Zátková Rů¸ena

Luogo di nascita: Kamenny Ujezd


Data di nascita: 2 marzo 1885


Luogo di morte: Leysin


Data di morte: 29 ottobre 1923

 

Ambito di attività: Praga, Monaco di Baviera, Roma, Leysin, Macugnaga


Qualifica: Pittrice

 

Periodo: ultimo quarto XIX secolo – primo quarto XX secolo 

 
 
Bibliografia
  • Pomajzlová, Enrico Prampolini, Ruzena Kátková, in «Umění», n. 36 (1988), p. 51,
  • Gulmon, R ů¸ ena Z á tkov á , un destin scell é à Rome, in «Ligeia», n. 109/112 (2011), pp. 189-200,
  • Berghaus, R ů¸ ena Z á tkov á , an "atypical" Futurist, in «International yearbook of futurism studies», n. 2 (2012), pp. 7-13,
  • Giorgini, R ů¸ ena Z á tkov á, un’artista dimenticata, Peter Lang, Brexelles, Berna, Berlino, New York, Oxford, Vienna 2019;
 
Biografia

nata il 2 marzo 1885 a Kamenny Ujezd, in una famiglia boema di alto profilo. Fin da giovane studia pianoforte e composizione, per poi dedicarsi alla pittura insieme alla sorella, frequentando una scuola privata a Praga. Nel 1909 si trasferisce a Monaco di Baviera, dove segue corsi di disegno e pittura nell’ambiente stimolante della Secessione.

Nel 1910 si stabilisce a Roma, in seguito al matrimonio con il diplomatico russo Vasilij Bogdanovic Khvoschinskij, intellettuale poliglotta appassionato di arte e musica. Il ruolo del marito le consente di frequentare un ambiente cosmopoliti, organizzare incontri culturali e presentare le sue prime opere. L’apprezzamento ricevuto la spinge a scegliere di proseguire la carriera artistica. Frequenta lo scultore Ivan Meštrović, con cui sviluppa un legame profondo, e conosce Giacomo Balla, Filippo Tommaso Marinetti, Igor' Fëdorovič Stravinskij e Sergej Pavlovič Djagilev.

La sua ricerca artistica si sviluppa lungo due direzioni: da un lato guarda al Futurismo italiano, dall’altro al Primitivismo della tradizione popolare russa. Guarda poi al lavoro di Natal'ja Sergeevna Gončarova e Michail Fëdorovič Larionov.

Nel 1916 contrae la tubercolosi ed è costretta a recarsi in un sanatorio a Leysin, in Svizzera, dove resta per tre anni,  periodo si avvicina alla religione. Durante la convalescenza continua a dipingere. Lasciata Leysin torna in Italia e si stabilisce a Macugnaga. Qui porta avanti la sua ricerca artistica e realizza opere astratte: polimaterici realizzati con carta stagnola, perline, lamine metalliche, cellophane e vetro. In questo periodo si intensificano i rapporti con Marinetti e con Benedetta Cappa. Il giunge al termine e si lega ad Arturo Cappa, fratello di Benedetta, si avvicina dunque sempre di più al Futurismo.

Nel 1921 Marinetti, con la collaborazione di Cappa e di Balla, organizza la sua prima mostra personale presso la Galleria Giosi di Roma, dove espone novantuno opere. L’esposizione è un successo e l’anno successivo partecipa all’Esposizione Futurista Internazionale di Torino. A novembre dello stesso anno, tiene la sua seconda personale alla Casa d’Arte Bragaglia a Roma. Nel settembre 1923 è costretta a un nuovo ricovero a Leysin dove muore il 29 ottobre.

 
 
 
 

A cura di: Giulia Brandinelli