Cassolo Bracchi Regina Prassede

Varianti del nome: Regina Cassolo Bracchi, Regina


Luogo di nascita: Mede


Data di nascita: 21 maggio 1894


Luogo di morte: Milano


Data di morte: 14 settembre 1974

 

Ambito di attività: Milano, Torino, Sondrio


Qualifica: Scultrice

 

Periodo: XX e XXI secolo

 

 
 
Bibliografia
  • Scheiwiller, Regina: con il Manifesto tecnico dell’aeropittura futurista, All’Insegna del Pesce d’Oro, Milano 1971,
  • Regina (1894 – 1974), catalogo della mostra (Moderna, Galleria Civica 16.12.1979-15.01.1980) a cura di M. Vescovo, C. F. Teodoro, Comune di Modena, Modena 1979,
  • Regina, nuove sculture, quindici poesie inedite, catalogo della mostra (Milano, Arte Centro Milano dal 24 marzo 1983) a cura di AA. VV., All’Insegna del Pesce d’Oro, Milano 1983,
  • Regina (1894 – 1974). Sculture e disegni, catalogo della mostra (Milano, Circolo Culturale Immagini KOH-I-NOOR, 08-25.03.1985) a cura di L. Caramel, Immagini Koh-I-Noor, Milano 1985,
  • Regina: sculture, carte, disegni 1925 – 1974, catalogo della mostra (Mantova, Casa del Mantegna 10.03-08.04.1990) a cura di A. Baratta Enzi, E. Del Canto, Publi-Paolini, Mantova 1990,
  • Campiglio, Opinioni a confronto: l’opera di Regina negli anni Trenta vista dai contemporanei, in «Enthalten in Viglevanum», n. 19 (2009), pp. 50-63,
  • Zelaschi, Regina Prassede Cassolo Bracchi, Guardamagna , Varzi 2010,
  • Sacchini, Regina Bracchi, dagli esordi al secondo futurismo, Scripta, Verona 2013,
  • Giusti, P. Campiglio, Regina Cassolo Bracchi, GAMeC Books, Bergamo, Éditions du Centre Pompidou, Parigi 2021,
  • Women in abstraction, catalogo della mostra (Parigi, Centre Pompidou 05.05-23.08.2021, Bilbao, Museo Guggenheim Bilbao 22.10.2021-27.02.2022) a cura di C. Macel, K. Ziębińska-Lewandowska, Thamess & Hudson, Londra 2021;
 
Biografia

Nata il 21 maggio 1894 a Mede, rimane orfana di padre in giovane età e cresce in collegio a Pavia, dove si appassiona alla musica. Si forma all’Accademia di Brera e si perfeziona a Torino sotto la guida dello scultore Giovanni Battista Alloati. A Milano, dove si trasferisce nel 1921 con il marito, il pittore Luigi Bracchi, inizia la sua carriera artistica.

Negli anni Venti realizza sculture figurative in gesso, bronzo e marmo, influenzate dagli scultori Aristide Maillol e Costantin Brancusi.

Firma le sue prime opere d'avanguardia all'alba degli anni Trenta, già fortemente attratta da un linguaggio sintetico e dall'uso di nuovi materiali, come: alluminio, filo di ferro, lamiera, stagno e carta vetrata. La critica accoglie con entusiasmo le sue opere e critici e artisti, quali Edoardo Persico e Fillia, ne riconoscono presto l’originalità. Nel 1933 aderisce ufficialmente al movimento futurista e, l’anno successivo, firma il Manifesto tecnico dell'aeropittura futurista. Lo stesso anno partecipa per la prima volta all’Esposizione internazionale d'arte di Venezia ed espone nell’ambito della Mostra degli aeropittori italiani, sarà presente alla Biennale in altre tre occasioni (1936, 1938 e 1940). La sua ricerca si sposta gradualmente verso l’astrazione: l’alluminio diventa il suo materiale d’elezione e le scultura si alleggeriscono sempre di più.

Durante la guerra si ritira in Valtellina e, dopo il 1945, torna a Milano e riprende a scolpire, ora ispirata dalla natura e dal mondo dei fiori, che interpreta in chiave astratta e biomorfa, spingendo la sua ricerca fino al Concretismo. Nel 1951 aderisce al Movimento Arte Concreta (MAC), esponendo, tra gli altri, con Bruno Munari, Gillo Dorfles. 

Nel corso degli anni Cinquanta sperimenta nuovi materiali come plexiglas e celluloide, creando opere sospese, trasparenti, integrate nell’ambiente e sempre più in dialogo con l’architettura.

Durante gli anni Sessanta collabora con il poeta e critico d’arte Carlo Belloli. Realizza disegni e installazioni ispirate al suono e allo spazio cosmico. Si serve di forme sempre più essenziali, cerchi o ellissi, triangoli o rombi, che combinate danno vita a composizioni mobili, sintesi di motivi ispirati al regno naturale. A partire dal 1969 riceve una crescente attenzione da critici e galleristi, tra cui Luciano Caramel e Vanni Scheiwiller, che contribuiscono alla riscoperta e alla consacrazione della sua opera.

Muore a Milano il 14 settembre 1974;

 
 
Opere attualmente reperibili

Aerosensibilità, post 1935, alluminio, 36 x 30 x 70 cm, Mede, Museo “Regina”.

 
 

A cura di: Giulia Brandinelli