Lavorare in Italia

 

Nel 2015 oltre 400mila cittadini stranieri in cerca di occupazione

Negli ultimi due anni gli occupati stranieri nel nostro Paese sono aumentati di 65mila unità. Nel 2015 le assunzioni di cittadini stranieri sono state quasi 2 milioni, mentre risultano essere 456.115 i cittadini stranieri in cerca di occupazione e più di 1 milione e 200mila gli inattivi. Questo quanto emerge dal VI rapporto annuale ‘I migranti nel mercato del lavoro in Italia’, curato dalla D.G. Immigrazione e Politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, in collaborazione con la Direzione Generale dei Sistemi Informativi, dell’innovazione tecnologica e della comunicazione, l’INPS, l’lNAIL, Unioncamere, e con il coordinamento di Italia Lavoro.

La quasi totalità dei lavoratori stranieri svolge un lavoro alle dipendenze e poco meno dell’80% è impiegato con la qualifica di operaio, e appena lo 0,9% degli occupati ha una qualifica di dirigente o quadro, a fronte del 7,6% degli italiani. Inoltre, il 10,2% degli occupati non UE svolge un’attività lavorativa per proprio conto, ciò conferma la tendenza dei cittadini stranieri al lavoro in proprio. L’asimmetria tra livello di istruzione e impieghi svolti è un elemento caratterizzante l’occupazione straniera nel mercato del lavoro straniero, infatti, la quota dei lavoratori UE ed extra UE laureati impiegati con mansioni di basso livello è pari, rispettivamente al 6,1% e all’8,4% dei totali di riferimento, a fronte dell’1,3% degli italiani. Inoltre, il 70,4% degli occupati UE e il 60,6% degli extra UE impiegati come dirigente, professioni intellettuali e tecniche è laureato, contro il 48,8% degli italiani. Nel 2015 si rilevano 1.270.242 inattivi stranieri. Anche solo osservando gli andamenti del numero di inattivi in età da lavoro negli ultimi anni, si nota come il tasso di crescita che ha interessato gli stranieri sia costantemente positivo.

Emerge, inoltre, dal rapporto che circa 280mila stranieri in cerca di lavoro (il 61,1% del totale) lo scorso anno hanno avuto almeno un contatto con i servizi pubblici per l’impiego, di cui poco meno di 88mila di provenienza UE e circa 191mila di nazionalità non UE.


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