Alla scoperta delle case museo con la Card Musei Metropolitani Bologna

Da Casa Carducci alla Rocchetta Mattei, ecco le visite alle antiche dimore del territorio

Immagine dal sito
 

Dal 6 maggio al 3 giugno grazie alla Card Musei Metropolitani Bologna è possibile scoprire le storiche dimore del nostro territorio e immergersi nella vita quotidiana dei tempi antichi. Casa Morandi e Casa Carducci a Bologna, la Rocca di Dozza, Palazzo Tozzoni a Imola, la Rocchetta Mattei: sono le case museo presenti nella rete della Card. Le visite sono gratuite e riservate agli abbonati Card.
L’ingresso ai musei è gratuito o ridotto, a seconda della riduzione prevista per gli abbonati. E' possibile prenotare nel sito Card Musei Metropolitani Bologna.

Programma
La casa d’artista – Bologna, casa Morandi
domenica 6 maggio, ore 11
ingresso gratuito con Card
La casa studio di Giorgio Morandi si trova nel cuore della città storica e fa parte della lunga prospettiva di un portico che collega due tra le vie senatorie più importanti di Bologna, Strada Maggiore e via Santo Stefano. Qui, conduceva la sua vita solitaria quello che lo storico dell’arte Roberto Longhi definì “il monaco di via Fondazza”.
Nei pochi passi tra la stanza da letto, la cucina e il piccolo cortile giardino, Morandi diede vita a quel dialogo immobile e al tempo stesso intenso tra luce e volumi, che è il cuore della sua pittura. Il pittore abitò al civico 36, dal 1933 fino all’anno della morte, avvenuta nel 1964.
Assieme a lui erano le tre sorelle, Anna, Dina e Maria Teresa; quest’ultima nel 1991, donò alla città il microcosmo della casa studio e l’inestimabile collezione di dipinti ora esposta al Mambo. Varcare l’ombra quieta del portico ed entrare a casa Morandi significa far parte, anche per poche ore, di un luogo che racconta meglio di altri il senso della poetica morandiana, compreso il legame con la città, con i suoi ritmi, con il suo respiro più intimo.

La casa del personaggio illustre – Bologna, casa Carducci
domenica 13 maggio, ore 11
ingresso gratuito con Card
Il villino delle Mura Mazzini ha ospitato uno degli scrittori più famosi della nostra letteratura, il lucchese Giosuè Carducci che trovò in Bologna una città d’elezione. La casa dove il poeta abitava in affitto con la moglie Elvira, divenne sua dopo che, generosamente, la Regina Margherita l’acquistò dai proprietari concedendo ai coniugi Carducci di abitarvi vita natural durante. Allo stesso modo, qualche anno prima aveva acquistato la biblioteca e l’archivio carducciano con il desiderio di preservare il patrimonio di libri e manoscritti del poeta e di consentirgli di vivere in tranquillità economica. Alla morte di Carducci la casa e tutto ciò che conteneva, venne donato da Margherita alla città di Bologna, con il desiderio che la comunità ne tutelasse l’integrità e consentisse agli studiosi la consultazione dei libri e dei manoscritti.
Accanto alla casa sorge il monumento in memoria del poeta, realizzato in un meditato arco di tempo da Leonardo Bistolfi ed inaugurato nel 1928. Le stanze di casa Carducci si rivelano di sobrio decoro borghese, acuito dalla severità degli arredi, mentre è imponente la presenza di libri, manoscritti, sculture, fotografie e ritratti dai quali lo scrittore sembra ancora vegliare sulle stanze tanto amate del villino di Mura Mazzini.

La residenza aristocratica di provincia – Imola, palazzo Tozzoni
domenica 20 maggio, ore 11
ingresso gratuito con card
In principio, a fine Quattrocento, i Tozzoni abitarono due case attigue che solo tra 1726 e 1738 diventarono un palazzo, quando la famiglia, arrivata a Imola proprio allo scorcio del XV secolo, acquistò una posizione economica e sociale di prestigio e la conseguente necessità di garantirsi una dimora adeguata.
Dal 1978 il palazzo è una casa museo di proprietà comunale. Non ci sono vetrine o espositori, ma ciò che la storia ha lasciato come sedimento al suo passaggio e che, in ogni oggetto, racconta il filo rosso della cultura materiale che l’ha prodotto e il gusto di chi l’ha scelto. Dallo scenografico scalone d’ingresso, dai mobili e decori d’inizio Settecento dell’appartamento Barocchetto, dal rigore neoclassico dell’appartamento Impero, fino alla grande cucina padronale, cuore pulsante del palazzo, per arrivare alle cantine, dove si svolgeva il ciclo di lavorazione del grano e del vino, tutto ci racconta di una grande casa nella quale chi abitava ha mantenuto intatto ciò che vi si trovava per consegnarlo per intero ai discendenti, quasi fino alle soglie del XXI secolo.

La casa fortezza – La Rocca di Dozza, una fortezza diventata palazzo
domenica 27 maggio, ore 11
ingresso gratuito con Card
Arrampicata sul balcone naturale che si sporge sulla valle, integrata nel borgo sul quale domina, la Rocca di Dozza, nel corso del tempo ha avuto molte vite.
Fortezza medievale nel XIII secolo, strategicamente collocata tra Bologna e la Romagna, poi fortilizio rinascimentale dopo il 1480, quando la signoria Riario Sforza acquisito il dominio sulle terre di Forlì e Imola, provvide ad aggiornarne il potenziale difensivo secondo le più recenti tecniche militari; nel 1565, quando la Romagna era da tempo entrata a far parte della legazione Pontificia, passò in proprietà del cardinale Ludovico Campeggi, nunzio apostolico e fine diplomatico alla corte di papa Clemente VII. Saranno questi gli anni, fino alla fine del secolo, dei mutamenti per attutire l’impatto di edificio militare ed acquistare lo status di sede di rappresentanza diplomatica. La famiglia Campeggi poi diventata Malvezzi Campeggi, possedette la Rocca fino al 1960 e nel corso di questo lungo periodo di tempo, molti furono i lavori per rendere abitabile dal punto di vista residenziale, la robusta struttura nata per scopi diversi, molti secoli prima.

La casa utopica – Riola di Vergato, la Rocchetta Mattei
domenica 3 giugno, ore 18
ingresso ridotto con Card  (5 € anziché 10 €)
A chi passa lungo la statale Porrettana che lambisce Riola di Vergato, è impossibile non notare la Rocchetta Mattei, le cui torrette e soprattutto le dorate guglie a cipolla, svettano tra i calanchi. La Rocchetta è un’apparizione, un luogo magico, frutto della volontà di un solo uomo, Cesare Mattei.
Cesare Mattei, nato a Bologna nel 1809 da famiglia dell’alta borghesia, ebbe la possibilità di coltivare gli studi e di far parte di un èlite intellettuale di stampo liberale che vedeva in Marco Minghetti un esponente di punta. Fu proprio, tra gli altri, assieme a Minghetti, che nel 1837, Cesare Mattei fondò la Cassa di Risparmio di Bologna. Un fatto tragico divenne centrale per la sua vita, la morte della madre nel 1844, a causa di un tumore. Da quel momento, abbandonata la vita sociale e gli affari, si dedicò allo studio di una medicina sperimentale ed empirica, da lui chiamata elettromeopatia. Assieme al progredire della nuova scienza, avanzava la costruzione della Rocchetta; iniziata nel 1850, l’edificazione continuò per tutta la vita di Mattei. Le fondazioni dell’edificio poggiano sui resti di un complesso medievale, distrutto nel 1293, che faceva parte del territorio della contessa Matilde di Canossa e dove alloggiava un suo vassallo, Lanfranco da Savignano.
Il particolare intreccio tra suggestioni massoniche, orientali e filosofiche, che erano alla base delle teorie parascientifiche di Mattei, ha plasmato anche l’aspetto architettonico della Rocchetta che presenta un aspetto eclettico che vede l’ippogrifo dell’ingresso, la Loggia Carolina in stile orientale, la sala inglese, la camera con il soffitto a stalattiti dove dormiva il conte, fino al bellissimo cortile dei Leoni, riproduzione in piccola scala del cortile dell’Alhambra a Granada. Un insieme di stili e suggestioni che culminano nel percorso esterno che collega due torrette e che permette di ammirare la bellezza dell’Appennino nel quale la Rocchetta è incastonata.

 

 
 
Data di pubblicazione: 24-04-2018
Data ultimo aggiornamento: 24-04-2018
 
 
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