1 - Uno strumento di pianificazione nuovo riferito a un nuovo ordinamento istituzionale

Il Piano Territoriale Metropolitano è un prodotto nuovo che si pone al crocevia tra pianificazione strategica, piani clima e piani per l’energia sostenibile, piani per la mobilità, progetti territoriali e settoriali, raccogliendo l’eredità del Piano territoriale di coordinamento provinciale (PTCP) e della pianificazione strutturale dei Comuni e loro Unioni. È uno strumento che deve assumere una propria fisionomia, accompagnandosi e integrandosi con gli altri strumenti di pianificazione della Città metropolitana già approvati o arrivati ad avanzati stadi di maturazione.

Per individuare i caratteri che dovrà assumere il nuovo Piano Territoriale Metropolitano, vanno considerati e riannodati almeno tre diversi percorsi:

  • in primo luogo quello che ha portato nell’arco di pochi anni all’elaborazione degli altri strumenti concepiti per affrontare le nuove condizioni urbane e territoriali, in particolare il Piano Strategico Metropolitano PSM 2.0 e il PUMS, poi la sottoscrizione della “Carta di Bologna per l’ambiente - Le Città metropolitane per lo sviluppo sostenibile” con il ruolo di traino riconosciuto e affidato al Comune di Bologna. Tre strumenti che tra loro già si interfacciano riconoscendosi reciprocamente specifici ambiti di competenza;
  • quindi la nuova legge urbanistica regionale 24/2017, che ha modificato in maniera importante la precedente 20/2000, non solo per quanto riguarda la pianificazione comunale, significativamente cambiata, ma anche per gli altri livelli di pianificazione (Regione, Città metropolitana, Aree vaste), accantonando definitivamente, con il principio di competenza, l’idea di una pianificazione per livelli gerarchici;
  • infine, le eredità in termini di contenuti e di esiti del PTCP e dei PSC comunali, da rivisitare alla luce del qua­dro complessivamente cambiato.

 

 
Uno strumento di pianificazione nuovo riferito a un nuovo ordinamento istituzionale