Comunicato stampa

Fatturazione elettronica, unanimità del Consiglio metropolitano per il differimento dell'entrata in vigore per i Comuni montani. La mozione proposta da Evangelisti e Santoni

 
 

Invitare il Governo ad esonerare, per un periodo di almeno due anni e comunque fino a quando non sarà completamente superato il divario digitale, i Comuni Montani, già penalizzati dalla crisi economica e dal digital divide, dall’applicazione della normativa sulla fatturazione elettronica, prevedendo un adeguato rimborso o un credito d’imposta per le spese sostenute dalle aziende per adeguarsi.

È questa una delle richieste contenute nella mozione sottoscritta dai consiglieri Marta Evangelisti (Uniti per l'Alternativa) e Alessandro Santoni (Rete Civica) approvata ieri all’unanimità dal Consiglio metropolitano.

Il testo originale ha accolto un’integrazione proposta dal consigliere delegato alle Politiche per l’Appennino Massimo Gnudi (Pd) nel quale invita “il Governo a valutare la possibilità di introdurre una fiscalità differenziata per le zone appenniniche”. Il documento ha ottenuto l’appoggio del gruppo Pd, come dichiarato in aula dal capogruppo Raffaele Persiano.

 

Questo il testo integrale approvato ieri dal Consiglio metropolitano:

 

Premesso

Che dal 1° Gennaio 2019 è entrato in vigore in Italia il regime della fatturazione elettronica.

 

Atteso

come In realtà la legislazione europea prevede che la fatturazione elettronica tra aziende private debba essere considerata un’opzione. Infatti l’unico obbligo è previsto per gli appalti pubblici e per chi opera contrattazioni pubbliche.

 

Rilevato che

In Italia questo sistema è stato esteso obbligatoriamente, da gennaio 2019, anche al tessuto imprenditoriale commerciale ed artigiano della piccola impresa, mentre i Paesi della UE che applicano tale sistema sono: Polonia, Spagna e Portogallo e, al di fuori dei confini dell’Unione Europea: Cile, Messico e Brasile.

 

Evidenziato come

Varie associazioni di categoria, quali Confcommercio e Confartigianato hanno espresso il proprio dissenso, l’Associazione Italiana dei Dottori Commercialisti ha dichiarato che ” il tessuto produttivo nazionale composto in gran parte dalla piccola-media impresa non è ancora pronto”, finanche al Garante della Privacy che per la prima volta ha esercitato il potere correttivo di avvertimento.

 

Evidenziato altresì che

Numerosi parlamentari appartenenti a forze politiche diverse hanno rilevato con forza come, fatta salva la principale funzione di tale norma, ossia la lotta all’evasione fiscale, la stessa determinerà costi aggiuntivi e determinerà ulteriore burocrazia, soprattutto a carico delle piccole imprese e dei singoli artigiani e professionisti.

 

Considerato che

In data 16/12/18 in audizione presso la commissione finanze del Senato il Ministro Tria aveva ribadito che “Deve essere chiaro che la data di introduzione della fatturazione elettronica non subirà modifiche…. a partire dal 1° gennaio 2019 la fatturazione elettronica costituirà un obbligo generalizzato, quindi, non solo per le cessioni nei confronti della pubblica amministrazione ma anche per le cessioni tra privati”, cosa che si è dunque verificata.

 

Atteso che

L'introduzione di questa misura comporterà aggravio economico ed ulteriore penalizzazione ancor più per le aziende situate nei nostri territori montani, già penalizzati dalla crisi economica ed altresì dall'assenza di un sistema di connessione efficiente.

 

Rilevato infatti che

I lavori per la banda larga in molte zone dell’Appennino devono ancora iniziare, le sperimentazioni del 5G tardano ad attivarsi e la stessa Regione Emilia Romagna ha dichiarato che rispetto alla scadenza fissata, il 2020, potrebbero esserci ritardi legati alle procedure di gara ed ai ricorsi che potrebbero allungare al 2021 i termini per il superamento del divario digitale in tali zone.

 

Atteso ancora che

Non si reputa conveniente domandare a chi non ha ancora una connessione efficiente di adeguarsi a regole che mettono in difficoltà anche le aziende attrezzate e servite delle grandi città.

 

Rilevato con forza come

Dopo tutti gli sforzi posti in essere dagli Amministratori dei Comuni montani per la tutela ed il rilancio delle attività presenti soprattutto nei piccoli centri, l’applicazione indiscriminata della fatturazione elettronica e le sue sanzioni potrebbe rischiare di alimentare la desertificazione delle imprese in montagna. Tutto ciò considerato e premesso

 

I sottoscritti Consiglieri metropolitani impegnano il Sindaco metropolitano a:

1) Invitare il Governo affinché voglia adottare un provvedimento legislativo che esoneri, per un periodo di almeno due anni e comunque fino a quando non sarà completamente superato il divario digitale, i Comuni Montani, già penalizzati dalla crisi economica e dal digital divide, dalla applicazione della normativa sulla fatturazione elettronica che è entrata in vigore dal 1° Gennaio 2019, prevedendo un adeguato rimborso o un credito d’imposta per le spese sostenute dalle aziende per adeguarsi.

2) Invitare il Governo a valutare la possibilità di introdurre una Fiscalità differenziata per le zone appenniniche.

3) A trasmettere copia della presente alla Regione Emilia Romagna affinché sostenga tale iniziativa nelle sedi istituzionali.

4) Trasmettere copia della presente all’ANCI Regionale affinché sostenga tale iniziativa nelle sedi istituzionali.

 

 

 
 
 
A cura di:
Ufficio stampa
 
 

Data ultimo aggiornamento: 31-01-2019