Carta metropolitana per la logistica etica

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Promuovere un miglioramento complessivo delle condizioni di lavoro per il personale impiegato nelle imprese della logistica, un settore particolarmente esposto e fortemente in espansione sul territorio bolognese. Questo il principale obiettivo della Carta metropolitana per la logistica etica, promossa da 30 soggetti tra enti pubblici, organizzazioni sindacali e associazioni di categoria: Città metropolitana di Bologna, Comune di Bologna, Unioni dei Comuni della Città metropolitana di Bologna, Prefettura di Bologna, Regione Emilia-Romagna, Camera di Commercio di Bologna, INAIL – Dipartimento Territoriale Bologna, Ispettorato territoriale del lavoro di Bologna, Unità Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro delle AUSL di Bologna e di Imola, Aeroporto G. Marconi di Bologna, Interporto Spa, CGIL di Bologna e Imola, CISL Area metropolitana bolognese, UIL Emilia Romagna e Bologna, Alleanza delle cooperative di Bologna e di Imola, CNA Bologna e Imola, Confartigianato imprese Bologna metropolitana, Confindustria Emilia Area Centro, Libera Bologna.

 

 
 

A partire dal  9 novembre 2021 , il gruppo di lavoro “Logistica” in seno al Tavolo ripresa economica della Città metropolitana ha effettuato 12 incontri, a cui hanno partecipato 45 stakeholder. Da quel lavoro è nata la Carta, che è strutturata in una premessa e in sei capitoli tematici: Sicurezza sul lavoro, Qualità del lavoro e catena degli appalti, Formazione preventiva e continua, Coesione sociale e integrazione territoriale, Innovazione, digitalizzazione e sostenibilità ambientale, Nuovi investimenti in logistica. La Carta si chiude con un ulteriore capitolo che riguarda l’Attuazione e il monitoraggio.

Il documento, presentato ufficialmente il 27 gennaio 2022 ha una validità di 5 anni, e potrà essere integrato in base all’evoluzione legislativa o a significativi mutamenti del contesto.

La Carta stabilisce un principio trasversale sui temi della diversity and inclusion prevedendo che i soggetti interessati collaborino “per la costruzione di una cultura aziendale e del lavoro inclusiva basata sulla valorizzazione delle differenze individuali quali fattori di innovazione e di miglioramento delle performance personali e organizzative”.

  • In particolare si interviene sul tema della sicurezza del lavoro stabilendo, tra l’altro, un maggior coordinamento tra INAIL, Ispettorato per il lavoro e AUSL, il rispetto dei minimi tabellari previsti dai CCNL, in modo da disincentivare ed evitare fenomeni di mancato rispetto degli oneri normativi anche collegati alla sicurezza. E ancora, la corretta applicazione della normativa in merito alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, il massimo coordinamento tra le imprese e i loro RSPP, il ruolo e le funzioni dei Preposti alla Sicurezza e il loro coinvolgimento in considerazione dei rischi di incidenti e di infortuni a cui il settore è esposto, in particolare nelle situazioni di compresenza e interferenza di più appaltatori.
  • Sulla qualità del lavoro le parti concordano, tra l’altro, per l’applicazione e il rispetto dei CCNL di settore e del contratto a tempo indeterminato come forma comune di rapporto di lavoro nell’ottica del lavoro stabile e della continuità occupazionale, contrastando l’abuso degli istituti del distacco e della somministrazione di lavoro a termine. E ancora, filiera corta negli appalti e nei subappalti, sostenere le pari opportunità rivolgendo particolare attenzione all'età e al genere all’interno delle imprese, nonché alla parità salariale e alla conciliazione fra tempi di vita e lavoro. Infine, promuovere nei casi di appalto le clausole sociali di salvaguardia, per favorire la continuità occupazionale, economica e normativa del personale impiegato, e le clausole sociali di protezione, per favorire l’inserimento di persone fragili anche servendosi del servizio di placement di Insieme per il lavoro.
  • Sulla formazione dei lavoratori si sancisce l’importanza di un’attività preventiva al momento dell’inizio del lavoro, in modo da avere personale qualificato. E quindi, incrementare e implementare la formazione professionale continua di tutti gli attori della filiera, in particolare promuovendo l’adozione di Piani concordati di formazione preventiva dei lavoratori attraverso l’utilizzo dei fondi interprofessionali; valorizzare il processo di apprendimento tramite affiancamento delle figure in ingresso, quale strumento per acquisire piena consapevolezza degli ambienti e degli strumenti di lavoro e favorire il processo per rendersi autonomi. Infine si ribadisce la rilevanza della relazione di scambio con la Rete metropolitana per l’apprendimento permanente (ReMAP).
  • Per quel che riguarda coesione sociale e integrazione con il territorio si definiscono gli strumenti per sostenere lavoratori e amministrazioni locali toccate dagli investimenti in logistica. In particolare promuovendo lo sviluppo di servizi e strumenti innovativi di lavoro e di welfare nei siti logistici metropolitani, potenziando l’integrazione dei lavoratori del settore, promuovendo corsi di lingua italiana che consentano l’effettiva esigibilità dei diritti e dei doveri per i lavoratori di origine straniera e sviluppando la relazione con servizi sociali territoriali e sanitari presenti sul territorio, coinvolgendo anche gli enti di formazione e le associazioni del terzo settore. E ancora, intervenire sulla domanda abitativa legata ai lavoratori e promuovere tavoli specifici sulla mobilità sostenibile per i lavoratori.
  • Rilevante è anche il tema dell’innovazione con l’impegno a promuovere la transizione digitale e ambientale. Esempi pratici sono la digitalizzazione dei servizi e dei processi, come quelli di gestione dei magazzini, l’ammodernamento della strumentazione in chiave Industria 4.0 e la produzione elettrica da fonti rinnovabili. E ancora, attraverso investimenti pubblici e privati garantire il potenziamento del trasporto ferroviario in ottica di complementarietà con quello stradale, in stretta integrazione con Interporto; promuovere il rinnovo del parco veicolare con veicoli a basso impatto ambientale, anche attraverso il ricorso a incentivi nazionali e regionali e promuovendo progetti sperimentali per l’utilizzo di nuove fonti.
  • Sui nuovi investimenti, assodati gli impegni previsti nel Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) e Piano Urbano della Logistica Sostenibile (PULS) e del Piano Territoriale metropolitano (PTM), la Carta ribadisce la rilevanza della strategia effettuata dal Comune di Bologna di confermare la sua presenza in Interporto, per garantire, a partire dalla propria società partecipata, la qualità del lavoro. La Carta sancisce inoltre la nascita presso la Città metropolitana di un gruppo tecnico per l’attività di analisi a supporto del processo di individuazione di nuovi progetti di investimento.


L’attuazione e il monitoraggio dei principi sanciti nel documento saranno effettuati da un Comitato metropolitano per la Logistica Etica a cui parteciperà un rappresentante per ciascun partner, e un rappresentante dei Comuni interessati da insediamenti rilevanti. Il coordinamento del Comitato è in capo alla Città metropolitana, in collaborazione con l’Ispettorato Territoriale del Lavoro, l’Ausl e il Comune di Bologna.