Pianificazione e sviluppo

Una nuova stagione per una Città metropolitana sostenibile, inclusiva e attrattiva

Pianificazione e sviluppo
 
 
Il Piano Strategico Metropolitano

Nel 2018 viene approvato il PSM, un nuovo strumento – non più volontario come in passato ma previsto per la prima volta per legge come atto ad adozione obbligatoria, di indirizzo per tutte le amministrazioni territoriali dell’area – che disegna strategie di sviluppo dell’intero territorio metropolitano attorno a tre parole chiave: Sostenibilità (ambientale, economica e sociale, che si nutre di cultura della legalità e dell’educazione ai valori civili), Inclusività (come capacità di valorizzazione delle differenze e peculiarità, e trasformazione di esse in patrimonio e ricchezza comune), Attrattività (come apertura al nuovo, all’inatteso, al diverso, che sappia rafforzare sempre più la propria identità internazionale e cosmopolita).

200 milioni di interventi straordinari con Patto per Bologna metropolitana e Bando Periferie

Il nuovo ente è stato capace di attrarre molte risorse straordinarie, stanziate dal Governo, sul territorio metropolitano grazie a un importante lavoro progettuale di squadra con il sistema istituzionale.

  • 110 milioni dai Fondi Fsc del Patto per Bologna metropolitana per interventi contro il dissesto del territorio, opere strategiche di mobilità come il nodo di Rastignano e la progettazione del tram di Bologna, l’ampliamento dell'offerta pubblica di Edilizia Residenziale Sociale e la riqualificazione di importanti edifici (Villa Smeraldi, Museo della Linea Gotica, area del Teatro Comunale e Pala Dozza a Bologna) e delle scuole superiori.
  • 44 milioni dal Bando periferie  per la riqualificazione di ambiti urbani circostanti le stazioni ferroviarie del territorio e 120 km di collegamenti ciclabili tra i diversi comuni.
  • Proprio in questi giorni infine la notizia del finanziamento di 45 milioni dal Programma nazionale della qualità dell’abitare (PinQua) per 27 interventi nella Reno Galliera, in Appennino e Reno Lavino Samoggia per riqualificare edifici dismessi (tra cui la grande area industriale ex Alfa Wassermann a Sasso Marconi) ottenendo nuovi alloggi sociali, poli socio-culturali, servizi rivolti alla terza età, piste ciclabili, aree pedonali e spazi verdi...
Agenda metropolitana 2.0 per lo sviluppo sostenibile

Fin da inizio mandato la Città metropolitana di Bologna è in prima fila nella svolta green con la Carta di Bologna per l’Ambiente sottoscritta durante il G7 del 2017 che evolve poi nella prima “Agenda per lo Sviluppo Sostenibile” e, in ultimo, a giugno 2021 nell’ Agenda 2.0 per lo Sviluppo Sostenibile , un nuovo strumento (il primo in Italia) per una svolta green di tutto il territorio con obiettivi e indicatori economici e sociali (26 obiettivi con una valutazione che ne monitora l’andamento a 5 e 10 anni nella dimensione nazionale, regionale, metropolitana, Comune di Bologna e Unioni dei Comuni), che dalla dimensione della sola sostenibilità ambientale si allarga a quelle economiche e sociali, e progetti pilota per la riforestazione urbana, la transizione verso l’economia circolare in appennino, servizi di trasporto pubblico nelle aree produttive…

Piano Territoriale Metropolitano e Fondo Perequativo: una "nuova era" per l'urbanistica

Il mandato si conclude con l’approvazione del Piano Territoriale Metropolitano : 17 anni dopo il PTCP, il territorio si dota di un nuovo strumento a cui la nuova legge urbanistica regionale affida il compito di assegnare le nuove quote di capacità edificatoria fino ad un massimo del 3% del territorio urbanizzato esistente. La parola d’ordine del PTM è dunque riduzione del consumo di suolo facendo leva su riqualificazione dell’esistente, tutela dell’ambiente, nuova disciplina del territorio rurale e delle nuove urbanizzazioni.
La novità più rilevante è la nascita del Fondo perequativo metropolitano – primo caso in Italia – cioè un fondo di “solidarietà” al quale confluiscono il 50% delle risorse comunali generate dalle trasformazioni urbanistiche e che saranno spese per la rigenerazione urbana e per compensare i territori più fragili di montagna e pianura. Sempre in quest’ottica viene inoltre istituito un sistema produttivo della montagna.

Il Patto per il lavoro e lo sviluppo sostenibile

51 soggetti hanno aderito al Patto per il lavoro e lo sviluppo sostenibile , sottoscritto nel 2021, che contribuisce da un lato a dare una risposta tempestiva con azioni per l’emergenza alla crisi socio-economica e dall’altro seleziona alcuni progetti strategici, per cluster prioritari per lo sviluppo e la crescita sostenibile (Filiere produttive, qualità del lavoro, formazione e competenze, giovani, donne / Una nuova sfida di sostenibilità: il territorio si rigenera e si muove / Benessere, inclusione e contrasto alle fragilità). Il documento rappresenta il contributo della Città metropolitana al nuovo Patto regionale per il lavoro e il clima e si intende come motore della “crescita sostenibile” del nostro territorio in una visione che colleghi economia, occupazione, benessere sociale e tutela ambientale, con particolare attenzione alle aree deboli, alle donne e ai giovani.

L'Appennino bolognese

Molte le azioni trasversali dell’Ente per valorizzare questa parte di territorio (che rappresenta il 45% della superficie complessiva dell’intera città metropolitana ma solo il 15% della popolazione). Un’attenzione particolare è stata data alle azioni di rigenerazione urbana del territorio e del suo patrimonio edilizio, che si inseriscono a pieno titolo all’interno del lavoro organico del Focus Appennino metropolitano . Questo lavoro di collaborazione interistituzionale ha portato inoltre ai Patti per l’occupazione e le opportunità economiche delle Valli del Reno e del Setta e dell’Unione di Comuni Savena-Idice ed alla costituzione di un Gruppo di Lavoro tecnico interdisciplinare per il miglioramento dell'accessibilità e della mobilità dell'Appennino. Il Gruppo di Lavoro sta monitorando le criticità della rete, al fine di individuare soluzioni mirate, in un’ottica di sostenibilità e coerenza con il PUMS, il quale prevede interventi di particolare rilievo tra cui, lo sviluppo della rete cicloturistica (Ciclovia del Sole-Eurovelo 7, Ciclovia Bologna-Prato Via della Lana, Ciclovia dell'Idice, Ciclovia del Santerno), interventi sul sistema ferroviario (passante Porretta – Bologna – Prato con raddoppio dei binari Bologna - Porretta, potenziamento dei servizi con estensione delle fasce orarie di servizio, realizzazione di Centri di Mobilità), interventi sul trasporto pubblico (Metrobus e riorganizzazione dei servizi Tpl di adduzione) e la riqualificazione della SS64 Porrettana nel tratto compreso tra Sasso Marconi e Carbona di Vergato.
Altri Accordi che hanno visto l’Appennino al centro sono stati: il Protocollo d'intesa per lo sviluppo del progetto "Ferrovia Transappenninica"; il Protocollo d'Intesa tra Città metropolitana di Bologna e Comune di Prato, su turismo, promozione territoriale e mobilità e il Protocollo d'Intesa tra Città metropolitane di Bologna e Firenze, che individua nell’Appennino la porta di accesso ai due sistemi territoriali e declina i temi dell’attrattività, dei rapporti internazionali, della Pianificazione strategica, del turismo e della cultura.
Un importante fattore di sviluppo per il rilancio dell’Appennino è rappresentato dalla transizione verso l’economia circolare, tema approfondito all’interno di un Progetto finanziato dal MITE, a partire dalle indicazioni del PSM che individua l’Appennino come incubatore e luogo di sperimentazione nell’ambito di un più complessivo distretto dell’economia sostenibile.