Persiceto, riapre l'area ex Razzaboni dopo la bonifica dai rifiuti pericolosi

 

Completamente bonificata e risanata dal punto di vista ambientale, è stata inaugurata giovedì 14 novembre l’area ex Razzaboni di San Giovanni in Persiceto.
Sede di una discarica abusiva di rifiuti, il sito che sarà presto riaperto al pubblico, è stato definitivamente risanato grazie a interventi importanti a partire dalla rimozione di oltre 16 mila tonnellate di rifiuti pericolosi. Opere finanziate con circa 7,3 milioni di euro - di cui 4 milioni di risorse regionali e il resto statali - messi a disposizione dal Cipe, (Comitato interministeriale per la programmazione economica), a seguito dell’accordo siglato da Regione, Comune e ministero dell’Ambiente.

Al taglio del nastro e successivo sopralluogo dell’area in via Valsamoggia, presenti, tra gli altri, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, l’assessore regionale all’Ambiente, Paola Gazzolo il sindaco del Comune di San Giovanni in Persiceto, Lorenzo Pellegatti e Andrea Ramonda, di Herambiente partner del progetto.

 

La vicenda 
Gestita abusivamente da un operatore privato
l’area ex Razzaboni occupava circa 56 mila metri quadri. Interessata da un’attività illecita di smaltimento e contaminata da fanghi industriali, è stata individuata nel 2001 dal Corpo forestale dello Stato che ha scoperto oltre 16 mila tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti da diverse aree del Nord Italia. L’operatore privato non ha mai provveduto alla bonifica, benché ordinata dalle autorità competenti, attività poi gestita dal Comune di San Giovanni in Persiceto.

Nel 2003 la Commissione europea ha avviato una procedura d'infrazione contro l'Italia comprendendo, tra i casi esaminati, anche quello del comune bolognese. Tra il 2007 e 2008 è stato realizzato un intervento di emergenza e di messa in sicurezza dei rifiuti, che ha previsto opere di impermeabilizzazione e l’accorpamento dei rifiuti in un unico grande cumulo.  

Successivamente, nel 2014, l’area è stata parzialmente espropriata e il Comune è intervenuto con un primo stralcio di lavori per complessivi 4 milioni di euro messi a disposizione dalla Regione per le opere di risanamento e la rimozione dell’amianto nei rifiuti.
Grazie alla realizzazione di questi interventi, nel 2016 la Commissione europea ha certificato la bonifica decretando l’uscita del sito dalla procedura d’infrazione, senza il pagamento di alcuna sanzione.

Nel 2017 su richiesta di Regione e Comune è stato siglato un accordo con il ministro dell’Ambiente che ha reso disponibili oltre 3,3 milioni di euro per la bonifica definitiva dell’area che si è appena conclusa. Continuerà invece fino 2024 il monitoraggio delle acque sotterranee di prima falda per verificare l’efficacia dell’intervento./Eli.Co.

 

Fonte: Agenzia di informazione e comunicazione Regione Emilia-Romagna
e-mail: agenziastampa@regione.emilia-romagna.it

 

 

 

 

Data di pubblicazione: 14-11-2019