Pansiotti Ermenegila

Varianti del nome: Gilda Pansiotti, Gilda Pansiotti Cambon, Gilda Pansiotti D’Amico


Luogo di nascita: Milano


Data di nascita: 16 febbraio 1891


Luogo di morte: Castropignano


Data di morte: 26 ottobre 1986

 

Ambito di attività: Lombardia, Tivoli, Duronia, Castropignano, Roma


Qualifica: Pittrice

 

Periodo: fine XIX secolo – ultimo quarto XX secolo

 

 
 
Bibliografia
  • M. Commanducci, Dizionario illustrato dei pittori, disegnatori e incisori moderni e contemporanei, IV, L. Patuzzi, Milano 1973, p. 2325;
  • Bertolini, R. Frattolillo, Molisani. Milleuno profili e biografie, Ed. Enne, Campobasso 1998, pp. 276-277,
  • Mastropaolo, Arti visive nel Molise 1920-50, Ed. Enne, Campobasso 2000, pp. 71-75, 125,
  • Santaniello, Pansiotti, Ermenegilda, in AA. VV., Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 81, Treccani, Roma 2014;
 
Biografia

Nata il 16 febbraio 1891 a Milano, da una famiglia agiata: il padre è un possidente terriero di origine piemontese, mentre la madre è un esponente dell’aristocrazia milanese e discendente dei Gonzaga di Mantova.

Appena tredicenne, si iscrive all'Accademia di belle arti di Brera, dove studia con i pittori Giuseppe Mentessi e Achille Cattaneo. Nel 1911, dopo il diploma, decide di perfezionare la sua formazione frequentando gli studi dei pittori Cesare Tallone e Antonio Ambrogio Alciati.

Negli anni successivi, partecipa attivamente al dibattito artistico milanese: conosce il pittore Arturo Tosi ed entra in contatto con il gruppo dei futuristi tramite il pittore Luigi Russolo. Tuttavia, non aderisce al movimento d'avanguardia, mantenendosi vicina ai suoi maestri e orientando il suo stile verso l'ultima Scapigliatura.

Nel 1913, esordisce in pubblico presentando un dipinto al premio Canonica a Milano. L'anno seguente, entra a far parte della neo-costituita Federazione Artistica Femminile Italiana e partecipa alla collettiva riservata alle iscritte. Tra il 1915 e il 1920, prende parte regolarmente alle mostre annuali della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente. Nel 1919 espone alla Quadriennale di Torino e l’anno successivo viene ammessa alla XII Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia. Nel 1920, viene eletta socio onorario dell'Accademia Braidense e partecipa alla Prima Esposizione Nazionale dell’Opera e del Lavoro d’Arte a Firenze.

Nel 1924 sposa il noto ritrattista Glauco Cambon. Da questo momento, inizia a firmare i suoi dipinti con il doppio cognome Pansiotti Cambon. Nello stesso anno, partecipa nuovamente alla XIV Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia con l'opera Il santo mattino, che viene acquistata dal Ministero dell'Educazione Nazionale. Ottiene inoltre una menzione d'onore alla Mostra Nazionale del Ritratto Femminile a Monza. L’anno successivo partecipa alla III Biennale Romana di Belle Arti con il ritratto Vecchio.

Progressivamente, si allontana dai soggetti tipici della Scapigliatura: il suo interesse si sposta in particolare verso il paesaggio, che dipinge en plein air durante i mesi estivi trascorsi, tra il 1921 e il 1924, in Brianza, vicino al lago di Pusiano. Tra il 1925 e il 1928, durante i lunghi soggiorni che trascorre con il marito a Tivoli, realizza un gran numero di vedute, scene di vita e ritratti di contadini dell'Agro romano.

Nel corso degli anni Trenta, affronta temi desunti dalla mitografia fascista. Nel 1930 partecipa alla XVII Esposizione internazionale d'arte di Venezia con il dipinto Il giudice dei minorenni, acquistato dall'Associazione Nazionale Cesare Beccaria; il soggetto del ritratto è il magistrato Tomasino D’Amico, che Pansiotti sposerà due anni dopo in seguito alla morte improvvisa del primo marito. Da questo momento cambierà ancora cognome e firmerà i suoi quadri Pansiotti D’Amico. Con il secondo marito prende l'abitudine di trascorrere le estati negli borghi di Duronia e Castropignano, dove realizza numerosi dipinti. Nel 1936 allestisce una persona alla galleria Pesaro di Milano, occasione in cui la Galleria d'Arte Moderna di Milano acquisisce tre opere: L'Ultimo colloquio, Terra di Molise e Duronia. Mattino autunnale. Nello stesso anno, partecipa alla XX Esposizione Internazionale d'Arte di Venezia. All'inizio del 1938, allestisce un'importante personale a Berlino, patrocinata dal Ministero della Cultura Popolare e ospitata prima dalla Galleria Gurlitt e poi dalla Casa degli Italiani; qui espone Veduta di Castel dell’Ovo, acquistata dal ministero del Reich. L’anno successivo partecipa alla X Mostra del Sindacato Interprovinciale di Belle Arti della Lombardia.

Nel 1941 partecipa con il dipinto L'agnello ferito alla III Mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Milano. L’anno successivo viene sfollata in Valtellina e tiene una personale a Sondrio. Nel 1945, allestisce un'altra personale al Broletto di Como.

Finita la guerra espone sempre meno. Nel 1950 allestisce una personale presso la galleria Gussoni di Milano, e poi, per oltre un decennio dipingere in disparte. Nel 1957, in seguito alla nomina del secondo marito a presidente della Corte di Cassazione, si stabilisce a Roma.

Negli anni Sessanta, torna ad esporre con tre antologiche: presso la galleria S. Marco, a Roma nel 1962, alla galleria La Barcaccia, a Napoli nel 1964 e, l’anno successivo, all’Italian State Tourist Office di New York.

Muore a Castropignano il 26 ottobre 1986.

 
 
 
 

A cura di: Giulia Brandinelli