Comunicato stampa

15 marzo 2011 - Approvato in Consiglio odg per la libertà di Jovan Divjak


 
 

Il Consiglio ha approvato ieri un ordine del giorno a favore della piena libertà per il "generale buono" Jovan Divjak, arrestato il 3 marzo in Austria mentre si recava a un dibattito a Bologna e rilasciato su cauzione nei giorni scorsi. Secondo i media bosniaci la cauzione di 500.000 euro è stata pagata dal Governo di Sarajevo e - evidenzia l'odg - la detenzione a fini di estradizione è stata revocata, ma sarà il tribunale di Korneuburg a decidere se concedere o meno l'estradizione. L'odg chiede per questo al Ministero degli esteri italiano di continuare a seguire la vicenda e di adoperarsi per la salvaguardia di Divjak "che è da sempre un amico dell'Italia, di cui ha protetto i giornalisti e i volontari durante i difficili anni dell'assedio di Sarajevo".
Jovan Divjak - si legge nel testo - è una figura leggendaria, eroe di guerra, ma anche simbolo tra i più noti della convivenza civile tra serbi e croati, tra musulmani, ebrei e cattolici. All'inizio dell'aggressione bellica contro la Bosnia da parte dei serbi di Milosevic e dei serbo-bosniaci di Mladic e Karadzic, Divjak, di nazionalità serba, decise di restare a Sarajevo, dove viveva, in polemica contro chi intendeva rompere violentemente la convivenza interetnica e interreligiosa. Come vice comandante della difesa di Sarajevo si dimostrò sempre indipendente e coraggioso, rischiando per questo l'emarginazione politica ma mai l'isolamento della stragrande maggioranza della popolazione di quella città alla quale ha poi dedicato il libro "Sarajevo mon amour". Divjak si è poi occupato di attività umanitarie, soprattutto attraverso un'associazione che promuove l'istruzione di orfani di guerra e ragazzi bisognosi, indipendentemente dalle loro origini.
Nonostante l'accusa serba nei suoi confronti, il generale si muoveva a viso aperto in Europa, rifiutando limitazioni alla sua libertà. Il 3 marzo Divjak era atteso a Bologna dove avrebbe incontrato gli studenti per un dibattito su diritti umani e convivenza civile, ma il suo viaggio è stato interrotto all'aeroporto di Vienna dalla polizia austriaca.
L'ordine del giorno, presentato da Maria Grazia Baruffaldi-Pd, e sottoscritto da Pd, Pagnetti-Misto, Fds, Idv, Udc e Fli, è stato approvato con 21 voti a favore (Pd, Fds, Fli, Udc e Pagnetti-Misto), 2 astenuti (Marzocchi-Lega e Rambaldi-Misto) e la non partecipazione al voto del Pdl.

In allegato il testo dell'odg.

 
 
 
 
A cura di:
Ufficio stampa
 
 

Data ultimo aggiornamento: 15-03-2011