E' on line la pubblicazione "Il Benessere equo e sostenibile nella Città metropolitana di Bologna 2015" che riporta gli ultimi risultati del progetto di misurazione statistica del benessere a livello della Città metropolitana di Bologna.
Fra le tematiche prese in considerazione l'istruzione, il lavoro, la salute, la sicurezza, il patrimonio storico-artistico, l’ambiente.
Il progetto per misurare il benessere equo e sostenibile, nato da un’iniziativa congiunta del Cnel e dell’Istat, si inquadra nel dibattito internazionale sul “superamento del Pil”, alimentato dalla consapevolezza che i parametri sui quali valutare il progresso di una società non possano essere esclusivamente di carattere economico, ma debbano tenere conto anche delle fondamentali dimensioni sociali e ambientali del benessere, corredate da misure di diseguaglianza e sostenibilità. Il fascicolo pubblicato contiene un approfondimento a livello della Città metropolitana di Bologna dei principali indicatori di Benessere Equo e Sostenibile in comparazione con le analoghe misure calcolate a livello della Regione Emilia-Romagna e italiane.
Un po' di numeri
La Città metropolitana di Bologna registra dati positivi relativamente l'accesso all'istruzione: la percentuale di persone tra i 18 ed i 24 anni che hanno solo la licenza media e non sono inserite in un percorso di formazione è pari al 12,4%, valore inferiore rispettivamente di 1,6 e 3,4 punti percentuali rispetto al dato regionale e nazionale. Notevolmente più elevata che in regione e in Italia è la percentuale di residenti iscritti all’Università pari al 43,3%
L’area bolognese è anche caratterizzata da una rilevante percentuale di persone in età lavorativa in formazione permanente, pari al 9,7%, valore ben più alto di quello emiliano-romagnolo (8,7%) e italiano (7,4%).
In generale la situazione occupazionale dell’area bolognese è decisamente migliore rispetto a quella nazionale, sia nel complesso che per quanto riguarda l’occupazione giovanile. Anche il tasso di mancata partecipazione al lavoro è pari a 11,6% mentre quello italiano è pari a 22,9%.
Sul fronte della situazione reddituale dei bolognesi la situazione è positiva: il reddito lordo disponibile familiare medio si attesta sui 48.584 euro, superando di quasi 3.000 euro il pur positivo dato regionale e di oltre 8.000 euro la media italiana.
Anche per quanto riguarda il reddito da retribuzione, i lavoratori dipendenti del settore privato di Bologna evidenziano una situazione economica superiore a quella dei cittadini emiliano-romagnoli e italiani. Infatti, se nell’area bolognese la retribuzione media è pari a circa 25.000 euro, in regione tale valore non raggiunge i 22.700 euro, per scendere a 21.103 euro sul territorio italiano.
Tra gli indicatori di disagio economico, l’unico punto di debolezza è legato ai provvedimenti di sfratto emessi (3,2 ogni 1.000 famiglie, contro una media nazionale di 2,5); mentre il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari (1%) conferma la situazione economica positiva dell’area bolognese.
Nell'ambito "Salute" la speranza di vita alla nascita mostra valori dell’area bolognese prossimi a quelli della regione Emilia-Romagna, mentre sono migliori rispetto al contesto nazionale: i maschi con 80,9 anni guadagnano un anno di vita in più e le femmine con 85,2 anni circa sei mesi in più. Più bassi dei valori medi nazionali sono sia il tasso di mortalità per demenza, 65 anni e oltre, che il tasso di mortalità per tumore tra i 20 e i 64 anni.
Il tema della criminalità pone la criticità dell’area bolognese mediamente al di sopra del contesto regionale e nazionale, e fa apparire il territorio meno sicuro o forse, probabilmente, più propenso a denunciare le diverse forme di delitti. I delitti denunciati per 10.000 abitanti nella Città metropolitana sono molto al di sopra dei corrispondenti valori regionali di più di 170 punti e di quasi 290 punti rispetto all’Italia. Anche i delitti diffusi denunciati, quali i furti di ogni tipo e le rapine in abitazioni, sono considerevolmente più elevati, mentre i delitti violenti denunciati superano i livelli dell’Emilia-Romagna e dell’Italia di circa cinque punti, sempre ogni 10.000 abitanti.
Infine, sono positivi gli indicatori relativi alla qualità dei servizi pubblici: a Bologna, la quota di bambini con meno di 2 anni che usufruisce dei servizi per l'infanzia è due volte e mezzo superiore di quella italiana, mentre fortemente ridotta è la percentuale di emigrazione ospedaliera. La densità di linee urbane di trasporto pubblico locale a Bologna è pari a 248 km/100kmq mentre in Italia è di 122,2 km/100km.
La ricerca completa è on line nel sito della Statistica e studi
Link
BES delle province è il sito dedicato al progetto dove è possibile consultare tutti i documenti che illustrano i risultati dello studio svolto e le informazioni sulle attività in progress.