Accordo territoriale tra Città metropolitana e Regione: stop a nuovi insediamenti logistici nell'area metropolitana

Il via libera in Consiglio metropolitano e in Giunta regionale. Nasce anche l'Osservatorio metropolitano sul consumo di suolo

Muletto al lavoro
 

Stop a nuovi insediamenti logistici, rispetto a quelli già autorizzati, per contenere il consumo di suolo e favorire una crescita sostenibile, preservando i margini residui previsti dalla legge regionale per insediamenti di carattere manifatturiero e produttivo ad alto valore aggiunto. Sono questi gli obiettivi principali dell’Accordo territoriale tra Città metropolitana di Bologna e Regione Emilia-Romagna approvato mercoledì 27 luglio dal Consiglio metropolitano con 14 voti favorevoli (Centro sinistra e Alleanza metropolitana) e 2 astenuti (Uniti per l’alternativa) e dalla Giunta regionale, un’intesa innovativa sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.

Dal 2018 infatti – come dimostrato dalle analisi effettuate dal tavolo interistituzionale di Città metropolitana di Bologna e Regione Emilia-Romagna che in questi mesi ha lavorato all’Accordo - l’entità della superficie territoriale già consumata e consumabile per funzioni logistiche, a seguito dell’attuazione dei procedimenti recentemente approvati e avviati, è molto elevata: circa 66 ettari all’anno di nuovo suolo agricolo sono stati consumati per la logistica, che corrispondono a quasi la metà di quello che il Piano Territoriale Metropolitano e la legge urbanistica regionale (la riforma approvata nel 2017 che punta al consumo di suolo a saldo zero, al recupero e alla riqualificazione dell’esistente) concedono per il consumo di suolo fino al 2050. 

Con questo Accordo si vuole dunque, da un lato confermare che la priorità dello sviluppo economico nel territorio metropolitano bolognese è assegnata alle attività produttive e in particolare alla manifattura meccanica e ad alto valore aggiunto. Dall’altro – in piena coerenza con la Carta metropolitana per la logistica etica - si ribadisce il ruolo strategico dell’Interporto di Bologna come la più importante piattaforma logistica intermodale ferro/gomma di rilievo metropolitano, regionale e nazionale, prevedendo che i prossimi insediamenti siano qui localizzati.

L’Interporto è e sarà oggetto di investimenti strategici quali:
- il potenziamento del terminal ferroviario con l’allungamento dei binari
- una totale riorganizzazione dell’accesso sud fino al casello autostradale Bologna Interporto,
- la realizzazione di un nuovo accesso nord (solo per trasporto pubblico e mezzi leggeri).
La piattaforma interportuale – stabilisce l’Accordo - potrà essere ampliata per superficie territoriale e utile, per funzioni logistiche. A tal fine è in corso la redazione di un apposito accordo territoriale che definirà la misura, le caratteristiche e le condizioni del suddetto ampliamento.


A partire dal 12 luglio
(data della seduta conclusiva del tavolo interistituzionale) non sono dunque più attivabili altri procedimenti per funzioni logistiche, rispetto a quelli già avviati. 

Questo significa che invece di esaurire in 4 anni la quantità di suolo solo per la logistica, avremo a disposizione 250 ettari per 30 anni, fino al 2050, da consumare parsimoniosamente per il nostro tessuto produttivo. Oltre al non aumentare il numero di ettari per nuova logistica, l’accordo produce
con effetto immediato per una riduzione di circa 60 ettari, che tornano alla loro originaria funzione agricola. 

Nuovi insediamenti logistici saranno viceversa ammissibili solo se strettamente funzionali al processo di produzione di aziende appartenenti alla filiera produttiva metropolitana (realizzazione di propri magazzini, dedicati generalmente in parte al prodotto finito e in parte allo stoccaggio di materie prime e semilavorati) e potranno insediarsi esclusivamente all’interno del territorio urbanizzato degli ambiti produttivi, privilegiando il riuso e la rigenerazione del patrimonio edilizio produttivo dismesso laddove presente. 

La scelta contenuta nell’Accordo di forte limitazione alla nuova logistica deriva dalla convinzione che “la diversificazione e differenziazione funzionale delle attività produttive sono alla base di uno sviluppo armonico del territorio metropolitano, mentre ciò non avviene se gli investimenti di logistica tendono ad assumere un rilievo maggiore rispetto agli investimenti produttivi”. C’è dunque “la necessità di garantire un adeguato supporto logistico ai processi dell’industria e delle imprese di eccellenza del territorio metropolitano bolognese orientando gli ulteriori insediamenti di logistica unicamente al soddisfacimento delle esigenze delle imprese insediate dell’area metropolitana”. 

I numeri della logistica nel bolognese


Al 2018 il numero di imprese operanti nel settore della Logistica nel territorio metropolitano è pari a circa 2.300, mentre la Superficie Coperta (Utile) è stata stimata in circa 1.600.000 mq.
Sulla base della ricognizione effettuata dalla Città metropolitana, a decorrere dalla data di adozione del PUMS (27 novembre 2018) e sino alla data di conclusione del tavolo interistituzionale (12 luglio 2022), sono stati conclusi una serie di procedimenti urbanistici inerenti alla funzione di logistica specializzata e altri sono stati avviati formalmente e pertanto sono in corso. In particolare:
-I procedimenti approvati dopo l’adozione del PUMS e in corso di realizzazione, corrispondono a circa 103,3 ettari di Superficie Territoriale;
-I procedimenti avviati con atto formale del Comune e formalmente comunicati alla Città metropolitana corrispondono a circa 139,2 ettari di Superficie Territoriale;
-La quantità di superficie territoriale destinata allo sviluppo dell’Interporto è di circa 100/150 ettari, da definire con lo specifico Accordo Territoriale in corso di redazione;

A seguito di detta ricognizione, risulta che il territorio metropolitano utilizzato per questa funzione o di prossimo utilizzo con procedimenti attuativi avviati, sia pari a circa 342,5/392,5 ettari (242,5+100/150), e che il consumo di suolo ai sensi dell’art. 6 della LR 24/2017 risulta pari a circa 202,7/252,7 ettari, attestandosi su quasi la metà del 2% metropolitano (518 ettari) destinato dal PTM allo sviluppo degli insediamenti ritenuti strategici di eccellenza fino al 2050.
A fronte del rischio di un’inadeguata diversificazione e differenziazione funzionale delle attività produttive nel territorio metropolitano, che si ritiene invece debba essere alla base dello sviluppo armonico e della ricchezza del territorio stesso, il nuovo Accordo territoriale varato oggi da Città metropolitana di Bologna e Regione Emilia-Romagna, risulta particolarmente innovativo e sfidante sia sul piano quantitativo che qualitativo.

Sempre la Città metropolitana ha dato l’ok all'Osservatorio metropolitano sul consumo di suolo un nuovo strumento che ha l'obiettivo di monitorare il consumo di suolo (a partire dal 1955 ad oggi) ai fini della pianificazione territoriale.

 
 
Data di pubblicazione: 28-07-2022
Data ultimo aggiornamento: 02-08-2022
 
 
La tua iscrizione non può essere convalidata.
La tua iscrizione è avvenuta correttamente.

Iscriviti alla newsletter settimanale "Bologna metropolitana" 

 Il tuo indirizzo email viene utilizzato unicamente per permettere l'invio della  newsletter della Città metropolitana di Bologna. Puoi disiscriverti in  qualsiasi momento usando il link incluso in ogni email.  Privacy