Progetto Falco pellegrino

Falco peregrinus (Tunstall, 1771)

Falco pellerino
(P. Taranto, 2010)

Specie politipica a corologia cosmopolita, manca solamente nella regione pluviale dell’America centro-meridionale e dell’Africa occidentale. Attualmente sono riconosciute poco meno di una ventina di sottospecie. In Italia nidificano Falco p. peregrinus (per lo più arco alpino) e  Falco p. brookei (Italia peninsulare e isole).

Segnalata in migrazione e svernamento con una certa regolarità la sottospecie calidus, nidificante nell’Eurasia settentrionale.

 
Stato giuridico e grado di minaccia

a livello nazionale:

  • Lista Rossa 2011 degli Uccelli Nidificanti in Italia: Minor Preoccupazione (LC)
  • Legge 11 febbraio 1992 n. 157: specie particolarmente protetta


a livello comunitario e internazionale:

  • BirdLife International 2004: Non-SPEC
  • Allegato I, Direttiva 79/409/CEE: specie che richiede misure speciali di conservazione
  • Allegato II, Convenzione di Berna del 19 settembre 1979: specie rigorosamente protetta
  • Allegato II, Convenzione di Bonn del 23 giugno 1979: specie in cattivo stato di conservazione
 
 
Sistematica

Ordine: Falconiformi (Falconiformes)
Famiglia: Falconidi (Falconidae)
Genere: Falco
Specie: peregrinus

 
 
Habitat

Nella regione mediterranea nidifica in pareti rocciose dell’entroterra e falesie, tendenzialmente al di sotto dei 1500 m; nell’ultimo ventennio si è assistito al fenomeno della progressiva occupazione di grossi centri urbani con siti riproduttivi collocati in edifici dominanti.

Altrove, può occupare nidi di corvidi su alberi o elettrodotti. Sono documentati anche casi di deposizioni in nidi artificiali appositamente collocati. Il territorio di caccia è costituito da ambienti aperti come prato-pascoli, coltivi, zone umide, litorali, aree cittadine, ecc.

 
 
Fenologia e riproduzione

In Italia, specie nidificante residente, migratrice e svernante; dispersivi ed erratici i giovani nel primo anno di vita. La deposizione avviene tra la fine di febbraio e la metà di aprile. Le uova, in genere 3-4 (1-5), vengono incubate per 28-33 giorni e il periodo dell’involo dura circa  5-6 settimane.

Il successo riproduttivo è mediamente di 2-3 giovani. Da ottobre ad aprile sono presenti nel bacino mediterraneo individui migratori provenienti dal nord e dall’est europeo. 

 
 
Consistenza della popolazione nazionale

Nell’Italia peninsulare la specie si è mantenuta su buoni livelli di consistenza anche nel periodo 1950-80, considerato il momento di massima crisi durante il quale si verificò il crollo demografico delle popolazioni dell’Europa e del Nordamerica.

Negli ultimi due decenni è stato registrato un sensibile recupero alla scala globale, con un progressivo incremento delle coppie nidificanti anche nelle regioni settentrionali ed alpine del nostro Paese. Mancando un coordinamento dell’attività di  monitoraggio, non si dispone al momento di un dato ufficiale della consistenza della popolazione nazionale.

Tuttavia, secondo l’ipotesi più aggiornata, il valore dovrebbe ricadere all’interno di un ordine di grandezza di 800-1000 coppie. In provincia di Bologna la popolazione è incrementata da 9 coppie nel 1998 a 26 coppie nel 2008, di cui due nidificanti nell’area metropolitana.

 

 
 
Fattori di minaccia

Ha drasticamente risentito dell’uso indiscriminato dei pesticidi organoclorici (DDT e derivati), che ha provocato, a partire dai primi decenni del secolo scorso, avvelenamento acuto e cronico soprattutto nelle popolazioni del Nordamerica ed in parte di quelle europee (Isole Britanniche, Scandinavia, Mitteleuropa ed area Baltica). Penalizzato anche dalla “lotta ai nocivi” e dal vandalismo venatorio.

Un’altro fattore limitante a livello locale, soprattutto nella parte mediterranea dell’areale, è stato il saccheggio dei nidi a scopo di falconeria.

La situazione è decisamente migliorata dopo la messa al bando del DDT, l’allevamento in cattività e la fattiva protezione legale. In Europa è attualmente classificato con stato di conservazione “favorevole”.