Scelto lo Stemma istituzionale e il Gonfalone della Città metropolitana

Approvato da Consiglio e Conferenza Metropolitana

Logo della Città metropolitana di Bologna

Il Leone di colore azzurro che innalza un vessillo tricolore con il motto Libertà in rosso. A destra del leone è riportata la scritta CITTÀ METROPOLITANA DI BOLOGNA.
Dopo il via libera del Consiglio, la Conferenza Metropolitana durante la seduta di giovedì 18 giugno ha approvato lo Stemma Istituzionale e il Gonfalone della Città metropolitana di Bologna.

La Città metropolitana è subentrata alla Provincia di Bologna il primo gennaio 2015 a seguito dell'entrata in vigore della Legge 56/2014. Lo Statuto del nuovo Ente prevede che la Città metropolitana di Bologna abbia un proprio Stemma e Gonfalone approvati dal Consiglio e dalla Conferenza Metropolitana dei Sindaci. Per lo studio e la realizzazione dello Stemma istituzionale e del Gonfalone si è costituito un gruppo di lavoro composto da comunicatori e grafici della Città Metropolitana e di Urban Center (che ha collaborato a titolo gratuito). Il percorso è iniziato individuando il messaggio che lo Stemma avrebbe dovuto veicolare: Città metropolitana di Bologna come Ente “leggero”, a servizio del territorio, che rappresenta le comunità, promuove lo sviluppo civile, sociale, culturale ed economico, Ente di coordinamento dell’attività di Comuni e
Unioni.

Il logo approvato tiene conto della necessità che la nuova Città metropolitana ha di un’immagine forte che possa garantirne la massima riconoscibilità su tutti gli strumenti di comunicazione (cartellonistica, manifesti, volantini, pagine pubblicitarie, carta intestata, buste, biglietti da visita, portale, social network,…).

Il nuovo stemma ha conservato il Leone, scelto all'inizio del secolo scorso per la Provincia di Bologna. L’antico stemma araldico della Provincia di Bologna veniva così descritto nel Regio decreto che il 6 luglio 1933 concedeva alla Provincia di Bologna la facoltà di uso dello stemma: “D’azzurro al leone rampante d’oro che leva un vessillo a tre fasce, di verde e d’argento con motto: “Libertà”, e di rosso. Sotto la punta dello scudo la leggenda “Provincia di Bologna” scritta in oro su lista azzurra, accartocciata, bifida e svolazzante. Corona regolamentare racchiudente due rami, uno di alloro e uno di quercia”.
Lo stemma fu proposto da Paolo Silvani, “esimio studioso e profondo ricercatore delle patrie storie e tradizioni”, a cui il Rettorato aveva affidato l’incarico di compiere uno studio e presentare proposte al riguardo. Nella sua relazione Silvani spiega le ragioni storiche che lo hanno portato a proporre quello stemma quale simbolo della Provincia di Bologna e, a riprova delle sue affermazioni, compie un vero e proprio excursus storico, per assicurarsi che “quel complesso soggetto di diritto pubblico designato oggi colla espressione di ‘Provincia di Bologna’ sia stato contrassegnato ed individuato da un simbolo od emblema che a esso fosse proprio”.

A suo parere, un momento storico di particolare rilievo per Bologna è quello del moto insurrezionale del 1831, quando le “energie popolaresche e locali”, di fronte al decadimento progressivo dell’autorità statale pontificia, rivendicano “alla collettività popolare il diritto di disporre delle pubbliche sorti” e costituiscono il 5 febbraio 1831 il Governo provvisorio della Città e Provincia di Bologna. “Sin dal giorno 7 febbraio 1831 – ricorda Silvani – il Governo provvisorio di Bologna diede ordine che nei sigilli delle autorità tutte, agli stemmi ed emblemi sino allora usati si sostituisse il leone rampante portante la bandiera tricolore con la parola libertà”.
Il Governo provvisorio esercitò la sua autorità in un ambito territoriale sostanzialmente coincidente con la circoscrizione amministrativa provinciale, rappresentativa di quella “comunanza di spiriti che secolarmente si era formata tra le popolazioni della città e del contado”.
Pertanto Silvani sostiene il valore simbolico dell’insegna prescelta dal Governo provvisorio e avalla la sua proposta con alcune osservazioni: il leone rampante (simboleggiante il popolo) che leva un vessillo con motto ripete un motivo araldico storico per la città: era espressamente riservato alla magistratura popolare dei “Tribuni della plebe” e si trova anche riprodotto in medaglie e monete bolognesi, come lo zecchino coniato sotto il pontificato del concittadino Papa Benedetto XIV (al secolo Prospero Lambertini). Inoltre, i colori del vessillo sono quelli del tricolore italiano e il latino libertas è sostituito dalla parola italiana libertà.

 

 
 
Data ultimo aggiornamento: 27-01-2022
 
 
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