Comunicato stampa

01 giugno 2007 - Quando Bologna liberò gli schiavi e li mandò in Paradiso


 
 
Il 3 giugno del 1257 entrò in vigore il decreto con il quale Bologna liberò tutti i servi (5855 appartenenti a 379 padroni) pagando il loro riscatto con il denaro pubblico (10 lire per ogni schiavo con più di 14 anni e 8 lire per i minori). L'elenco di coloro che beneficiarono del decreto prese il nome di "Liber Paradisus". Scegliendo di liberare non qualche servo, ma tutti i servi, si affermò un principio generale che non offendeva gli interessi particolari, soprattutto laddove i padroni dimostravano libera accondiscendenza accettando l'indennizzo pagato col denaro della collettività. La spesa complessiva per il Comune fu pesante (53mila lire da inserire in un bilancio che ne prevedeva 15mila per tutto il personale), ma rappresentava il prezzo di una conquista sociale della quale la città si può ancora vantare.

In questi giorni Bologna celebra i 750 anni del "Liber Paradisus". La Provincia di Bologna ricorda questo importante avvenimento partecipando a diverse iniziative (ieri la presidente Beatrice Draghetti era presente con il sindaco Sergio Cofferati, nel cortile di Palazzo d'Accursio, alla cerimonia dove è stata scoperta una targa in marmo che ricorda il "Liber Paradisus") e anche con uno speciale di tre pagine di "Portici", in uscita nei prossimi giorni. Nella rubrica "Come eravamo", Claudio Santini ripercorre le fasi storiche che, dalla vittoria di Fossalta, alla cattura di Re Enzo, portarono la città a questa importante scelta.

Portici sarà in distribuzione all'Urp della Provincia, in via Benedetto XIV 3, negli Urp dei Comuni e nelle maggiori librerie cittadine. La versione on line è consultabile all'indirizzo www.provincia.bologna.it/portici dove tutti i numeri sono scaricabili in formato pdf.
 
 
 
 
A cura di:
Ufficio stampa
 
 

Data ultimo aggiornamento: 17-04-2008