San Benedetto Val di Sambro, nell’area industriale di Pian del Voglio arriva la banda larga

 

La Giunta Comunale del Comune di San Benedetto val di Sambro ha approvato nello scorso mese di giugno l’Accordo di Programma per l’infrastrutturazione di Aree Industriali che si inserisce in una più ampia politica regionale. La Regione Emilia-Romagna, con la delibera DGR 1907/2010, ha identificato le aree in divario digitale infrastrutturale come zone ricomprese nel territorio regionale nelle quali la cittadinanza e/o le aziende, come singole o in forme aggregative, evidenzino difficoltà ad avere connettività a banda larga per le proprie azioni o per i propri servizi, secondo il criterio guida discriminante che all’utenza finale sia garantita la possibilità di accedere a servizi analoghi allo stesso costo rilevabile nelle aree meglio servite.

La connettività in banda ultralarga è un indirizzo programmatico della comunità europea, secondo il quale il 100% dei cittadini deve essere servibile con almeno 30Mbps ed il 50% deve risultare servito con almeno 100Mbps. È stato ed è obiettivo primario del Comune di San Benedetto Val di Sambro dotare le aziende del territorio di soluzioni infrastrutturali capaci di garantire la connettività a banda larga in risposta a fabbisogni attuali e futuri”. Ha commentato il sindaco di San Benedetto Val di Sambro, Alessandro Santoni.

Sono state le aziende del territorio come la Seri.Art. srl, Cav. Leo Balestri Spa e Chiodin Sergio sas a chiedere all’Amministrazione comunale di adoperarsi per avere a disposizione sistemi di comunicazione a banda ultralarga per poter sviluppare le proprie azioni imprenditoriali. In questo quadro il Comune ha ritenuto necessario promuovere la sottoscrizione di un Accordo di Programma per l’infrastrutturazione di aree Industriali nel Comune di San benedetto Val di Sambro nell’area produttiva “Campana”, finalizzato alla distribuzione di servizi a banda ultralarga, secondo il modello di finanziamento pubblico/privato. L’infrastrutturazione non comporta alcun onere a carico dell’Amministrazione ed il modello adottato prevede che il Comune metta a disposizione, senza oneri ed a titolo di cofinanziamento, infrastrutture di proprietà pubblica, siano esse legate alla pubblica illuminazione o a qualsiasi altro scopo originario. In tali tubazioni vengono posati cavi contenenti fibre ottiche che interconnettono la rete Lepida verso punti di distribuzione e/o verso le sedi


Le Aziende coinvolte finanziano la infrastrutturazione della rete di dorsale, dal punto della rete Lepida al punto di terminazione posto all’interno della Azienda, e acquisiscono la proprietà della relativa porzione della rete; contestualmente a tale acquisizione le Aziende coinvolte cedono al Comune, a titolo gratuito, la propria quota di infrastrutturazione sin dall’atto della sua acquisizione.  Il Comune da parte sua concede a titolo gratuito alle Aziende il diritto d’uso quindicennale, rinnovabile, della infrastruttura e concede a titolo gratuito a Lepida, contestualmente alla cessione della proprietà delle infrastrutture da parte delle Aziende, l’uso esclusivo non vincolato delle infrastrutture per quindici anni a condizione che Lepida mantenga la titolarità delle necessarie autorizzazioni all’esercizio di reti pubbliche di comunicazione elettronica. A tal fine il Comune si impegna a fornire tutti i permessi necessari, fornendo la massima semplificazione amministrativa possibile, nel rispetto della normativa vigente.

Lepida si è impegnata a concludere l’opera entro 6 mesi dall’inizio dei lavori che diviene di proprietà esclusiva del Comune.


 “Consapevoli dell’importanza del superamento del divario digitale per cittadini ed imprese, in attesa del completamento dell’infrastrutturazione del territorio che ci auguriamo possa concludersi al più presto, ogni anno il Comune si impegna a effettuare una ricognizione per verificare l’eventuale interesse ad ampliare la rete di accesso ad ulteriori Aziende, la sostenibilità economica preliminare, ed a produrre a Lepida la lista degli interessati per la valutazione economica e per l’eventuale contrattualizzazione: è questo un altro esempio virtuoso di collaborazione pubblico-privata che valorizza il lavoro e gli sforzi di tutti” ha concluso Alessandro Santoni.

 

Fonte: Ufficio stampa Unione Appennino Bolognese
e-mail: mariaelena.mele@unioneappennino.bo.it

 

Data di pubblicazione: 02-08-2021