Piazza Giovanni XXIII

foto di Tiziano Pedrini
 

La realizzazione di Piazza Giovanni XXIII ad Anzola dell'Emilia, al centro del borgo capoluogo, fu progettata dal Comune nell'estate del 1924 con l'obiettivo di collocarvi il monumento ai Caduti anzolesi nella Grande Guerra e un nuovo edificio destinato ad ospitare le scuole elementari, dedicate al ricordo dello scrittore e giornalista Edmondo De Amicis, che saranno poi inaugurate nell’autunno 1927.

Al termine della sottoscrizione che l'apposito Comitato anzolese aveva indetto per finanziare la costruzione del monumento, il progetto arrivò in Consiglio Comunale nel tardo pomeriggio di giovedì 17 luglio 1924 per la necessaria approvazione dei consiglieri. In quella seduta fu approvata anche un’altra importante opera pubblica: la proposta di contratto con la Società Bolognese di Elettricità per consentire all'energia elettrica di entrare nelle case degli anzolesi e portarvi i benefici che l'illuminazione artificiale recava con sé; inoltre, nel progetto della nuova piazza del paese era prevista anche l'attivazione del primo impianto di pubblica illuminazione.
Anzola dell’Emilia era forse l’unico Comune della provincia a non avere mai avuto una piazza nella quale svolgere qualsiasi tipo di iniziativa, che fosse culturale, politica o patriottica, ed era dal lontano 1911 che il paese aspettava un progetto, già all’epoca collegato alla costruzione di una nuova scuola elementare.

Il luogo prescelto fu il tratto di strada che faceva angolo con la via Emilia, fronteggiava la sede municipale e la Casa del Popolo, proseguendo poi per la chiesa parrocchiale, proponendo fin dall’inizio di chiamarla piazza Umberto I (oggi piazza Papa Giovanni XXIII).

Intorno al progetto si scatenarono le polemiche e le rivalità mai sopite fra la famiglia Costa (ciu appartenevano il sindaco Nerio e la sorella Bianca, scultrice, che aveva disegnato il monumento) e la famiglia Pedrazzi, antagonisti da sempre ed esponenti dei gruppi politici maggiormente rappresentativi dell'Anzola moderata e cattolica.
I Costa avevano abbracciato le idee politiche liberali e postrisorgimentali con Alessandro Costa prima, e il figlio Torquato (archeologo) poi, e i Pedrazzi erano rimasti saldamente ancorati alle idee conservatrici che Vincenzo Pedrazzi aveva rappresentato per anni in paese. Così, dai lontani anni dell'Unità d'Italia e del Risorgimento italiano, i Costa e i Pedrazzi avevano sempre detto, su ogni argomento e in ogni occasione, cose diverse e diametralmente opposte. E anche in occasione del progetto di una nuova piazza (che i Pedrazzi vedevano bene in prossimità del centro religioso del paese, la Chiesa parrocchiale) le mai sopite rivalità familiari e politiche furono occasione di polemica e di discussioni interminabili. La polemica era alimentata anche dal fatto che occorrevano circa 800 mq. di terreno di proprietà Pedrazzi per dare corso a un progetto che questi ultimi non condividevano affatto.

L'appoggio incondizionato che il maestro Carlo Tolomelli (notissimo insegnante elementare e promotore del Comitato pro-monumento) diede, a nome del Comitato, a Bianca Costa fece definitivamente cadere le ultime opposizioni, dando così avvio alla concreta sistemazione della nuova piazza Umberto I, anche se l'opposizione di Antonio Pedrazzi continuò decisa fino al febbraio 1925.

Superati gli ultimi ostacoli, il monumento si avviò decisamente verso il traguardo della sua inaugurazione che avverrà alle ore 15 di domenica 18 ottobre 1925.

Piazza Umberto I ebbe il curioso destino di cambiare nome più volte, e sempre in occasione di avvenimenti politici o particolarmente emozionanti come la morte di re Umberto I o di papa Roncalli, Giovanni XXIII.

Ricavata allargando un tratto dell’antichissima via d'Anzola e, in parte, via della Chiesa (dal sec. XVI), il Consiglio comunale la dedicò all’assassinato re Umberto I il 16 agosto 1900 nel tratto che va dalla via Emilia al ponte de Le Budrie. Poi, nel 1924, comprese nella dedicazione anche la nuova piazza centrale del paese.
Dopo l’8 settembre 1943 e l’avvento della Repubblica Sociale Italiana, le Autorità fasciste locali cambiarono nome alla strada e alla piazza in spregio al tradimento dei Savoia, e la dedicarono a Guglielmo Marconi, vanto dell’Italia e presidente dell’Accademia d’Italia dal 1930 al 1937. Nel dopoguerra la strada e la piazza furono intitolate al primo sindaco socialista del paese, Giovanni Goldoni, e dopo la morte di papa Roncalli fu dedicata a Giovanni XXIII solo la piazza.