La Denominazione Comunale d'Origine nella città metropolitana

Valorizzare e dare visibilità agli antichi saperi e alle attività artigianali tradizionali del territorio, anche attraverso il riconoscimento della Denominazione Comunale d’Origine (De.Co.), è l'impegno portato avanti da Elena Di Gioia, delegata alla Cultura di Bologna e Città metropolitana, con l'intento di rafforzare la politica culturale metropolitana.

Il marchio De.Co., a livello metropolitano, viene proposto dalla Città metropolitana di Bologna in coordinamento con i Comuni in cui sorge il sapere tradizionale, valutato da un Comitato scientifico e viene riconosciuto da parte della Giunta del Comune di Bologna.

Un sito raccoglie tutte le De.Co. Bologna

Logo Deco
 

Di seguito le realtà metropolitane che hanno ricevuto la De.Co. nel corso del 2023/2024

Il merletto ad ago con tecnica Aemilia Ars

L'Aemilia Ars, la “società protettrice di arti ed industrie decorative nella regione emiliana” fu fondata nel 1898 a Bologna con il fine di promuovere la riqualificazione estetica e lo sviluppo produttivo delle arti decorative. La sua attività prosegue ancora oggi in tutto il territorio bolognese attraverso diverse associazioni. Sin dall'inizio il saper fare il Merletto in Aemilia Ars è stato legato principalmente alle donne.

La fondatrice Lina Bianconcini Cavazza, nel 1899 aveva iniziato a insegnare - gratuitamente - l’arte del "punto antico" ad alcune ragazze povere, riunendole due ore al giorno in casa propria. L’obiettivo era di fornire alle giovani una fonte di guadagno senza allontanarle dalla famiglia e portandole poi a proseguire lo studio e a plasmare il gusto estetico.

In seguito, l’attività di trasmissione formale è stata portata avanti da scuole pubbliche o private, che oggi trovano proseguimento nelle associazioni dedicate. Molte sono le persone coinvolte sia bolognesi sia da altre città italiane e anche da altre nazioni, accomunate dalla stessa passione per il Merletto di Bologna.

Questa Arte, partita dalla città felsinea, finì per conquistare il mondo. Attualmente, Musei bolognesi e Biblioteche custodiscono collezioni riguardanti la produzione dell’Aemilia Ars, sia come disegni che come manufatti realizzati, (Collezioni Comunali d’Arte, Museo Davia Bargellini, Museo del Tessuto e della Tappezzeria Vittorio Zironi, Palazzo Pepoli, la biblioteca di San Giorgio in Poggiale, per esempio). Numerosi pezzi dell’Aemilia Ars si trovano nelle collezioni di importanti musei del mondo (Museo di Palazzo Davanzati a Firenze, Cooper Hewitt a New York, Victoria & Albert a Londra solo per citarne alcuni).

Sono le merlettaie, con il loro saper fare e con un’opera infaticabile, che hanno la responsabilità di studiare, selezionare, codificare e trasferire alle nuove generazioni una pratica artistico esecutiva. Grazie alla loro opera, la tradizione del Merletto è ancora viva e parte notevole del patrimonio culturale del territorio.

 
Teatro dei burattini di scuola bolognese e burattino come manufatto artigianale

Tra le più antiche tradizioni di arte popolare legate alla città di Bologna, il teatro dei burattini è diventato nel tempo memoria e rappresentazione dell’essenza della bolognesità.

Il marchio è stato riconosciuto ad alcune compagnie del territorio che ancora oggi traggono ispirazione dalla scuola burattinesca di tradizione bolognese: Burattini a Bologna Aps di Riccardo Pazzaglia, Teatrino a due Pollici di Valentina Paolini, Teatrino dell'Es di Vittorio Zanella e Rita Pasqualini, SIMURGH-APS di Annamaria Andrei, I burattini di Mattia Zecchi e Burattinificio Mangiafoco Aps di Margherita Cennamo. Scopri di più sul sito dedicato ai Burattini Bolognesi.

 
L'antica arte dello scalpellino e della scultura in arenaria

Il marchio è stato assegnato all'Associazione Fulvio Ciancabilla APS, impegnata da tempo nella divulgazione dell’antico mestiere dello scalpellino, anche attraverso un’attività di formazione che da anni registra molto successo e vede la presenza di giovani, donne, pensionati e artisti e artiste, che già si cimentavano in altre discipline (pittura, incisioni su legno e ferro). La scuola degli scalpellini è stata ricompresa nel Progetto PNRR “A Campolo l’arte fa Scola” con referente il Comune di Grizzana Morandi.

L'Associazione prosegue nell’intento di far conoscere le nozioni di base per scolpire e lavorare la pietra arenaria. L’adesione di sempre nuovi soggetti interessati e la volontà di approfondire l’esperienza da parte di chi ha già conosciuto il mazzuolo e lo scalpello, è un segno di estremo interesse per queste attività di nicchia, per il recupero degli antichi mestieri e per tutto quello che riguarda il territorio montano con le sue tradizioni.

L’Associazione intende portare avanti l’attività didattica, che si affiancherà ad altri progetti in gestazione, come la valorizzazione delle ex cave di arenaria presenti nelle pendici del Montovolo e del Vigese, dei loro collegamenti con una sentieristica dedicata, che potrà unire sia le cave sia i borghi secolari e le chiese monumentali presenti nel territorio, costruite tutte con la pietra arenaria locale.

 
L'ocarina di Budrio

Il piccolo flauto in terracotta è stato creato nel 1853 da Giuseppe Donati.
Il marchio De.Co. è stato riconosciuto a: Gruppo Ocarinistico Budriese APS, Il Temporale APS, Società Cooperativa Sociale Arcobaleno, Fondazione Entroterre e Associazione Diapason Progetti Musicali APS.

Alla base dell’iniziativa vi è il desiderio di promuovere, valorizzare e tutelare questo strumento storico di così grande importanza e preziosità capace di unire, attraverso il linguaggio universale della musica, il mondo. Infatti, veder l’ocarina così amata oltre i confini metropolitani, soprattutto in Asia, è motivo di grande soddisfazione poiché dimostra quanto un sapere culturale possa accendere nei cuori delle persone di qualsiasi nazionalità una passione, una sensibilità che se coltivata e affinata è portatrice di infinita bellezza per chi la esercita e chi può fruirne. Per saperne di più leggi la notizia "L'ocarina di Budrio ottiene il marchio di Denominazione Comunale d'Origine".

 
I Pulècc' del Venerdì Santo di Crevalcore

I Pulécc’, le sagome portatorce, rappresentano un elemento culturale unico nel genere ed esclusivo della tradizione religiosa di Crevalcore. In occasione della processione del Venerdì Santo, la via principale viene illuminata dalle sagome di legno, usate la prima volta il 17 aprile 1840. I Pulécc’, a suo tempo definiti i “bamboci di abete”, venivano collocati per illuminare con torce il percorso della processione.

L’uso dei Pulècc’ si era persa fino agli anni ottanta del secolo scorso quando, l’Associazione Commercianti Centro Vivo, ha ridato vita alla tradizione ricavando una sessantina di copie da alcuni originali.