Comunicato stampa

Evangelisti: “La Ausl chiude anche il Punto nascita a Bentivoglio per recuperare posti letto Covid e personale: ancora penalizzati i cittadini ed i servizi della Provincia”

 

“La gestione dei servizi sanitari da parte delle istituzioni preposte continua a destare non poche perplessità e tanta preoccupazione: a distanza di un anno la situazione è notevolmente peggiorata, se si pensa che, per recuperare personale e spazi da utilizzare nella lotta al Covid si arriva a penalizzare servizi essenziali e piccole eccellenze, come il Punto nascita di Bentivoglio.

Questa decisione è senza dubbio un segnale, che si aggiunge ad altri, dell'estrema sofferenza che sta vivendo la sanità bolognese alle prese da un anno con la pandemia.

Non possiamo quindi, non stigmatizzare la decisione della Ausl, che chiude il punto nascita di Bentivoglio per recuperare posti letto per pazienti Covid, al fine di recuperare anestesisti per le terapie intensive e ostetriche per la copertura dei turni alla Maternità del Maggiore, che era già in sofferenza.

Riteniamo la scelta operata da Regione ed Azienda sanitaria inspiegabile, in quanto comporta, ancora una volta, la penalizzazione della Provincia e delle sue strutture, senza tenere in minima considerazione i sacrifici di coloro che qui abitano sempre, e che già sono assoggettati a servizi ridotti in tutti i campi, compreso quello sanitario e ospedaliero. Questa decisione attesta inoltre, un ritardo della Azienda nella organizzazione dei servizi per l’accoglienza dei pazienti Covid, attesa appunto la mancanza di posti letto e ancor più la mancanza di personale specializzato che dalle strutture provinciali viene impiegato nei nosocomi cittadini.

Pare inoltre che all’ospedale di Bentivoglio continueranno ad essere erogate le attività ambulatoriali legate alla maternità, mentre cambieranno le attività di consulenza ostetrico-ginecologica erogate nei Pronto Soccorso della Pianura Est e Ovest, mentre nulla si sa di certo per i servizi erogati alle donne seguite dai Consultori territoriali.

Preoccupata della situazione ho quindi depositato una interpellanza al Sindaco metropolitano per capire se la decisione sia stata condivisa anche in seno alla conferenza sanitaria metropolitana (CTSSM) e quindi si sia reputato giusto penalizzare uno dei pochi punti nascita rimasti in provincia, considerato una piccola eccellenza nel proprio ambito di settore e, conseguentemente, penalizzare anche le donne in gravidanza, in un periodo già particolarmente complesso della loro vita, aggravato ora dal disagio psicologico ed economico dettato dalla stessa emergenza Covid.

Ho domandato inoltre informazioni certe sulla durata di questa operazione, il costo della stessa a fronte del numero di posti letto per degenti Covid che saranno recuperati, il numero di medici, anestesisti, infermieri ed ostetriche che verranno conseguentemente trasferiti ed applicati alle strutture ospedaliere cittadine ed infine, se proprio necessario, perché non ci si è avvalsi del più vicino ospedale di Cento, invece di sottoporre le gestanti al tragitto dalla provincia alla città, attese le particolari condizioni del momento.

Insomma, l’esigenza è da una parte quella di tutelare le donne in gravidanza in questo momento così delicato, chiedendo garanzie di assistenza e servizi adeguati, dall’altra quella di trasparenza e chiarezza: ad un anno di distanza è necessario capire cosa non ha funzionato e perché si debba ricorrere a strutture e personale della provincia, smantellando reparti e servizi che funzionavano e sottoponendo anche il personale medico-sanitario ad un carico lavorativo e psicologico esorbitante, mancando appunto le unità operative”.

Lo dichiara:
Marta Evangelisti Consigliera metropolitana gruppo “Uniti per l’Alternativa”


Data ultimo aggiornamento: 09-03-2021