Varianti del nome: Regina Cassolo Bracchi, Regina
Luogo di nascita: Mede
Data di nascita: 21 maggio 1894
Luogo di morte: Milano
Data di morte: 14 settembre 1974
Ambito di attività: Milano, Torino, Sondrio
Qualifica: Scultrice
Periodo: XX e XXI secolo
Nata il 21 maggio 1894 a Mede, rimane orfana di padre in giovane età e cresce in collegio a Pavia, dove si appassiona alla musica. Si forma all’Accademia di Brera e si perfeziona a Torino sotto la guida dello scultore Giovanni Battista Alloati. A Milano, dove si trasferisce nel 1921 con il marito, il pittore Luigi Bracchi, inizia la sua carriera artistica.
Negli anni Venti realizza sculture figurative in gesso, bronzo e marmo, influenzate dagli scultori Aristide Maillol e Costantin Brancusi.
Firma le sue prime opere d'avanguardia all'alba degli anni Trenta, già fortemente attratta da un linguaggio sintetico e dall'uso di nuovi materiali, come: alluminio, filo di ferro, lamiera, stagno e carta vetrata. La critica accoglie con entusiasmo le sue opere e critici e artisti, quali Edoardo Persico e Fillia, ne riconoscono presto l’originalità. Nel 1933 aderisce ufficialmente al movimento futurista e, l’anno successivo, firma il Manifesto tecnico dell'aeropittura futurista. Lo stesso anno partecipa per la prima volta all’Esposizione internazionale d'arte di Venezia ed espone nell’ambito della Mostra degli aeropittori italiani, sarà presente alla Biennale in altre tre occasioni (1936, 1938 e 1940). La sua ricerca si sposta gradualmente verso l’astrazione: l’alluminio diventa il suo materiale d’elezione e le scultura si alleggeriscono sempre di più.
Durante la guerra si ritira in Valtellina e, dopo il 1945, torna a Milano e riprende a scolpire, ora ispirata dalla natura e dal mondo dei fiori, che interpreta in chiave astratta e biomorfa, spingendo la sua ricerca fino al Concretismo. Nel 1951 aderisce al Movimento Arte Concreta (MAC), esponendo, tra gli altri, con Bruno Munari, Gillo Dorfles.
Nel corso degli anni Cinquanta sperimenta nuovi materiali come plexiglas e celluloide, creando opere sospese, trasparenti, integrate nell’ambiente e sempre più in dialogo con l’architettura.
Durante gli anni Sessanta collabora con il poeta e critico d’arte Carlo Belloli. Realizza disegni e installazioni ispirate al suono e allo spazio cosmico. Si serve di forme sempre più essenziali, cerchi o ellissi, triangoli o rombi, che combinate danno vita a composizioni mobili, sintesi di motivi ispirati al regno naturale. A partire dal 1969 riceve una crescente attenzione da critici e galleristi, tra cui Luciano Caramel e Vanni Scheiwiller, che contribuiscono alla riscoperta e alla consacrazione della sua opera.
Muore a Milano il 14 settembre 1974;
Aerosensibilità, post 1935, alluminio, 36 x 30 x 70 cm, Mede, Museo “Regina”.