La Brazadela, l’intramontabile dolce tradizionale che si prepara in tutta l’Emilia-Romagna, è ora il primo prodotto a Denominazione Comunale d’Origine (De.Co.) del Comune di Crevalcore a partire da un’iniziativa della Proloco di Crevalcore.
Il nome di questo dolce tradizionale, attestato in tutto il bolognese e ferrarese, parrebbe derivare da come l’oste lo tenesse infilato in un braccio (brazza), per avere l’altro braccio libero mentre versava il vino.
A conferma di quanto sia radicata la tradizione ancora oggi i crevalcoresi, nei momenti di convivialità, scelgono spesso la Brazadela e, all’interno del Comune, il consumo di questo dolce della festa è ancora molto diffuso, sebbene oggigiorno sia molto più utilizzata la forma rettangolare.
Il recupero dell’antica forma vuole anche rimandare alla circonferenza della ruota della bicicletta perché è anche ai cicloturisti, che raggiungeranno Crevalcore percorrendo la Ciclovia del Sole, che sarà data l’occasione di approfittare di questa ghiotta prelibatezza.
La sua ricetta? Molto semplice e antica, tramandata di generazione in generazione come dolce delle feste e preparato quindi nelle occasioni speciali, ad esempio per le cresime, con i pochi ingredienti disponibili nelle campagne: farina 00, uova, burro, zucchero semolato, zucchero a velo, lievito per dolci, aroma di vaniglia e di limone, buccia di limone grattugiata, latte e granella di zucchero per decorare.
Sono gli stessi ingredienti che utilizzano ancora oggi i due forni che hanno sottoscritto la De.Co., Dolciromy, di via Matteotti 66, e La Madia, in via S. Agata 84 a Crevalcore.
“Sono particolarmente lieta di promuovere questa nostra prima De.Co. - afferma Mariarosa Nannetti, assessora a cultura, comunicazione e turismo del Comune di Crevalcore - e ringrazio molto la Proloco di Crevalcore per essersi attivata con questa proposta. L’Amministrazione comunale intende infatti valorizzare i prodotti agroalimentari e le tradizioni legate alla nostra storia e alla cultura del nostro territorio comunale per garantirne la sopravvivenza, oltre che come strumento di promozione dell’immagine del Comune da cui possono derivare importanti occasioni di marketing territoriale con ricadute positive sull’intera comunità”.