Alunni Riposati Deiva Maria Cristina

Varianti del nome: Deiva Terradura, Deiva De Angelis
Luogo di nascita: Perugia
Data di nascita: 16 luglio 1884
Luogo di morte: Roma
Data di morte: 24 febbraio 1925
Ambito di attività: Roma
Periodo: XX e XXI secolo
Qualifica: Pittrice

 
 
Bibliografia
  • A. Di Lea, D. D., in «Cronache d'attualità», V (1921), pp. 30-31
  • S. Weller, Il complesso di Michelangelo, ricerca sul contributo dato dalla donna all’arte italiana del Novecento, La Nuova Foglio, Pollenza 1976, p. 188
  • L'altra metà dell'avanguardia 1910-1940, pittrici e scultrici nei movimenti delle avanguardie storiche, catalogo della mostra (Milano, Palazzo Reale 14.02-18.05.1980, Roma, Palazzo delle Esposizioni 03.07-08.08.1980, Stoccolma, Kulturhuset 14.02.1980-03.05.1981) a cura di L. Vergine, Comune Ripartizione Cultura, Milano 1980, p. 53
  • M. Grasso, De Angelis, Deiva, in AA. VV., Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 33, Treccani, Roma 1987
  • Deiva De Angelis, 1885-1925. Una “fauve” a Roma, catalogo della mostra (Roma, Nuova Galleria Campo dei Fiori 03.02-05.03.2005) a cura di L. Djokic, D. Trombadori, L. Fusco, Nuova Galleria Campo dei Fiori, Roma 2005
  • A. Accatino, La pittrice nella fossa di pubblica pietà: Deiva De Angelis, in «Arte e dossier», n. 374 (marzo 2020)
  • S. Sandro, Deiva De Angelis: “vide dipingere e si mise a dipingere”, in Artiste a Roma, percorsi tra Secessione, Futurismo e Ritorno all’ordine, catalogo della mostra (Roma, Musei di Villa Torlonia, Casino dei Principi 14.06-06.10.2024) a cura di AA. VV., De Luca editori d’arte, Roma 2024, pp. 57-62
 
Biografia

Nata il 16 luglio 1884 da una famiglia indigente, probabilmente a Perugia, si trasferisce a Roma, dove si fa conoscere in un primo momento come Deiva Terradura. Inizialmente, per vivere, vende fiori a piazza di Spagna e diventa poi modella.

Nel 1903 conosce l'acquarellista William Walcot che la conduce in un lungo viaggio tra Londra e Parigi, dove completa la propria istruzione avviandosi alla pittura. Rientrata a Roma, sposa l'avvocato Alfredo De Angelis, dal quale però si separa molto presto. Incomincia a frequentare l'ambiente artistico della capitale e incontra il pittore e critico d’arte Cipriano Efisio Oppo, con cui intrattiene un’intensa relazione e attraverso il quale entra in contatto con i secessionisti residenti a Villa Strohl-Fem, dove lo stesso Oppo ha lo studio.

Nel 1913 partecipa con l’opera Ritratto alla prima Esposizione internazionale d'arte della Secessione, che si tiene al palazzo delle Esposizioni di Roma. Nel 1915 partecipa alla III Secessione romana con il dipinto Contadino. L’anno successivo prende nuovamente parte alla IV Secessione romana esponendo tre dipinti.

Lasciato Oppo, forse prima del 1918, si lega al pittore e illustratore Giuseppe Fabiano, che sposerà poco prima di morire. Nello stesso anno inizia a frequentare la Casa d'arte Bragaglia e il gruppo di artisti, scrittori e poeti riuniti intorno alla Galleria. Per la rivista pubblicata da Anton Giulio Bragaglia, «Cronache d'attualità», disegna un cospicuo numero di caricature, ritratti, vedute e scene di animali ripresi dal vero.

Nel 1920 espone alla Famiglia artistica di Milano ancora con il Gruppo romano (Armando Spadini, Oppo, Carlo Socrate, Norberto Pazzini, Siro Penagini, Ermenegildo Luppi e Attilio Selva). Tra la fine del 1920 e l'inizio del 1921, con due Campagne romane, partecipa all'Esposizione internazionale d'arte moderna di Ginevra. Lo stesso anno partecipa alla I Biennale romana dove espone Autoritratto, Mia madre e Paesaggio. Rispettivamente nel 1920 e nel 1922 tiene due mostre personali presso la Casa d’arte Bragaglia. A seguito della prima, Aldo Di Lea pubblica sul numero di gennaio del 1921 di «Cronache d'attualità» un articolo monografico con la riproduzione del dipinto Autoritratto, documentato per l’ultima volta come parte della collezione Giuseppe Sprovieri di Roma.

Alla II Biennale romana del 1923 espone, nella sala n. 5, due ritratti di Bambini e un Paesaggio e nella sala n. 32, dedicata a disegni, La sora Lella e Bambina. L’anno successivo espone per l’ultima volta presso la Casa d'arte Bragaglia, in una collettiva con Leon Zach, Ferruccio Ferrazzi, Sohn, Oskar Brazda, Michele Cascella e Vittorio Morelli.

A causa di difficoltà economiche dovute al precario stato di salute vende la maggior parte dei disegni e dei dipinti, che risultano a tutt’oggi per la maggior parte dispersi; muore infine a Roma il 24 febbraio 1925.

 
 
Opere attualmente reperibili

Nudo femminile, 1919, olio su tela, 80×64 cm, collezione Giordani, Roma.

Paesaggio, 1919-1920, olio su cartone, 70×50 cm, collezione Giordani, Roma.

Ragazza con fazzoletto rosa, 1920, olio su tela, 80×60 cm, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Roma.

Ritratto femminile, 1920, olio su tela, 71×51 cm, collezione Giordani, Roma.

Paesaggio, 1920, olio su tela, 76×50 cm, collezione Vespignani, Roma.

Gallo, 1921, olio su tela, 45×35 cm, collezione Bardi, Roma.

Ritratto di bambino, 1921, olio su cartone, 50×35 cm, collezione Bardi, Roma.

Fiori di gladioli, 1922, olio su tela, 90×70 cm, collezione Vespignani, Roma.

Veduta di Roma, 1922, acquerello su carta, 45×30 cm, Galleria Comunale d'Arte Moderna, Roma.

 
 

A cura di: Giulia Brandinelli