ciclo di studi superiori né corsi di formazione. Il “life long learning” stenta a decollare, con la conseguenza di scarse competenze “alfabetiche e numeriche” degli adulti. A ciò si aggiunge che l’arrivo di minori stranieri non accompagnati è in continuo aumento ed accentua le difficoltà del sistema scolastico e sociale, incrementando il rischio di diseguaglianze.

 

A tal fine si intende definire un Accordo metropolitano per il benessere degli adolescenti, volto ad incrementare appunto il benessere di questi e a contrastare la dispersione scolastica e formativa, l’uso di sostanze, il bullismo e il cyber bullismo, utilizzando in modo sistemico e sinergico gli strumenti e le risorse umane e finanziarie a disposizione. A ciò si affianca l’Accordo metropolitano per l’inclusione scolastica e formativa dei bambini e degli allievi con disabilità appena siglato e il relativo supporto ai successivi accordi territoriali di ambito, il monitoraggio e la verifica dell’applicazione dell’accordo.

Strumenti fondamentali saranno la programmazione delle azioni per supportare il diritto allo studio, in attuazione della programmazione regionale, attraverso il sostegno finanziario diretto ai giovani e alle loro famiglie da un lato, e quello ai Comuni e alle Unioni per il trasporto scolastico, nonché la programmazione della qualificazione e del miglioramento del sistema scolastico, sempre in attuazione della programmazione regionale.

 

Le linee di indirizzo del Psm 2.0 puntano ad incrementare la riuscita scolastica e il benessere dei giovani favorendo un sistema educativo metropolitano diffuso, equo e paritario in grado di dare opportunità ai giovani stranieri attraverso il sostegno linguistico e mettendo le loro esperienze linguistiche e culturali a disposizione della scuola, di tutti gli studenti e del sistema economico. Si deve dunque creare un sistema inclusivo per tutti e si devono superare la discriminazione di genere nell'iscrizione ai percorsi scolastici e sostenenere il diritto allo studio anche per i giovani con famiglie in difficoltà economica.

 

Un sistema educativo equo deve tuttavia permettere anche agli adulti di mantenere livelli di conoscenze e competenze adeguati all'oggi. L'obiettivo è sviluppare il sistema di educazione e formazione degli adulti investendo nei Centri per l'Istruzione degli Adulti e nella formazione continua e permanente, per garantire la piena cittadinanza attiva e contrastare il rischio di obsolescenza sul lavoro.

In questo disegno l’Università è fondamentale sia come luogo privilegiato di formazione dei giovani sia come centro
della conoscenza.
Il luogo di sviluppo delle politiche per l’istruzione sarà la Conferenza metropolitana per l’offerta di istruzione, riconosciuta da Regione e Città metropolitana nell’Intesa generale quadro del gennaio 2016.

 

Al fine di garantire edifici scolastici adeguati allo sviluppo dell’azione formativa la Città metropolitana, pur in difficoltà di risorse, ha come priorità la messa in sicurezza del patrimonio scolastico e la costruzione o ampliamento delle scuole superiori. Un fronte particolarmente importante riguarda gli interventi finalizzati al miglioramento sismico (aumento della capacità di un edificio di resistere al sisma) e alla messa in sicurezza del patrimonio scolastico anche con sviluppo di tecniche e metodi innovativi per verifiche di vulnerabilità sismica, oltre all'adeguamento alla normativa antincendio (l'obiettivo è l'ottenimento del Certificato di Prevenzione Incendi per la totalità delle scuole metropolitane).
Gli edifici che ospitano alcune scuole bolognesi, in particolare nel centro storico, molto spesso sono “conversioni” di edifici nati per altri usi (ospedali, caserme, conventi) e sono veri e propri edifici storico monumentali. Sono immobili vincolati dalla Soprintendenza che richiedono forti investimenti economici e complessità progettuali.
In questo mandato sono numerosi gli interventi di costruzione e ristrutturazione delle scuole metropolitane. Dopo l'a recente inaugurazione del nuovo Liceo musicale “Lucio Dalla” a Bologna e l'apertura dell'Istituto alberghiero in Valsamoggia, sono ora in programma l'ampliamento dell'Istituto “Salvemini” di Casalecchio di Reno comprensivo di nuova palestra e la ristrutturazione completa del coperto dell'Istituto Belluzzi a Bologna.

 

 
 

SOSTEGNO AL SISTEMA CULTURALE BOLOGNESE

 

Il patrimonio culturale e di conoscenze presente nell’area metropolitana di Bologna è tra i più significativi del Paese.
A parte l’eccellenza e la ricchezza rappresentate dall’Alma Mater, si contano 113 musei pubblici, 200 biblioteche, 77 teatri, decine di luoghi di interesse storico, architettonico e paesaggistico che creano un tessuto culturale diffuso e osmotico tra i Comuni della città metropolitana.
L’obiettivo della Città metropolitana è l’aumento di offerta ma anche di domanda e comunque, in entrambe le direzioni, quello di rafforzare, arricchire e valorizzare il sistema culturale bolognese, creando reti verticali (cioè di filiera) e orizzontali (cioè tra soggetti operanti in ambiti diversi o con scopi differenti).
Sul versante dell’offerta a livello metropolitano, si devono mettere in atto politiche di coordinamento quali servizi per la circolazione delle informazioni e per la fruizione dell’offerta culturale (libri, opere, spettacoli), progetti comuni multidisciplinari e trasversali su temi, profili, autori, biglietterie unificate ma anche politiche di sostegno consistenti nell’intervento diretto rispetto a determinate iniziative, nel supporto alla progettazione e alla raccolta di finanziamenti e nelle azioni di comunicazione integrata, anche al di fuori del territorio metropolitano.
Diversamente, sul fronte della domanda, si devono ridefinire e approfondire le relazioni con i cittadini come fruitori e come interlocutori delle diverse iniziative, essendo oramai determinante muovere nel senso di quell’audience development che, in questi tempi, sta dando forma e direzione alle iniziative europee (come Creative Europe) e alla politica del Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo.

 

Nell’Intesa generale quadro fra Regione e Città metropolitana è esplicitato che la definizione di modalità innovative inerenti alla gestione delle funzioni settoriali di sostegno e valorizzazione della cultura, anche a favore dell’intero sistema economico regionale, è parte integrante delle politiche di sviluppo economico e sociale. In concreto all’inizio dell’anno 2016 è stato approvato l’Accordo attuativo della Convenzione quadro per la collaborazione istituzionale fra Città metropolitana, Unioni e singoli dell’area bolognese– sistema distrettuale per la cultura. Sarà poi il Tavolo metropolitano della cultura che dovrà definire una strategia collaborativa la quale, in base a i principi di efficacia e di efficienza nell'uso delle risorse pubbliche, punti verso una programmazione territoriale coerente con il contesto, individuando le priorità su cui investire, mettendo in campo risorse sia pubbliche sia private diversificate e puntando all’integrazione e alla valorizzazione delle specifiche vocazioni locali.
Un luogo di particolare valore è inoltre l’Istituzione culturale “Villa Smeraldi – Museo della Civiltà contadina”, compartecipata da Città metropolitana e Comuni di Bologna, Bentivoglio e Castel Maggiore che troverà una nuova dimensione con l’imminente nascita di FICO. è già attiva una convenzione di collaborazione per lo sviluppo della sua azione didattica nei confronti dei giovani, per l’attrattività che la bellezza della villa, del parco storico e del contesto stanno sviluppando. A tal fine si definiranno ipotesi di sviluppo nella gestione dell’Istituzione e del museo fra soggetti pubblici e privati del territorio che ne dovranno consentire la massima promozione e valorizzazione.

 

 

PARI OPPORTUNITÀ E DIRITTI, CONTRO OGNI DISCRIMINAZIONE

 

La L.56/2014 pone in capo alla Città metropolitana la funzione di “controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio” e dunque definisce una funzione con un perimetro ampio, che non si ferma al “genere”. Per questo la Città metropolitana, per concretizzare le strategie di sviluppo territoriale nel campo delle pari opportunità e del contrasto alle discriminazioni, intende avviare e proseguire azioni coerenti, seguendo diversi filoni di attività.

 

La valorizzazione delle differenze di genere e il contrasto a stereotipi, discriminazioni e violenza nei confronti delle donne.
La Città metropolitana si pone l’obiettivo di esercitare la sua funzione di promozione e coordinamento in questo ambito costituendo un Tavolo metropolitano per le pari opportunità e il contrasto alle
discriminazioni, nell’ambito del quale definire linee politiche strategiche di azione condivise con il territorio e con tutti i soggetti interessati, in collaborazione con la Conferenza metropolitana di coordinamento in materia di istruzione, formazione e lavoro e con la Conferenza territoriale sociale e sanitaria metropolitana.

Il Tavolo sarà di riferimento per la Pianificazione strategica metropolitana.

All’interno delle linee strategiche la Città metropolitana promuove, coordina, monitora e attua iniziative in ambiti diversi:

  • Iniziative di prevenzione e contrasto della violenza di genere discendenti dall'Accordo metropolitano per la realizzazione di attività ed interventi di accoglienza, ascolto ed ospitalità per donne che hanno subito violenza, firmato il 16 dicembre 2015 da tutti gli Enti locali del territorio metropolitano, offrendo prima di tutto ascolto, ospitalità consulenza alle donne che hanno subito violenza, con la fondamentale collaborazione delle Associazioni che sono inserite nella mappatura del numero verde 1522 (numero verde del Ministero).
  • Attività a supporto delle politiche per un orientamento all'istruzione che contrasti le discriminazioni di genere: in particolare, nell’ambito del progetto “Il rilancio dell'educazione tecnica” del Piano strategico metropolitano sono individuate, tra l'altro, azioni specifiche per lo sviluppo della cultura e dell'educazione tecnica fra le adolescenti.
  • Azioni di educazione e di prevenzione delle discriminazioni e degli stereotipi di genere.
  • Azioni nei confronti degli uomini maltrattanti.
  • Attività di sostegno all’occupazione femminile anche volte al raggiungimento della parità retributiva tra generi.

 

Inoltre, nell’ambito dell’azione metropolitana di sviluppo della Responsabilità sociale d’impresa e di territorio e di definizione di un nuovo sistema di welfare metropolitano, che punti al’integrazione fra
pubblico e privato, sono previste azioni per il supporto al welfare aziendale, proseguendo e sviluppando progettazioni quali quella che ha portato alla costituzione della “Gender Community”, rete formale di aziende per la creazione di un repertorio condiviso di pratiche, la strutturazione di un linguaggio comune e la produzione di idee, che introduca, nei modelli organizzativi e di gestione delle risorse umane, il valore della specificità di genere.

 

La valorizzazione delle differenze e il contrasto a stereotipi e discriminazioni nei confronti delle persone con disabilità.
La Città metropolitana ribadisce l’attenzione nei confronti delle persone con disabilità, a partire da bambini, adolescenti e giovani i cui diritti sono tutelati dall’Accordo metropolitano per l’inclusione scolastica e formativa dei bambini e degli allievi con disabilità e dal conseguente lavoro di coordinamento e monitoraggio delle azioni che da esso si sviluppano.
La tradizionale iniziativa annuale della “Giornata dei diritti delle persone con disabilità” del 3 dicembre e il cartellone degli eventi di celebrazione della stessa sul territorio metropolitano fanno parte degli strumenti che la Città metropolitana mette in campo per diffondere la cultura del rispetto e della equità dei diritti, ponendo il tema al centro dell’Agenda politica metropolitana.

 

La Rete metropolitana anti-discriminazione
La “Rete metropolitana antidiscriminazione”, coordinata dalla Città metropolitana e dal Comune di Bologna, lavora in particolare sulle discriminazioni razziali, ma anche su ogni tipo di discriminazione: di
genere, verso le disabilità, religiose, etc..., operando principalmente sulla sensibilizzazione e la costruzione di un tessuto sociale capace di includere le differenze, quindi per la costruzione di una comunità che sappia creare pari opportunità per tutti.
La Rete, formata da un nodo di raccordo in capo al Comune di Bologna e 38 fra Sportelli e Antenne, costituiti da soggetti in grado di supportare e gestire casi di discriminazione, fa riferimento al Centro
Regionale contro le discriminazioni, che si propone compiti di ascolto, consulenza e orientamento alle vittime di discriminazione; promozione delle pari opportunità e prevenzione delle potenziali situazioni di svantaggio; osservazione del fenomeno, monitoraggio e verifica. Possono aderire alla Rete regionale, in qualità di Sportelli o Antenne, tutti i soggetti pubblici e privati del terzo settore con personale competente.

La Rete metropolitana realizza una serie di eventi di sensibilizzazione sul tema: in avvio di mandato quest’anno è stata realizzata la rassegna “Diversamente uguali”, con eventi culturali e formativi su tutto

il territorio.