Linee guida per l'economia circolare in Appennino bolognese

le 10 dimensioni dell'economia circolare (Fonte: Atlante italiano per l'economia circolare)

Le 10 dimensioni dell'economia circolare (Fonte: Atlante italiano per l'economia circolare)

 
 

Sempre più riconosciuto da policy maker, imprenditori e ricercatori, il concetto di economia circolare mette in discussione il modello economico improntato alla triade lineare del “prendere (risorse), produrre (beni) e smaltire (rifiuti)”, ponendo l’enfasi sulla chiusura dei cicli dei materiali, sul riutilizzo degli scarti, e sul disaccoppiamento tra prosperità e consumo delle risorse.

Poco alla volta, il concetto è diventato un riferimento importante non solo dal punto di vista ambientale, come strategia per ridurre il prelievo delle risorse e l’impatto dei prodotti a fine vita sull’ecosistema, ma anche come vero e proprio modello di business, capace di stimolare la competitività delle imprese nella ricerca di nicchie di mercato in cui far valere la maggiore qualità dei propri prodotti e dei processi necessari a ottenerli.

Le “Linee guida per la circolarità in Appennino bolognese” riprendono il concetto e – così come proposto dal più avanzato dibattito sul tema – lo analizzano nelle sue 10 dimensioni, ciascuna delle quali affrontata in una sorta di vademecum che tocca più elementi: le diverse attività in cui ciascuna dimensione di circolarità può manifestarsi, i problemi effettivi o potenziali per le imprese che vogliono misurarsi con esse, le soluzioni alle criticità, quelle ipotizzabili e quelle sperimentate in contesti simili all’Appennino bolognese.

Il quadro che emerge consente di verificare come il tema della circolarità investa tutti i comparti produttivi del territorio, manifattura in primis, ma anche agricoltura e turismo, dando vita a una serie di piste di lavoro di grande interesse: l’efficienza energetica, un tema già all’attenzione di molte PMI, che puntano a recupero dei cascami energetici e cogenerazione, e in grado di evolvere nella nascita di comunità energetiche dell’Appennino; i processi di simbiosi industriale; la nascita di un distretto della circolarità; lo studio di meccanismi di prenotazione turistica in grado di finanziare progetti sociali a beneficio delle comunità appenniniche, e così via. Nel contempo, appaiono già ben presidiate questioni legate all’inclusività sociale ed alla certificazione.