Comunicato stampa

Dichiarazione su Piano Aria della Consigliera Erika Seta

 
Crediamo che la Città metropolitana debba farsi parte attiva verso la Regione in merito ai provvedimenti del Piano Aria che stanno paralizzando la Città e i Comuni della Provincia.
Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Lombardia adottano un provvedimento definito "Accordo di bacino padano" firmato nel 2017, che prevede l'adozione di misure anti inquinamento applicate sia per la circolazione dei veicoli sia per le modalità di riscaldamento con combustibili a legna.
Mentre nelle altre regioni le misure sul blocco della circolazione vengono applicate con gradualità, bloccando i diesel euro 3 in fasce orarie dei giorni feriali e imponendo il blocco dei mezzi diesel euro 4 solo dal 2020, andando almeno parzialmente incontro al cittadino attraverso l'avvio di un piano incentivi per la rottamazione dei mezzi divenuti fuori norma, come in Veneto, nella necessità di una pianificazione nella eventuale sostituzione dei mezzi, l'Emilia Romagna, da sempre affetta dalla rossa sindrome della prima della classe, ha deciso di estendere il divieto di circolazione agli euro 4 sin dal 2018 con due anni di anticipo rispetto a quanto stabilito nell'accordo inter regionale ed applicando la misura in una fascia oraria che di fatto paralizza la mobilità per l'intera giornata, senza nemmeno  valutare, con congruo anticipo, alcun piano di incentivi per la rottamazione. In Emila Romagna siamo davanti al più grande piano di rottamazione senza incentivi. Considerando che la situazione economica del Paese non concede certo alle famiglie ed alle aziende di poter acquistare, a cuor leggero, mezzi nuovi, credo sia la mossa più becera che il PD locale abbia fatto contro i cittadini negli ultimi dieci anni.
Senza considerare l'inadeguatezza dei mezzi alternativi di collegamento: assistiamo a ritardi spaventosi dei treni della linea Tper se non soppressioni di corse, con forti proteste da parte dei pendolari che usano i treni per recarsi al lavoro, gli autobus seguono traiettorie di collegamento che molte volte costringono l' utenza a labirinti di cambi e coincidenze senza orari, e la stessa progettualità futura della mobilità che vede nel PUMS il suo atto supremo, si preoccupa di collegare come progetto prioritario l’area urbana, trascurando in seconda battuta la necessità dei collegamenti su lunga tratta, la linea Casalecchio-San Lazzaro.
I Comuni del cosiddetto agglomerato urbano, che hanno dovuto aderire con loro delibere interne al Piano Aria, non hanno dimostrato maggiore attenzione alle esigenze del cittadino. I soli tre Comuni, tutti a guida PD, che hanno disobbedito alle direttive della Regione, guarda caso, sono anche amministrati da Sindaci che non hanno nascosto la loro contestazione allo stesso partito a cui appartengono e che governa la Regione. Ciò evidenzia una scelta meramente politica, una mazzata inferta con la solita burocratica irresponsabilità nel nome di una presunta emergenza ecologica.
Quando l’Assessore Priolo dichiara che lei pensa elettrico, la invitiamo a pensare anche a tutte le persone che hanno necessità di veicoli per lavorare e/o per andare a lavorare, a tutti quelli che hanno difficoltà ad utilizzare quegli efficientissimi mezzi pubblici, a quegli anziani che devono andare a fare la spesa e non se la possono caricare in autobus, a tutte quelle centinaia di persone che non si possono proprio permettere di sognare elettrico perché fanno già fatica a sognare euro2.   La Regione impone una sorta di tassa patrimoniale occulta e dimostra ancora una volta di essere lontana anni luce dalla vita reale. Invitiamo la Città metropolitana ha valutare con attenzione le istanze dei territori e delle attività produttive che sono il tessuto economico-sociale delle nostre comunità, che con questa scelta stiamo contribuendo a mettere in ginocchio.

Data ultimo aggiornamento: 08-10-2018