1970 nasce la Regione, la Provincia si ridefinisce

Il 1970 vede l'insediamento a palazzo Malvezzi della prima Amministrazione regionale dell'Emilia-Romagna.
In tutta la prima fase di avvio del sistema regionale, dal 1970 al 1975, avviene  un graduale trasferimento di funzioni e risorse dallo Stato alle Regioni, attuato, oltre che con gli undici decreti delegati del 1972, con la successiva e ben più importante legge delega del 1975. Ma gli Enti locali non sono toccati da questo processo e la Provincia, in particolare, ottiene ben poco, rispetto al Comune, da quel trasferimento certo non consistente di funzioni pervenute dallo Stato, in via diretta o attraverso la Regione. Il riordino della legislazione degli Enti locali dovrebbe razionalmente compiersi contestualmente a questo processo di regionalizzazione: invece la legislazione fondamentale degli Enti locali rimane quella del T.U. (Testo Unico) della legge comunale e provinciale del 1934, salvo qualche modificazione.
Tale mancato tempestivo riordino degli Enti locali non consente l'attuazione di un effettivo processo di trasferimento di funzioni e poteri a tutti i livelli di governo (Stato, Regioni, Province e Comuni), inficiando per anni il rapporto tra Enti locali e Regione, anche sotto l'aspetto del ruolo programmatorio e/o gestionale (e, se anche gestionale, quale) della Regione, nonché sotto l'aspetto della determinazione delle modalità, dei tempi, della consistenza e dei caratteri delle deleghe di funzioni.

Di ciò risente anche, e forse in modo particolare, la Provincia di Bologna che, pressoché per tutti gli anni Settanta, riceve deleghe piuttosto frammentate e non inserite in un contesto organico di funzioni e attribuzioni. In più, per le funzioni sovracomunali, intermedie tra livello comunale e regionale, la Regione tende a identificare altre strutture di collegamento per la programmazione socioeconomica ed urbanistica quali le associazioni dei Comuni, i consorzi e i Comprensori.
Con il D.P.R. 616/77, assorbe funzioni che la configurano come "ente di governo" di tutta l'amministrazione lo­cale, mentre i Comuni e le Province sono chiamati ad operare secondo gli indirizzi e le direttive dell'ente maggiore.
Sembrano preannunciare il ridimensionamento della Provincia l'istituzione delle Comunità Montane, con la legge del 1971, n. 1102 che rin­via alla successiva legislazione regionale per la minuta disciplina, e la creazione dei comprensori (generalmente configurati come organi della Regione, ma qualche volta come Enti locali di tipo consortile).

Il fallimento, in particolare, sul piano della programmazione di tali esiti inducono le stesse Regioni a ripensare, in misura sempre crescente, alle Province quale destinatarie di deleghe, in particolare nei settori di cosiddetta area vasta.