Newsletter Speciale "Native/i Resilienti"

 
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Il termine resilienza - proveniente dalla fisica, nell’ambito della quale indica la capacità di un materiale di resistere agli urti e di assorbire energia - è entrato da alcuni decenni nel linguaggio psicologico ed educativo, usato quindi in senso metaforico, per riferirsi alla “capacità di un individuo o di un sistema sociale di svilupparsi positivamente, in maniera socialmente accettabile, nonostante forme di stress o di avversità che comportano un alto rischio di risultati negativi”(Rutter,  1994), in breve “un adattamento positivo nonostante il rischio e le avversità” (Masten, Best e Garmezy, 1990).

È qualcosa di diverso dalla “resistenza”: se la resistenza indica la capacità di non soccombere di fronte a una prova dura, a volte anche estrema, la resilienza trasforma la prova in una occasione e opportunità di crescita.

La resilienza non può essere definita una caratteristica o un tratto di personalità, qualcosa che si eredita con il patrimonio genetico o che si acquisisce una volta per tutte, quanto piuttosto un’abilità che l’essere umano può sviluppare e che i gruppi sociali hanno la responsabilità di scegliere se e come coltivare.

Si tratta di una competenza che si sviluppa nella dimensione relazionale e si rafforza nelle esperienze che favoriscono l’auto-efficacia e la stima di sé, è cioè frutto di una complessa interazione costitutiva tra fattori connaturati, esperienze di vita, idiosincrasie culturali e dinamiche sociali.

Inoltre, la resilienza non è una condizione o uno stato, ma piuttosto un processo, in cui si costruiscono competenze e abilità, si ritrovano obiettivi e si creano nuovi significati. Senza obiettivi e risultati raggiungibili, senza la possibilità di sperimentare il successo insieme al fallimento non si può costruire la fiducia nelle proprie abilità o sostenere la stima di sé.

Ciò sta a indicare anche che il divenire resilienti richiede non solo l’acquisizione di particolari capacità, ma il loro continuo esercizio affinché queste si mantengano. In questo processo è fondamentale il ruolo dei fattori protettivi associati alla resilienza, quali relazioni positive con gli adulti di riferimento, l’autoefficacia percepita, le capacità di problem solving, le abilità di autoregolazione e le risorse della comunità.

Le nuove generazioni, sicuramente native digitali, non sono nate resilienti, ma di fronte all’esperienza Covid-19 possono essere aiutate a diventarlo.
Si può “educare alla resilienza”.

E un primo passo, anche per iniziare a capire meglio cosa significhi per le nostre ragazze e i nostri ragazzi vivere questa crisi durante l’infanzia e l’adolescenza, è dare spazio alle loro riflessioni, idee e proposte insieme a quelle di chi, nel mondo dell’educazione, sta loro vicino.

Prof.ssa Bruna Zani
Presidente Istituzione Gian Franco Minguzzi - Città metropolitana di Bologna

 
 

OBIETTIVI e DESTINATARI

L’iniziativa “Native/i resilienti” nasce al servizio del sistema educativo per favorire una costruttiva elaborazione dell’emergenza Covid-19 all’interno dei contesti scolastici e formativi.

È promossa dalla Città metropolitana di Bologna in collaborazione con numerosi soggetti pubblici e privati.
Si integra pienamente negli obiettivi del Piano Strategico Metropolitano di Bologna e nella programmazione dell’Agenda metropolitana per lo Sviluppo sostenibile.

Intende:

  • aiutare i giovani e le giovani ad elaborare questa fase di cambiamento personale e sociale favorendo la meta-riflessione, il pensiero critico e in generale un atteggiamento proattivo e creativo;
  • arricchire, anche in funzione orientativa, il profilo di competenza (competenze di base, trasversali, tecnico-professionali) in uscita dai percorsi scolastici e formativi, permettendo ai giovani e alle giovani di riconoscere e integrare quelle sviluppate durante l’emergenza;
  • arricchire, rendere visibile e diffondere il patrimonio di conoscenze, soluzioni pratiche, ecc.. che il sistema scolastico e formativo avrà sviluppato in questa emergenza;
  • contribuire alla costruzione di un nuovo capitale di conoscenza al termine di essa;
  • promuovere a livello di collettività il concetto di resilienza, intesa anche come elemento fondamentale per lo sviluppo sostenibile.

 

DESTINATARI

L’iniziativa è rivolta a:

  • Istituti scolastici di ogni ordine e grado, pubblici e paritari
  • Centri per l’Istruzione degli Adulti
  • Enti di formazione professionale del sistema IeFP
  • Fondazioni ITS ed enti che realizzano percorsi IFTS o di formazione superiore
  • Altri enti pubblici o privati che lavorano con gruppi di giovani
 
 

COSA PREVEDE L'INIZIATIVA

Il tema chiave è l’elaborazione della crisi, intesa come opportunità di cambiamento e miglioramento, attraverso la consapevolezza da parte dei giovani e delle giovani delle competenze – di vario tipo - che in questo periodo sono state messe in campo, non solo da loro stesse/i e dalle persone a loro vicine, ma anche nell’ambito delle discipline di studio e delle professioni a cui sono orientate/i, o di altri contesti di loro interesse.
E dei risultati, prodotti e nuove soluzioni che queste competenze hanno reso possibili.
Il tutto in prospettiva futura: cosa è emerso in questo periodo e cosa potrà e dovrà essere “tenuto” quando la crisi sarà passata o comunque gli equilibri saranno ristabiliti.

Per aderire all’iniziativa è necessario attivare, o avere attivato, un percorso didattico/di riflessione relativo all’emergenza Covid-19, sviluppato secondo prospettive e metodologie liberamente scelte dal proponente.
Il tema da approfondire può essere scelto sulla base di: indirizzo di studio, collocazione territoriale, precedenti progettazioni, preferenze di gruppi classe e docenti, ecc.
Gli Enti promotori potranno, se richiesto, fornire supporto nella scelta. Nei materiali informativi è riportato un elenco esemplificativo.

In generale si auspica che i percorsi, soprattutto laddove promossi da scuole ed enti di formazione IeFP, abbiano un forte aggancio al curricolo e alle discipline, e che possano sviluppare anche la dimensione orientativa.
In fase di adesione, la proposta potrà essere delineata anche solo nelle sue caratteristiche principali, per essere sviluppata successivamente in raccordo all’assistenza tecnica del progetto.

Le proposte potranno essere presentate sia da una singola organizzazione sia congiuntamente da più soggetti, e potranno prevedere collaborazioni con altri Enti pubblici e privati.

Sarà riservato uno spazio al tema dell’elaborazione dell’emergenza da parte dei/delle docenti di scuola e formazione, in relazione all’impatto sulla propria vita professionale e personale.

Ogni percorso dovrà avere in esito un “prodotto” ben definito, fruibile da altri soggetti.
Tra i prodotti di particolare interesse, ci sono quelli che potranno essere fruiti in peer education.

Tutti i prodotti costituiranno un patrimonio di conoscenza e una testimonianza diretta dell’esperienza Covid-19, che rimarranno a disposizione e potranno essere diffusi nel sistema.

Durante la VII edizione del Festival della Cultura tecnica, prevista a partire da ottobre 2020, saranno programmate ulteriori e significative modalità di valorizzazione.

 
 

MODALITÀ DI PRESENTAZIONE E SCADENZE

Per partecipare è necessario compilare il form on line al link
> https://forms.gle/muXGADYZ3rYF6M4b9

indicando le caratteristiche di massima della proposta.

In seguito, i proponenti verranno contattati dall’assistenza tecnica, con la quale si procederà all’acquisizione delle informazioni di dettaglio ed agli ulteriori passaggi necessari.

Una prima scadenza per la compilazione del form è il 10 luglio 2020.

In base agli esiti di questa prima fase di raccolta la scadenza potrà essere prorogata.

 
 

Per informazioni

Città metropolitana di Bologna
Francesca Baroni
Email: francesca.baroni@cittametropolitana.bo.it
Cell. 335.822 8466

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