Turismo: i parchi dell’Appennino bolognese elemento chiave per il rilancio

Un convegno a Marzabotto conferma le prospettive del settore

Foto: escursionisti - Archivio Città metropolitana di Bologna
 

Tre dei cinque parchi dell'area metropolitana si trovano nell’Appennino bolognese, queste aree ora entrano pienamente a far parte dell’offerta presentata dalla Destinazione Turistica. Del tema si è discusso nel convegno organizzato a Marzabotto dall’Ente Parchi durante la mattinata del 4 maggio: un tema su cui tutti i relatori sono stati concordi è stato quello che occorre superare la dicotomia tra tutela del territorio e sviluppo economico: le due esigenze possono convivere, anzi la tutela della biodiversità è un elemento chiave da valorizzare nella costruzione dei prodotti turistici.
All'incontro sono intervenuti l’assessore al turismo dell’Emilia-Romagna Andrea Corsini, che ha definito i parchi un elemento strutturale dell'offerta turistica, e la collega Paola Gazzolo, assessore alla protezione civile, che ha parlato dell'intenzione di aumentare le risorse per i parchi regionali e individuato 4,4 milioni per nuovi investimenti.
Durante il convegno sono stati presentati i risultati di un'indagine commissionata dall’Ente Parchi e realizzata dalla società “Eco & Eco”: le aree protette dell’Unione dei comuni dell’Appennino bolognese (il Corno alle Scale, il Contrafforte Pliocenico con Pianoro e Sasso Marconi, Monte Sole, Suviana e Brasimone) e quelle di Monteveglio e dei Gessi Bolognesi ospitano complessivamente 256 aziende agricole, 27 agriturismi, 6 fattorie didattiche. Ogni anno quasi 18 mila studenti le visitano (soprattutto Monte Sole, per il suo valore storico, che conta 6300 visite l’anno). Dopo anni difficili di calo dei visitatori, la tendenza è stata invertita: i dati del 2016 parlano di 2.984.965 presenze turistiche e 320.711 escursionisti: a tale movimento gli autori delle ricerca, attribuiscono un fatturato stimato pari a 15.065.975 € al netto del contributo del Comune di Bologna. Si tratta della cosiddetta “visitor economy”: la natura tutelata diventa cioè attrattore di flusso turistico. Sempre secondo questi dati, considerando che il bilancio dell’Ente Parchi nel 2016 era di circa due milioni di euro, si può dedurre che per ogni euro speso in conservazione e valorizzazione della natura corrispondono 8 € di fatturato turistico.
Non è un caso se allora la Destinazione Turistica della Città metropolitana di Bologna, rappresentata durante il convegno dalla direttrice Giovanna Trombetti, e Bologna Welcome, per cui ha parlato il direttore  Patrik Romano, dal 2015, anno in cui si è formato il Tavolo per il Turismo in Appennino, hanno cominciato a progettare nuovi prodotti turistici per l’Appennino, lavorando sull’autenticità e sul rapporto stretto con i territori e gli amministratori. Uno degli obiettivi di Bologna è proprio quello di trasferire parte del flusso turistico che oggi si concentra sul centro storico su tutto il territorio metropolitano. Si sono individuati per esempio alcuni dei numerosi sentieri da valorizzare e per i quali garantire la manutenzione e la fruizione, con l’obiettivo di replicare il successo di Bologna, dove si sono trasformati i passeggeri in turisti, lavorando su contenuti, accoglienza e prodotti. A tal proposito è stata annunciata l’intenzione di far nascere per il 2019 un punto di accoglienza turistica nel centro storico di Bologna, completamente dedicato all’offerta turistica dei parchi e dell’Appennino. Senza contare progetti già in via di definizione come la pista ciclabile Eurovelo 7, il centro di documentazione per la Linea Gotica a Vergato e l’ampliamento della Casa della Cultura di Marzabotto che, come ricordato dal sindaco di Marzabotto Romano Franchi, diventerà una vera e propria porta d’accesso al turismo in Appennino, con un infopoint dedicato a tutti i visitatori e gli uffici dell’Ente Parchi. Sindaco di Marzabotto che, in qualità di presidente dell’Unione, si è anche domandato come mai tra le funzioni associate che la Regione finanzia e promuove non ci sia quella della cultura e del turismo, sulla quale l’Unione dei comuni dell’Appennino ha investito da subito.
Da non trascurare infine le esperienze vincenti da cui prendere spunto: Giampiero Samurri, presidente nazionale FederParchi, ha infatti ricordato quanto prezioso sia il ruolo delle guide. Possono aiutare a godere di spettacoli non ripetibili, come la vista di un animale, a preservare e controllare il territorio, ad arricchire l’esperienza dei turisti che dimostrano di gradire. E non sono un costo, perché l’esperienza delle isole toscane dimostra come i turisti per una visita guidata paghino volentieri il costo del biglietto.

 

Link: Parchi in Emilia-Romagna


Ente di gestione per i parchi e la biodiversità Emilia orientale

 

 
 
Data di pubblicazione: inserire data
Data ultimo aggiornamento: 07-05-2018
 
 
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