Varianti del nome: Maria Grandinetti Mancuso
Luogo di nascita: Soveria Mannelli
Data di nascita: 27 agosto 1891
Luogo di morte: Roma
Data di morte: 26 aprile 1977
Ambito di attività: Napoli, Roma
Qualifica: Pittrice
Periodo: XX e XXI secolo
Nata il 27 agosto 1891 a Soveria Mannelli, proveniente da una famiglia benestante, ha l'opportunità di studiare all'Accademia di Belle Arti di Napoli, dove tra i suoi insegnanti c’è anche il pittore Michele Cammarano.
Nel 1911 sposa l'avvocato Cesare Mancuso, con cui l’anno successivo si stabilisce a Roma. Qui si afferma rapidamente: nel maggio del 1914 allestisce due mostre personali, una presso l'Associazione calabrese e l'altra presso l'Associazione abruzzese-molisana in Campo Marzio. L’artista Roberto Melli rimane colpito dalla sue opere e diventa uno dei suoi maggiori sostenitori, al punto da favorirne la partecipazione alla III Esposizione della Secessione romana nel 1915, dove espose i ritratti di Giuliano e Anna Prini, figli dello scultore Giovanni. Partecia all'Esposizione della Secessione romana anche nel 1916-17. Nel maggio-giugno del 1918 prende parte alla Mostra d'arte indipendente, tenutasi a Roma presso i locali del giornale L'Epoca. Grandinetti è l’unica donna ad esporre e partecipa con tredici opere, tra le quali Fanciulla sul cuscino.
Viene segnalata sulla rivista «Valori plastici», che presenta il suo quadro Casolare come esempio di «architettura essenziale e plastica piena e nuda».
Gli anni Venti segnano un periodo di riflessione e distacco dalle mostre romane. Il ritorno sulla scena pubblica avviene nel 1930 con una personale a Roma. Nonostante la lunga assenza, la sua arte è ancora apprezzata e negli anni successivi espone in numerose mostre in Italia e all'estero ottenendo il plauso della critica. Nel 1931 espone presso la galleria Jeanne Castel di Parigi e ha occasione di incontrare il critico Waldemar George. Nel 1933 tiene una grande mostra personale presso la galleria Sabatello di Roma, dove espone una quarantina di opere riscuotendo un notevole successo. In seguito alla mostra il dipinto Ritratto di Teresa Labriola viene acquistata da parte dal Ministero della Pubblica Istruzione; oggi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.
Prende parte alla Quadriennale d’arte di Roma del 1934, dove espone tre opere tra cui Uomo in grigio, e del 1939, dove presenta L’Indiana, Ragazza araba e Teiera nera. Nel frattempo, nel 1936, presso la galleria Apollo a Roma viene organizzata un’altra importante personale, presentata dal noto scrittore e critico d'arte Diego Angeli.
Anche gli anni Quaranta sono costellati di successi: nel 1940 tiene una personale presso la Casa d’artisti a Milano. Nel 1942 una nuova personale viene presentata dal pittore Alberto Savinio al teatro Quirino di Roma. L’anno successivo torna alla IV Quadriennale e, nel 1945-46, tiene nuovamente una personale a Roma, il critico d’arte Valerio Mariani la presenta presso la galleria di Roma.
Nel 1947 fonda la rivista l'Associazione Bottega d’Arte Contemporanea e la rivista «Arte Contemporanea» a cui si dedica quasi esclusivamente, abbandonando progressivamente la pittura, fino al 1968. Anche nel periodico l'interesse per l’arte diminuisce lasciando spazio a tematiche religiose, filosofiche e pacifiste.
Dopo un periodo di forte isolamento, in seguito alla morte del marito, sopraggiunta nel 1975, si fa ricoverare in ospedale psichiatrico dove muore due anni più tardi il 26 aprile 1977.
Ritratto di Teresa Labriola, 1931-33, olio su tela, 55 x 45 cm, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.