Premio Diana Sabbi, 3 vincitrici ex-aequo per la VII edizione

Premiate le tesi di Anna Frisone, Ilenia Carrone, Vivianne Pellacani

In sala Consiglio durante la premiazione
In sala Consiglio durante la premiazione

Sono tre le tesi di laurea vincitrici ex aequo della VII edizione del Premio Diana Sabbi, assegnato ogni anno alla miglior tesi sulla storia delle donne, dei movimenti, delle resistenze e dei modelli femminili in età contemporanea, con particolare riferimento al periodo della seconda guerra mondiale e della Resistenza:

  • "La trasmissione della memoria della Resistenza. Il racconto dei figli e delle figlie delle partigiane di Carpi" di Ilenia Carrone;
  • "Per una storia del femminismo sindacale. Le 150 ore delle donne: il caso di Reggio Emilia" di Anna Frisone;
  • "Case di tolleranza e sistema penale: dall'abolizionismo della legge Merlin al regolamentarismo dei comuni olandesi" di Vivianne Lara Letizia Pellacani.

Istituito nel 2005 dalla Provincia di Bologna in collaborazione con Università e Anpi, per evidenziare il forte radicamento dei valori della Resistenza nella realtà territoriale del nostro Paese e  valorizzare la partecipazione e il ruolo delle donne nelle vicende che caratterizzarono la lotta di Liberazione,  il Premio  ricorda la figura di Diana Sabbi, staffetta partigiana nata a Pianoro nel 1922 e scomparsa nel 2005, decorata con la medaglia d'argento al valor militare per essersi distinta in azioni di particolare valore e coraggio durante la Resistenza.


Dopo l'introduzione del presidente del Consiglio Stefano Caliandro le vincitrici (per Ilenia Carrone il premio è stato ritirato dal padre) sono state premiate oggi dalla presidente Beatrice Draghetti e dall'assessore alle Pari opportunità Gabriella Montera nel corso della cerimonia svoltasi in apertura del Consiglio provinciale alla presenza di William Michelini, presidente dell'Anpi e della professoressa Daniella Gagliani dell'Università di Bologna.

Durante la  cerimonia Alessandra Deoriti dell'Anpi ha ricordato la figura di Olga Prati, partigiana e coordinatrice donne Anpi, scomparsa l'estate scorsa.

 

Queste le motivazioni della giuria:
Anna Frisone (Università degli studi di Bologna) ha svolto un’ottima ricostruzione della nascita e degli sviluppi del femminismo sindacale all’interno di una ricca analisi del contesto generale degli anni considerati, focalizzando la sua indagine sui corsi 150 ore delle donne con una puntualizzazione sul caso di Reggio Emilia. Rilevante la capacità di fare emergere l’affermarsi della nuova soggettività femminile all’interno della realtà sindacale fino allora caratterizzata da una visione omocentrica.
Ilenia Carrone (Università La Sapienza di Roma) ha indagato il tema inusuale della memoria che i figli e le figlie conservano della Resistenza delle madri, usando il metodo dell’intervista approfondita poi confrontata con le testimonianze orali rilasciate dalle madri in anni precedenti. Il territorio dell’indagine è stato il Carpigiano che vide un forte movimento di Resistenza con una rilevante presenza femminile. Nel suo lavoro mostra come presso i figli e le figlie sia debole la memoria della Resistenza delle madri rispetto a quella dei padri e  pone, con molta sensibilità,  questioni di  interesse sul concetto di emancipazione femminile.
Vivianne Lara Letizia Pellacani (Università degli Studi di Milano) confronta l’esperienza italiana e quella olandese davanti al fenomeno della prostituzione. Dopo un excursus storico nell'Ottocento e Novecento  giunge a oggi evidenziando le modalità fondamentali dell’approccio al fenomeno prostituzione e alle sue modificazioni da parte delle istituzioni nazionali e locali, dei movimenti delle donne e della comunità internazionale con una documentazione amplissima e rigorosa.

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Data ultimo aggiornamento: 12-11-2012
 
 
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