Imparare un mestiere e ritornare in Africa

 

Un progetto di Lai-momo e Onu

Partirà a giugno il progetto pilota della cooperativa Lai-Momo — attiva nell'accoglienza di 400 migranti a Bologna e provincia — e delle Nazioni Unite di formazione laboratoriale in Italia per migranti dell'Africa occidentale per farli  rientrare poi nel loro paese di origine attraverso progetti di ritorno volontario assistito.
L'obiettivo è quello di formare in quattro anni 250 migranti provenienti da Burkina Faso, Mali e Gambia per lavorare in quattro aziende tessili "etiche" gestite daU'Onu in Africa, attraverso progetto "Ethical Fashion", che già collabora con importanti marchi della moda come Vivienne Westwood, Camper e Stella McCartney.

Il progetto sarà finanziato con 10 milioni di euro dall'Emercency Trust Fund for Africa delle'Unione Europea su base quadriennale, gran parte dei quali andranno in Africa.

Oltre alla sede di Lama di Reno, nel Comune di Marzabotto, Lai-Momo aprirà un altro centro a Bologna, in via Boldrini, che si occuperà soprattutto della formazione tecnica, manageriale e informatica.

 

I migranti che parteciperanno alla formazione saranno selezionati sulla base delle loro origini - dovranno venire da Burkina Faso Mali e Gambia - della loro disponibilità a tornare in patria e delle loro abilità nel campo della sartoria. Ovviamente il rimpatrio dovrà essere volontario. Se l'idea funzionerà l'International Trade Center delle Nazioni Unite potrà allargare questo metodo (formare i migranti qui e far sì che tornino con una professionalità nei loro Paesi di origine ) per altri progetti e altri Paesi.

 

 

Per maggiori informazioni

Cooperativa Lai-momo

International Trade Centre