Nini

 

Ambito di attività: Impero Mughal (India) 1610 ca.


Qualifica: Pittrice

 

Periodo: XVII a XIX secolo

 

 
 
Bibliografia
  • K. Das, Mughal Painting during Jahangir's Time, Calcutta 1979 pl. 68, p. 237
  • Stronge, Painting for the Mughal Emperor. The art of the book 1560-1660, V&A Publications, 2002, pl. 70, p. 104
  • Flores and N. Vassallo e Silva eds, Goa and the Great Mughal, Lisbon, 2004, cat. 82 p. 225, ill. p. 168
  • Rice, Painters, Albums, and Pandits: Agents of Image Reproduction in Early Modern South Asia, “Ars Orientalis”, 51, 2022, fig. 1
  • Hannam, in Barocco Globale. Il mondo a Roma nel secolo di Bernini, catalogo della mostra (Roma, Scuderie del uirinale, 4 aprile-13 luglio 2025) a cura di F. Cappelletti e F. Freddolini, Scuderie del Quirinale, Electa, 2025, pp. 174-175 n. 29
 
Biografia

Nini fa parte di un piccolo gruppo di artiste Mughal attive all’inizio del XVII secolo note per avere copiato stampe europee.

Attraverso l’opera dei missionari - in particolar modo dei gesuiti - la chiesa diffondeva il suo messaggio oltre i confini europei avvalendosi del supporto comunicativo delle iconografie cristiane. Dal porto indiano di Goa, appartenente al dominio portoghese, i missionari penetravano all’interno dell’impero Mughal (Moghul), raggiungendo le città di Delhi, Agra e Lahore. Dipinti e incisioni europei pervenivano così all’attenzione dei sovrani Mughal, che commissionavano copie agli artisti di corte.

Va inserito in questo contesto il caso di Nini, pittrice nota unicamente per un acquerello con il Martirio di Santa Cecilia (Londra, Victoria & Albert Museum) che riproduce un’incisione di Hyeronimus Wierix del 1604-1605 a sua volta tratta da un’opera di Francesco Vanni per la chiesa romana di Santa Cecilia in Trastevere o dalla sua replica autografa per il cardinal Sfondrato (oggi ai Musei Vaticani). La stampa di Wierix da Francesco Vanni, che aveva rielaborato il celebre modello scultoreo di Stefano Maderno della chiesa trasteverina, giunge in India durante la terza missione gesuita (1595-1614) insieme ad altre immagini devozionali mariane e di sante cristiane che vengono accolte con entusiasmo dalle donne di corte.

Nini riprende ad acquerello policromo e oro l’incisione di Wierix, attuando piccole ma significative variazioni iconografiche: aggiunge un prezioso diadema a una figura femminile, elimina i segni del sangue che fuoriesce dal triplice taglio della spada sul collo della martire.

Il dipinto di Nini risulta montato su una pagina con bordi decorati già appartenente a un album elaborato per l’imperatore Mughal Shah Jahan (1592-1666, regnante dal 1628).

 
 
Opere attualmente reperibili

Martirio di Santa Cecilia, 1610 ca., acquerello opaco e oro su carta, iscrizione in caratteri persiani “amal-e Nini” (“opera di Nini”), inv. IM.139A-1921

 
 

A cura di: Stefania Biancani