La condizione di disagio si colloca tra lo psichico e il sociale in quanto è il vissuto esperienziale del soggetto ad alimentare la presenza o l’assenza del fenomeno, aggravato o attenuato da oggetti esterni.
Per quanto il disagio possa svilupparsi da un rapporto controverso che l’individuo vive con la società, da un malessere psichico che non riesce a fronteggiare e che non trova soluzioni nella realtà quotidiana, molto spesso il fenomeno nasce e si concretizza da situazioni esterne che la persona si trova a fronteggiare. È il caso della povertà che, soprattutto in epoca moderna, colpisce duramente gran parte della popolazione e porta all’insorgenza di nuovi fenomeni di disagio.
Il fenomeno della povertà si sta diversamente caratterizzando; si possono individuare due macrocategorie.
Da un lato ci sono i portatori di bisogni più tradizionali, persone in condizione di disagio grave e conclamato: persone in stato di povertà estrema e senza domicilio, tossicodipendenti o alcooldipendenti, persone con disagio psichico, detenuti ed ex-detenuti, immigrati che vivono in condizione di indigenza o irregolarità, nuclei familiari problematici, persone che pur vivendo in appartamento hanno interrotto ogni vincolo sociale.
Dall’altro ci sono le “nuove povertà” che si segnalano in forte aumento: situazioni di sofferenza/vulnerabilità (spesso di natura economica, ma non solo) che, se non affrontate, possono aggravarsi.