Presentato iI Dossier Idos sull'immigrazione, a Bologna l'incidenza sulla popolazione è del 12,5

 

Stabili, invece, i numeri della popolazione: gli stranieri in Emilia-Romagna sono 566.687

In Emilia-Romagna ci sono circa 257 mila stranieri occupati. Si tratta del 13% di tutte le persone che hanno un lavoro, quasi 2 milioni. I valori si mantengono stabili rispetto all'anno precedente e sono al di sopra della media nazionale che è del 10%. 
È quanto emerge dal Dossier Idos sull'immigrazione che fa riferimento ai dati del 2021. Per quanto riguarda i settori in cui sono occupati gli stranieri, quasi 6 su io lo sono nel settore terziario (il 58,8%). Il 6,6% lavora invece nell'agricoltura, mentre il 34,5% nell'industria. Alto il numero dei lavoratori domestici, quelli che vivono nelle nostre case:  circa 44.000, pari al 17,1% del totale.
Quest'ultimo settore è quello dove risulta più di tutti la sproporzione con i lavoratori italiani. Tra chi è occupato nel settore domestico, il 75,8% è straniero. Molto spesso sono donne, che sono il 43,3% del totale dei lavoratori stranieri in tutta la regione.

Un dato da sottolineare è anche quello legato al numero dei lavoratori sovra-istruiti, ossia con un titolo di studio superiore a quello necessario per svolgere la propria mansione. Se tra gli italiani sono il 27,3%, tra gli stranieri il dato cresce al 37,6%. Del resto, il 28,7% svolge un lavoro manuale non qualificato, il 38% un lavoro manuale specializzato, il 26,9% sono impiegati, addetti alle vendite e ai servizi personali e solo il 6,4% ricopre mansioni dirigenziali o professioni intellettuali o tecniche, a fronte di percentuali che per i lavoratori italiani ammontano rispettivamente a 6,6%, 23,9%, 28,3%, 41,1%.
Non tutti gli stranieri sono lavoratori dipendenti. Secondo i dati Infocamere/Centro Studi G. Tagliacame, in regione le imprese condotte da immigrati sono 58.674, il 13,0% del totale, con un incremento del 4,8% rispetto al 2020, mentre le imprese italiane sono diminuite (-0,2%), confermando trend pluriennali. Il comparto prevalente è ancora una volta quello dell'edilizia, che interessa il 33,7% delle imprese gestito da persone straniere. Al secondo posto si trova invece il commercio, con il 23,1%. I principali Paesi di origine dei titolari d'impresa nati all'estero sono l'Albania (12,5%), la Ciña (11,4%), il Marocco (11,0%), la Romania (10,8%) e la Tunisia (7,9%). Tra le imprese gestite da cittadini stranieri, solo il 23,1% è in mano alle donne. Proprio il lavoro femminile si manifesta come un'emergenza nel programma regionale sull'immigrazione.
La situazione di criticità più alta registrata dal dossier, però, è probabilmente quella legata alla disoccupazione. Se quella degli italiani in Emilia-Romagna è del 4,4%, per le persone straniere è quasi tre volte tanto, l'11,9%. A ciò si aggiunge un dato significativo che riguarda gli stranieri coinvolti nello sfruttamento lavorativo.


Stabili, invece, i numeri della popolazione; gli stranieri in Emilia-Romagna sono 566.687, il 12,8% della popolazione, in aumento di 4.400 unità (+0,8%) rispetto al 2020, e più alto della media italiana, pari all'8,8%. A Bologna l'incidenza è del 12,5%.