La Città metropolitana ha affrontato il tema dell’economia circolare, sviluppando un progetto che riguarda nello specifico i 23 comuni dell’Appennino: cosa significa perseguire l’economia circolare in un territorio montano e al contempo collinare? Quali aspetti risultano più naturali e quali più complessi da gestire? In che modo si possono sostenere e accompagnare le imprese di questo territorio, per questioni geo-morfologiche e storiche meno coinvolto nei percorsi di innovazione e sviluppo che caratterizzano l’area metropolitana bolognese, verso un futuro di circolarità?
Per rispondere a queste domande, la Città Metropolitana ha promosso la redazione di linee guida, a partire da un’analisi dell’attuale diffusione di dinamiche di economia circolare nei suddetti 23 comuni letta alla luce di un indicatore di circolarità creato ad hoc.
Il concetto di “economia circolare” è stato disarticolato in 10 dimensioni rilevanti: eco design; approvvigionamento; energia e risorse; rifiuti; trasporti e logistica; promozione di stili di vita sostenibili; circolarità delle filiere; condivisione con la comunità locale; inclusività e certificazione. Per ciascuna di queste il documento spiega le diverse attività in cui quella particolare dimensione di circolarità può manifestarsi; discute i problemi effettivi o potenziali per le imprese appenniniche che vogliono misurarsi con quella dimensione di circolarità; avanza soluzioni e presenta buone pratiche alle criticità precedenti, proponendo, infine, come calare la dimensione della circolarità nel contesto dell’Appennino bolognese.
L’attività di redazione è stata supportata da una serie di interviste ad aziende del territorio (fra le quali BASF, DISMECO, HERA, GAL Appennino Bolognese), che hanno permesso di discutere e approfondire le esigenze delle imprese dell’Appennino bolognese in un eventuale percorso di economia circolare.
Le Linee Guida evidenziano la maggiore propensione alla circolarità dei comuni di prima collina e di quelli della parte orientale della Valle del Reno, ma anche una marcata predisposizione al turismo sostenibile per la Val di Setta, alla mobilità sostenibile per la Valle del Reno, grazie alla localizzazione di due delle quattro linee locali di attraversamento dell’intero Appennino regionale, ed una certa attenzione per il tema dei rifiuti della Valle del Santerno. La mappa restituisce infine una evidente vocazione imprenditoriale per la Valle del Samoggia, ma certamente in ragione della concentrazione di imprese nelle località di pianura del comune fuso, da Crespellano a Bazzano, più che per una vera attitudine all’impresa green della parte appenninica della valle. Infine, va rimarcata la mancanza di una vera e propria caratterizzazione territoriale per il tema energetico e, al contrario, una similarità per fascia altimetrica per il tematismo ambientale, via via più elevato andando dalla collina al crinale.
Aspetto interessante di queste Linee Guida è che il documento risponde almeno a tre funzioni:
Il progetto prevede anche un' attività di divulgazione , per promuovere tra le amministrazioni, le associazioni di categoria e le aziende del territorio buone pratiche e le linee guida, e per individuare un panel di amministrazioni ed aziende produttive del territorio collinare e montano disponibili ad effettuare applicazioni concrete. Attualmente hanno aderito al panel BASF, DISMECO, HERA, GAL Appennino Bolognese: queste aziende saranno le prime che nei prossimi mesi metteranno in pratica le Linee Guida.